Parigi 2024

Giovanni De Gennaro, Alice Bellandi e quel nuovo quarto d'ora d'oro alle Olimpiadi

Giovanni Battistuzzi

Il canoista e la judoka, entrambi di Roncadelle, conquistano due medaglia d'oro in quindici minuti esattamente tre anni dopo la sera (pomeriggio in Italia) di Jacobs e Tamberi a Tokyo

Ancora un quarto d'ora. Sembra questo il lasso del tempo dello stupore per lo sport olimpico italiano quando il calendario segna il primo agosto. Un quarto d'ora, tanto ha diviso la vittoria di Giovanni De Gennaro nella prova dello slalom del K1 – kayak – e quella di Alice Bellandi nella finale della categoria -78 chili del judo contro l'israeliana Inbar Lanir. Un quarto d'ora come il tempo intercorso tra l'oro di Gianmarco Tamberi e quello di Marcell Jacobs nel 2021 alle Olimpiadi di Tokyo esattamente tre anni fa.

Che fossero forti Giovanni De Gennaro e Alice Bellandi lo sapevano loro e lo sapevano gli appassionati della canoa e del judo. Al punto che pure l'algoritmo di Gracenote li aveva inseriti tra i possibili medagliati. Per entrambi parlava il curriculum. Lungo e già medagliato, ma non alle Olimpiadi, per il canoista, in continuo miglioramento quello per la judoka. Non sempre però le cose vanno come si spera possano andare. A volte però sì. Tipo oggi, giovedì primo agosto. Tra le 18,18 e le 18,33 una giornata un po' buona un po' no, di quelle che si doveva aspettare che fosse sera per capirla davvero, è stata stravolta. Un uomo e una donna commossi e felici, che vengono dallo stesso paese, Roncadelle, che esultano una dopo l'altro.

Non c'era questa volta un solo luogo a fare da sfondo al quarto d'ora d'oro e d'azzurro. C'era il rimbalzo di linea dallo stadio nautico di Vaires-sur-Marne all'arena di Champs-de-Mars. Da una pozza d'acqua accanto alla Marna in una delle zone periferiche ricche della capitale francese, al centro che più centro non c'è della Parigi olimpica, a due passi dalla Tour Eiffel.

Non c'è stato un'abbraccio esagerato per esultanza e per intensità, ma due volti distanti, felici e raggianti alla stessa maniera, mani diverse eppure impegnate nell'uguale incertezza nel maneggiare quella medaglia d'oro che aveva sognato, desiderato, sperato e a un certo punto, come accade spesso più per scaramanzia che per altro, pensato che fosse irraggiungibile.

Non lo era.

C'era quel quarto d'ora d'oro che l'Italia in un modo o nell'altro ha deciso di concedersi ogni primo agosto.