Foto Ap, via LaPresse

Parigi 2024

La maturità di Benedetta Pilato

Umberto Zapelloni

"Nonostante tutto è il giorno più felice della mia vita. Un anno fa questa gara non ero nemmeno in grado di farla. Questo è solo un punto di partenza". La nuotatrice italiana è stata criticata per ciò che ha detto dopo il quarto posto nella finale dei 100 metri rana. Ha ragione lei, ha tutto il tempo che vuole per raggiungere il podio olimpico

Un centesimo può cambiarti la vita. In certi sport può bastare addirittura un millesimo. almeno a decidere sono i cronometri e non giudici o arbitri che possono fare di testa loro come stiamo vedendo spesso a Parigi 2024. A Benedetta Pilato un centesimo in più ha tolto il bronzo di 100 rana, una gara dove a una ventina di metri dal bordo vasca aveva messo la cuffia con il tricolore davanti a tutti. Avrebbe dovuto essere arrabbiata, allungare il muso, prendersela con il mondo. Invece a 19 anni sai di avere davanti tutto il tempo e allora la prendi con filosofia e, possiamo dirlo, maturità, che a quell’età (e anche oltre) è spesso un optional.

Subito dopo la gara davanti alle telecamere hanno cercato di farla arrabbiare un po’, ma le era solo serena, felice: “Ci ho provato fino alla fine – ha detto con qualche lacrima di gioia – Peccato, ma nonostante tutto è il giorno più felice della mia vita. Un anno fa questa gara non ero nemmeno in grado di farla. Questo è solo un punto di partenza. Già rispetto alla semifinale ero all’opposto, sono riuscita a tirar fuori gli attributi. Tutti si aspettavano di vedermi sul podio? Tutti, tranne me. Poi nella corsia laterale non mi sono mai trovata bene... Quando ho letto un centesimo mi sono detta: 'Non ci posso credere. Non me lo merito proprio'. Però è un quarto posto alle Olimpiadi che per me vale come l’oro. Ci ho creduto sempre”.

Non tutti hanno apprezzato. La stessa Elisabetta Caporali che la stava intervistando per la Rai le ha detto un “Veramente?” che non ha bisogno di interpretazioni. Hanno cominciato a tormentarla anche sui social e ci ha aggiunto un po’ di pepe anche Elisa Di Francisca, doppio oro nel fioretto a Londra, sua collega in Polizia e commentatrice Rai: “Sinceramente non ci ho capito niente, non so se ci fa o ci è. Non è possibile che dica: sono contenta. È assurdo, è surreale questa intervista, devo essere sincera. Fatene una seconda. O basta così, dici?”, poi ancora: “Non voleva andare sul podio? E che ci è andata a fà? Sinceramente rabbrividisco”. Benedetta Pilato sui social ha chiuso con un “Si fa la gara a chi rabbrividisce di più”, che fa molto ridere. Tanto che poi Elisa le ha telefonato per spiegarsi. Cose le abbia detto restano cose loro. Ma chi fa sport o lo ha fatto sa che anche un quarto posto vale. L’importante è vincere la sfida con te stessa, migliorarti ogni volta che ci provi…

L’altro giorno anche Elena Bertocchi e Chiara Pellacani sono arrivate quarte nei tuffi sincro. E anche loro suono uscite dalla piscina senza rimpianti. A Tokyo erano arrivate settime. Hanno fatto comunque un bel passo avanti. L’importante è migliorarsi sempre.

Prendete Ceccon il nostro ultimo uomo d’oro. Anche lui a Tokyo aveva chiuso al quarto posto. Ha lavorato come un mulo, ha studiato i suoi punti deboli, ha curato i particolari e lunedì si è messo l’oro al collo. È quello a cui pensa la sua amica Benedetta alla quale ogni tanto presta pure la cuffia: “Sono contentissima per lui e anche per Nicolò che ci hanno dato una spinta fortissima. Thomas è bellissimo vederlo vincere, anche perché abbiamo fatto le Nazionali giovanili insieme. Mi ha detto, “Dai vieni qua così ci facciamo compagnia”. Gli ho detto “togliti dal mio fianco” perché a Budapest ai Mondiali, quando avevamo vinto uno dopo l’altro, io andavo in camera di chiamata a togliermi l’acqua dagli occhialini per colpa sua. È stato bellissimo. E poi, anche lui è arrivato a Tokyo quarto, quindi...”.

Benny ha 19 anni. A Los Angeles avrà la stessa età di Thomas. Sembrano due storie parallele. Benny ha dovuto cambiare vita per inseguire il suo sogno, lasciare Taranto dove non c’era una piscina olimpionica, emigrare a Torino per trovare l’acqua giusta. Adesso la aspettano quattro anni di fatica. Chieda a Ceccon come fare. E magari a Los Angeles farà rabbrividire qualcun’altro.

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