Léon Marchand, LaPresse 

parigi 2024

Léon Marchand, Pan Zhanle e altri fenomeni paranormali

Francesco Caligaris

La quinta serata di finali alle Olimpiadi di Parigi 2024, pur senza medaglie per l’Italia (Quadarella quarta nei 1500 stile libero, Ceccon primo degli esclusi nei 200 dorso), resterà per sempre nella storia del nuoto

Che rumore che fa la Défense Arena quando nuota Léon Marchand. “Non riuscivo neanche a sentire i miei pensieri”, ha detto l’australiano Zac Stubblety-Cook. Soprattutto durante la rana, i circa 17mila spettatori della piscina olimpica dettano al loro beniamino il ritmo dei colpi sull’acqua. Eh! Eh! Eh! E Marchand non tradisce: il 22enne che si allena in America con Bob Bowman, il mentore di Michael Phelps, dopo la medaglia d’oro nei 400 misti scrive la storia di questo sport diventando il primo nuotatore di sempre a vincere una medaglia olimpica sia a delfino (nei 200) sia a rana (ancora nei 200). E per giunta due ori, entrambi con record olimpico (1’51’’21 e 2’05’’85), e per giunta nella stessa sera, a poco meno di due ore di distanza l’uno dall’altro: non accadeva dai Giochi del 1976. Venerdì, nei 200 misti, potrà salire a quattro per un’altra Marsigliese che avranno sentito anche a Bardonecchia.

  

   

Dieci minuti dopo la doppietta di Marchand, ecco il primo record del mondo di Parigi 2024: altro che piscina lenta, il cinese Pan Zhanle, classe 2004, porta i 100 stile libero in una dimensione completamente nuova, inimmaginabile, leggendaria. Deteneva già il primato in 46’’80, tempo realizzato nella prima frazione della staffetta 4x100 stile libero agli ultimi Mondiali di Doha, ma il 46’’40 di mercoledì sera si candida a diventare la miglior prestazione tecnica di tutte le Olimpiadi francesi, e non solo nel nuoto. Quattro decimi di meno, passaggio in 22’’28 e ritorno in 24’’12, oltre un secondo di vantaggio sulla medaglia d’argento, l’australiano Kyle Chalmers (47’’48). Per trovare un distacco maggiore nei 100 stile libero olimpici, bisogna tornare indietro di un secolo esatto, Parigi 1924, quando Johnny Weissmuller-Tarzan si impose in 59’’0 sul connazionale Duke Kahanamoku, 1’01’’4.

  

Pan Zhanle, foto LaPresse 
  

Nella prima finale del programma, che impresa dalla corsia sette: la svedese Sarah Sjöström, classe 1993, 31 anni il prossimo 17 agosto, sorprende le avversarie e vince l’oro nei 100 stile libero in 52’’16. È il suo primo successo olimpico in questa specialità di cui è stata, per un periodo, anche primatista mondiale; è il suo secondo oro olimpico otto anni dopo quello nei 100 delfino a Rio 2016. È soprattutto la medaglia numero 97 della sua carriera tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, tra vasca lunga e vasca corta. I 100 stile libero non voleva neanche nuotarli a Parigi, lo ha deciso due settimane fa perché si è accorta che non c’era solamente un giorno di riposo tra la finale e le batterie dei 50 (la gara su cui si è concentrata di più negli ultimi anni), ma ce n’erano due, e allora tanto valeva provarci, il tempo per recuperare non mancava.

 

Infine Katie Ledecky, 27 anni, alla sua quarta partecipazione alle Olimpiadi, domina i 1500 stile libero in 15’30’’02 (nuovo record olimpico) e diventa la nuotatrice più vincente (otto ori) e più medagliata (12 podi) ai Giochi eguagliando un’altra americana, Jenny Thompson, specializzata però nelle staffette che negli anni ‘90-‘00 Team Usa non perdeva praticamente mai. Sabato, negli 800 stile libero, potrà raggiungere altri due record: con nove ori diventerebbe la donna più vincente nella storia delle Olimpiadi insieme alla ginnasta sovietica Larisa Latynina (anni ‘50-‘60), mentre il quarto trionfo consecutivo nella specialità in cui si è rivelata a Londra 2012 le permetterebbe di entrare nell’esclusivo circolo di chi ha vinto quattro volte di fila lo stesso evento, come Michael Phelps (nuoto, 200 misti), Carl Lewis (atletica, salto in lungo), Al Oerter (atletica, lancio del disco) e Mijaín López (lotta greco romana, categoria 130 chili).

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