Foto Ap, via LaPresse

Parigi 2024

La Nazionale femminile di spada ha spento il volume al Grand Palais

Mauro Zanon

L'oro di Alberta Santuccio, Mara Navarria, Giulia Rizzi e Rossella Fiamingo. Una finale all'ultima stoccata contro la squadra francese che ha illuso e poi deluso il pubblico francese

Parigi. Delirio azzurro al Grand Palais. La squadra femminile italiana di spada ha vinto la medaglia d’oro contro la Francia al termine di una sfida al cardiopalma, e con la stoccata decisiva nell’extra-time. Alberta Santuccio, Mara Navarria, Giulia Rizzi e Rossella Fiamingo hanno regalato ieri sera la terza medaglia d’oro all’Italia, l’undicesima del medagliere delle Olimpiadi di Parigi 2024. “Siamo commossi e riconoscenti, con questo tifo da stadio acceso, loro hanno vinto contro tutti. Grandissima testa, complimenti al commissario tecnico. Oggi siamo andati a prenderci qualcosa che nei giorni scorsi ci saremmo già meritato”, ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, subito dopo la vittoria e con ancora l’amaro in bocca per il quasi oro del fiorettista Filippo Macchi.

“Cruel”, scrive l’Équipe, perché dopo un inizio equilibrato, le padroni di casa, sembravano essere più vivaci, lucide, con la vittoria in mano, sostenute da un tifo incandescente, che alternava Marsigliesi e cori curvaioli, “On est les bleus”, “Qui ne saute pas n’est pas français”. Al sesto assalto, la Francia conduce 19 a 15. Il settimo è quello della svolta. Giulia Rizzi domina in pedana la francese Vitalis e porta le italiane a meno uno, 20-21. Nell’ottavo, le azzurre tornano in vantaggio dopo essere state sotto dal secondo assalto in poi: 24-23 Italia. Nel nono, Mallo-Breton, fresca di medaglia d’argento nella spada femminile individuale, è avanti 29-28 a quindici secondi dalla fine, ma una fenomenale Santuccio riporta l’Italia in parità. Tempo supplementare. Il Grand Palais è una bolgia, il pubblico francese è pronto a esplodere e a cantare la Marsigliese sventolando bandierine bleu blanc rouge. Ma non ha fatto i conti con il talento della catanese, che con un guizzo sferra la stoccata definitiva. 30-29 Italia, “mort subite”, come dicono i francesi, e le italiane regine di spade.

Terzo oro per l’Italia? “Sì, terzo oro e un bronzo per Greg (Paltrinieri, il suo fidanzato, che a pochi chilometri di distanza, alla Defense Arena, ha vinto il bronzo negli 800 stile libero, ndr). Ho saputo adesso. Sono superfelice”, ha detto Rossella Fiamingo subito dopo la gara, salendo le scale del Grand Palais. “Siamo felicissime, incredule, ma ce lo meritavamo”, ha aggiunto la schermitrice italiana. Poi un aneddoto, uno dei segreti della vittoria. “Non era per niente facile. Ma ci eravamo preparati anche a questo”, dice Fiamingo in merito all’altro avversario che le ragazze hanno dovuto affrontare in pedana, il tifo forsennato del Grand Palais. “Il nostro preparatore aveva registrato il tifo francese e ci siamo allenate con questo sottofondo”, racconta Fiamingo: l’intuizione che cambia il destino di una serata e la trasforma in leggenda.

“Sono felicissimo per le ragazze che se lo meritavano. Sono stati tre anni fantastici. Sono state bravissime”, ha dichiarato il ct italiano, Dario Chiadò. Il tecnico ha dovuto anche gestire attentamente i cambi inserendo proprio in finale Navarria, che con la medaglia d’oro di ieri sera, a 39 anni, ha chiuso la sua carriera come meglio non si poteva. “I cambi durante le Olimpiadi vanno gestiti con molta attenzione, ne potevamo fare solo uno. Mara poteva essere un valore aggiunto e così è stato. Tutte hanno fatto il loro. Siamo una squadra, quattro hanno tirato e quattro hanno vinto l’oro”. Per la prima volta, la scherma femminile italiana vince l’oro olimpico in un’arma differente rispetto al fioretto.

Per il movimento schermistico tricolore, il trionfo di Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio e Mara Navarria rompe anche il tabù dell’oro ai Giochi che durava dalla vittoria di Daniele Garozzo a Rio 2016 nel fioretto individuale. Fu argento ad Atlanta 1996, bronzo tre anni fa a Tokyo. Ieri sera, invece, al Grand Palais, è risuonato l’Inno di Mameli.

Di più su questi argomenti: