Parigi 2024
Paltrinieri non smette mai di imparare e migliorare
L'azzurro ha conquistatoil bronzo negli 800 stile libero. Una medaglia inattesa alla vigilia che è arrivata con una strategia di gara diversa da come ci aveva abituato in passato. Perché anche a 30 anni non è mai troppo tardi per sperimentare
Un anno fa, ai Mondiali di Fukuoka 2023, Gregorio Paltrinieri debilitato da un virus gastrointestinale arrivava ultimo negli 800 stile libero con un tempo altissimo, 7’53’’68, mai in gara nella finale più veloce di sempre di questa specialità, con cinque avversari sotto i 7 minuti e 40 secondi. Gli 800 stile libero – si diceva – stavano diventando una prosecuzione dei 400, e Paltrinieri (classe 1994, alle soglie dei 30 anni e con 20 chilometri al giorno nuotati per oltre un decennio) non sembrava più poter reggere quei ritmi. Le ultime cartucce della sua carriera pareva poterle sparare nella 10 chilometri in acque libere, dove anche la tattica vuole la sua parte e si fa a cazzotti a ogni boa. Un anno dopo, alle Olimpiadi di Parigi 2024, tutto è cambiato.
Il tempo con cui martedì sera si è preso la medaglia di bronzo dietro all’irlandese Daniel Wiffen (7’38’’19) e allo statunitense Bobby Finke (7’38’’75), 7’39’’38, è il secondo più veloce della sua carriera su questa distanza. Non nuotava sotto il 7’40’’ dal 2019, cinque stagioni fa. L’ha fatto, come lui stesso ha rivelato alla Rai, con una strategia diversa, una strategia che prevede una partenza un po’ più lenta, ma senza andare sotto ritmo, per poi accelerare nella seconda metà della gara, aumentando la frequenza di bracciata e la velocità, inserendo anche le gambe. “Ero abituato a essere quello che apriva più veloce, ma non lo sono più”, ha detto Paltrinieri, “e quindi devo accettare il fatto che qualcuno mi stia davanti, devo placare il mio istinto. Ho pensato tantissimo a come le mie specialità stessero crescendo di livello, a cosa potessi fare io per rimanere nella mischia, e non è facile, molte volte non ci sono riuscito. Ma l’obiettivo era Parigi. Non avevo mai fatto una gara così e aspettavo questo momento. Era un po’ un’arma segreta: sono stato nascosto fino ai 400 metri e poi mi sono divertito”.
Anche a 30 anni, anche se è diventato il primo nuotatore italiano di sempre a salire sul podio in tre Olimpiadi consecutive e a conquistare quattro medaglie individuali (e mancano ancora i 1500 stile libero di domenica, quello che alla viglia sembrava il suo vero obiettivo di questi Giochi, anche perché sulla Senna ormai non si può fare troppo affidamento), Paltrinieri non smette mai di sperimentare, di imparare e di migliorare. Ce l’aveva detto qualche mese fa anche il suo allenatore Fabrizio Antonelli, che lo segue dal 2020: “L’anno scorso, nonostante le difficoltà di Fukuoka, Gregorio è cresciuto molto. Fa tutto parte del percorso, lui era abituato ad andare a tutto gas fin dove arrivava, invece bisognava cambiare, ed è stato bravissimo perché ha fatto leva sulla grande intelligenza che lo contraddistingue. Non è facile alla sua età”.
“Sul podio ho cercato di godermi il momento perché non sapevo di poterci tornare di nuovo”, ha ammesso Paltrinieri, “un conto è sperarlo, un altro è realizzarlo. In competizioni del genere cerco anche di convincermi con irragionevole ottimismo, e a volte è davvero irragionevole, di stare bene, ma molto spesso dopo le Olimpiadi di Tokyo mi ero convinto di non farcela più. E ce ne sono stati tanti, di quei momenti lì”.
Nei mesi che hanno preceduto le Olimpiadi di Parigi, il direttore tecnico della nazionale italiana di nuoto Cesare Butini ha ripetuto spesso: “Baratterei due delle sei medaglie vinte a Tokyo per un oro a Parigi”. Sono passati solamente quattro giorni di gare, non siamo neanche a metà, ne mancano ancora cinque, e il bottino è già di due ori e due bronzi. Una medaglia al giorno. La missione è già completata.
Il Foglio sportivo