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La battaglia delle donne del beach volley a Parigi 2024

Umberto Zapelloni

Alexia Richard e Lézana Placette hanno giocato in calzoncini e reggiseno sportivo e sono state le prime a farlo a questi Giochi. “Vogliamo che le donne possano scegliere come vestirsi"

Lo stadio della Tour Eiffel è il più bello dei Giochi. Hanno trasformato les Champ-de-Mars in una spiaggia dove a mezzogiorno le code per i distributori d’acqua sono più lunghe che per entrare al Roland Garros a vedere l’ultima recita di Nadal. È lo stadio del beach volley che solo a Rio, sulla spiaggia di Copacabana aveva avuto una scenografia migliore. Oggi si gioca sotto la Tour Eiffel e un paio di sere fa il nostro Adrian Carambula ha dato spettacolo con i suoi “Sky ball”, quelle battute quasi verticali di cui lui è specialista, che andavano lassù a sfiorare la Torre.

Proprio sulla sabbia parigina, due ragazze francesi, hanno approfittato del grande pubblico per lanciare la loro battaglia contro il guardonismo da beach, se così si possono chiamare quelli che vanno a vedere il beach volley per guardare le giocatrici in costume e non lo sport. Alexia Richard e Lézana Placette l’altra sera hanno giocato in calzoncini e reggiseno sportivo e sono state le prime a farlo a questi Giochi. Eccezione fatte per le ragazze che per motivi religiosi vanno in campo praticamente vestite, come le egiziane che ieri hanno perso con le nostre ragazze nell’ora più calda, con più di trenta gradi e la gente boccheggiante in tribuna, oggi la maggior parte delle atlete indossa ancora il classico bikini da spiaggia. D’altra parte se si chiama beach volley un motivo ci sarà. E in spiaggia solitamente si va in costume da bagno.

Da un paio d’anno il beach ha permesso di indossare calzoncini sportivi reggiseno sull’onda di un caso nato in Norvegia dove la federazione aveva multato due atlete di beach handball che si erano presentate così in campo. Da allora tutto è cambiato e il beack volley si è adeguato: ogni giocatrice è libera di presentarsi in campo come meglio crede.

“Stiamo giocando di fronte ad un pubblico nuovo, in Francia non ci era mai capitato di farlo davanti a così tanta gente che abbiamo ritenuto importante mostrare loro cos’è il beach volley, il nostro beach volley. Anche per questo giocavamo in pantaloncini. È una regola arrivata due anni fa, dal beach handball norvegese, poi dai giocatori norvegesi di beach volley, che noi per prime abbiamo seguito e che stiamo cercando di portare avanti”, ha spiegato Placette. La loro idea è semplice: “Vogliamo che le donne possano scegliere come vestirsi nel beach volley”, hanno detto, aggiungendo: “A volte vogliamo giocare in bikini, a volte in pantaloncini, a volte con leggings, a volte non vestiti allo stesso modo. Vogliamo "educare" il pubblico, affinché non dica a se stesso "oh ehi, sono due ragazze in bikini, andiamo a vederle giocare per vedere i loro fondoschiena ."'No, sono due ragazze che sanno indossare i pantaloncini e che fanno grandi cose a livello sportivo, ed è su questo che dobbiamo concentrarci”. Vediamo in quante le seguiranno.

Qualche giorno fa, in polemica per un body esageratamente sgambato proposto da Nike, Lauren Fleshman, campionessa statunitense di atletica leggera, aveva scritto su Instagram: “E’ il risultato di uno sguardo patriarcale che non è più benvenuto, né necessario per attirare l’attenzione sullo sport femminile”. Ma le prime a poterlo fare sono proprio loro, le atlete. Alexia e Lézana che nelle foto d’archivio trovate addobbate in qualsiasi modo, anche esageratamente sexy, adesso hanno deciso di dare l’esempio. Basta essere comode e in pace con se stesse. Ognuna faccia la sua scelta in libertà. Se poi vuole farsi guardare, basta che non si arrabbi se qualcuno avrà esagerato.

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