Novak Djokovic e Rafael Nadal (foto Ap, via LaPresse)

Parigi 2024

Olimpiadi. Nadal-Djokovic, una sfida tra highlander

Umberto Zapelloni

Nole e Rafa si erano incontrati ai Giochi olimpici il 16 agosto 2008 in semifinale. A Parigi 2024 la sfida invece era al secondo turno. Ha vinto il serbo

Quando tutto era cominciato il 7 giugno del 2006, mai avrebbero pensato che si sarebbero ritrovati 18 anni dopo sullo stesso campo in una partita valida per i Giochi Olimpici. La rivalità tra Novak Djokovic e Rafael Nadal ha segnato un’epoca del tennis, loro sono i sopravvissuti del grande trio che ha riempito la storia prima di Alcaraz e di Sinner. Dal 2005 a oggi questi due ex ragazzi hanno vinto 46 dei 74 Grandi Slam giocati. A Parigi non si vedevano dal maggio del 2022 in un quarto di finale. Quando arrivano sul centrale del Roland Garros, il campo dedicato a Philippe Chatrier, per il secondo turno del torneo delle Olimpiadi di Parigi 2024 sembrano davvero due highlander. Djokovic con la sua maxi ginocchiera alla gamba destra operata non tanto tempo fa, Nadal con un’abbondante fasciatura alla coscia destra. Non sono l’immagine della freschezza, ma fuori c’è la coda per assistere ad un match dall’esito scontato perchè al loro sessantesimo faccia a faccia è chiaro chi sia il favorito, chi sia qui a sognare una medaglia mentre Rafael che di Parigi è il re (14 volte vincitore sulla terra parigina), tanto che gli hanno pure assegnato un ruolo di primo piano nella cerimonia inaugurale, al massimo può avere un sogno nel doppio che gioca in coppia con baby Alcaraz, il suo erede. 

La gente si è messa in fila per venire a vederli e chi non aveva il biglietto ha cercato in tutti i modi di procurarselo, come quella ragazza appostata fuori dai cancelli con un maxi cartello. Comincia a fare caldo a Parigi dopo il diluvio dei giorni scorsi, ma per goderseli nell’ora più calda basta indossare un cappello, portarsi un ventaglio. Vale la pena anche se sai già come andrà a finire. Ma qui tutti vogliono bene a Rafa che è stato accolto da re, con una vera ovazione. Non c’erano dubbi con chi stesse la gente, tanto da esultare quando nel primo set infila il gioco della bandiera (si dirà così?) o nel secondo mette in scena una mini rimonta da 0-4 a 4-4 con un paio di colpi da antologia. Finisce 6-1,6-4 in 1h44’ con un sospiro di sollievo per Nole che quando è andato sul 5-4, si è anche permesso di giocare stizzito con il pubblico portandosi la mano sinistra all’orecchio. Non è certo stato il loro spettacolo migliore. Ma in campo c’era anche tanta nostalgia. 

Non c’è lo stesso pubblico del torneo di maggio, non c’è la stressa atmosfera, lo ha raccontato anche Jasmine Paolini che pochi minuti prima del match del giorno aveva battuto la polacca Linette 6-4, 6-1 conquistandosi un posto nel terzo turno che sono poi gli ottavi: “È molto diverso in questi giorni, lo spogliatoio, la lounge, l’atmosfera. Ma essere alle Olimpiadi è un’esperienza fantastica che è molto bello potersi godere”.

Nole e Rafa si erano già incontrati anche ai Giochi, il 16 agosto 2008 a Pechino quando Rafa aveva vinto 6-4, 1-6, 6-4 in 2h10’ in semifinale, prima di vincere l’oro mentre Nole si era dovuto accontentare del bronzo. Ma Nole è qui proprio per quella medaglia, uno dei pochi trofei che gli mancano. Non vorrebbe restare a secco come il suo amico Federer che lo perse in finale a Wimbledon contro Murray e ha dovuto accontentarsi del doppio vinto a Pechino con Wawrinka. “Nel 2006 non potevamo immaginare che avremmo giocato quasi 20 anni dopo sullo stesso campo alle Olimpiadi. Ma credo sia stata una bella cosa per noi e per lo sport. Sul 6-1, 4-0 mi sono perso un attimo, ma non puoi mai dare una chance a Nadal soprattutto su questo campo. Ora sono sollevato di aver vinto in due set. Peccato che lui non fosse al suo meglio, ma ho fatto tutto il possibile per farlo sentire a disagio ancora di più”, ha detto Nole dopo aver lanciato alla folla palline autografate. Chissà se è stata l’ultima volta di Rafa a Parigi in singolare. Magari lo annuncerà a fine Giochi. Anche perchè continuare così ha poco senso. Una cosa era rivedersi ai Giochi. Un’altra sarebbe continuare a vagare in giro per il mondo senza un verso senso. Se sei stato la Storia, devi anche essere capace di rispettarla. E rispettarti.

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