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A Parigi l'Italia del tennis ha il diritto di sognare
Errani-Paolini e la storica semifinale di Musetti: siamo in zona medaglie. E ora viene il bello
Parigi. L’Italia del tennis in zona medaglie in due tabelloni olimpici diversi, come non era mai accaduto nella storia. Sara Errani e Jasmine Paolini sono in semifinale nel torneo di doppio femminile dei Giochi Olimpici di Parigi, Lorenzo Musetti nel singolare maschile. Le prime hanno battuto nettamente la coppia britannica formata da Katie Boulter e Heather Watson, 6-3 6-1, e oggi se la vedranno con le ceche Karolina Muchova e Linda Noskova per conquistare il pass per la finalissima. Il numero 1 italiano della spedizione parigina ha invece sconfitto il tedesco Alexander Zverev con un doppio 7-5, e sulla terra rossa del Philippe Chatrier, sempre oggi, cercherà la rivincita della semifinale di Wimbledon contro Novak Djokovic, nella cui bacheca manca soltanto la medaglia olimpica.
Tra le italiane e le inglesi non c’è mai stata partita. Errani e Paolini hanno avuto sempre il controllo del gioco, la superiorità era evidente fin dai primi scambi. L’unico sussulto delle inglesi è arrivato nel quarto game del secondo set, quando hanno recuperato uno dei due break. Per poi riperderlo immediatamente, e tornare sotto 4-1, prima del definitivo 6-1. Il carrarese classe 2001, numero 16 del ranking Atp, si è dimostrato più solido di Zverev, numero 4 al mondo, vincitore degli Internazionali d’Italia e finalista al Roland Garros di quest’anno, per tutta la partita.
Musetti, con la vittoria di ieri, ha superato il traguardo dei quarti raggiunto in precedenza da Paolo Canè a Seul 1988 e da Renzo Furlan ad Atlanta 1996. Solo il triestino Uberto de Morpurgo, primo tennista italiano a entrare nella top ten, semifinalista e vincitore della medaglia di bronzo un secolo fa proprio nella capitale francese, ha fatto meglio di Lorenzo. Per ora. Dal Roland Garros, dove aveva ceduto solo al quinto set proprio contro Djokovic, il tennis di Musetti è stato un crescendo rossiniano. Finale al Queen’s, il prestigioso torneo londinese che apre la stagione sull’erba, dove ha perso contro l’americano Tommy Paul. Poi, a Wimbledon, un percorso favoloso stoppato soltanto da Djokovic. E a Umago, la vittoria sfiorata di un soffio nella finale contro l’argentino Cerundolo, prima del volo che lo ha portato a Parigi dove tutti si aspettavano un crollo visti i tempi ristrettissimi di recupero (la finale in Croazia è terminata alle 23.30 di sabato, e il giorno dopo era già chiamato a scendere in campo in un Suzanne Lenglen incandescente per il padrone di casa Gaël Monfils). E invece no. “Spero di poter riscrivere la Storia del tennis italiano nel corso dei prossimi giorni”, ha dichiarato Musetti nella conferenza post-partita. “Ho commesso pochissimi errori gratuiti e ho giocato tutti i punti come se fosse l’ultimo, l’ho sfiancato tatticamente e fisicamente minuto dopo minuto. Sto vivendo il miglior momento della mia carriera ma non solo dal punto di vista della qualità del tennis: è una questione di continuità, di professionalità e di tenuta agonistica”, ha aggiunto. Uno dei segreti di Musetti si chiama Ludovico, dicono in molti. La paternità ha cambiato la carriera di Lorenzo da quando lo scorso 15 marzo è nato suo figlio: lo ha reso più forte, più maturo. Ieri, la percentuale di prime palle in campo e la continuità nei momenti importanti, come si era già visto agli ottavi contro l’americano Fritz, è stata impressionante. A fine partita, ha guardato gli spalti del Lenglen e ha indicato il tricolore italiano sulla maglietta. “L’ho fatto alla fine di ogni partita qui a Parigi e penso sia il modo perfetto per festeggiare una vittoria alle Olimpiadi”, ha detto il carrarese. L’Italia tennistica ha il diritto di sognare.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA