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Il foglio sportivo - that win the best

Ma è vietato parlare male delle Olimpiadi di Macron?

Jack O'Malley

Gli strani Giochi olimpici degli opinionisti progressisti in pieno delirio complottista per colpa del sesso

Fatemi alzare boccali pieni di birra in onore di Sir Andy Murray, che ha lasciato il tennis senza che il tennis avesse ancora lasciato lui, e lo ha fatto con ironia twittando quello che pensano quasi tutti quegli psicopatici che si danno allo sport con rete e racchetta che abbiamo inventato noi: “Comunque il tennis non mi è mai piaciuto”. Era ora, negli ultimi tempi Murray tirava avanti solo con la forza della sua storia, un’anca finta e troppe sconfitte. Non posso dire il “ci mancherà” di rito perché in fondo non è vero, ed è il bello dello sport – ci manca l’idea del campione, non la sua versione che si trascina sui campi come un barbone in stazione: che strazio era Roger Federer nelle sue ultime uscite, e che strazio è Rafael Nadal oggi? 
Murray lascia dopo l’eliminazione alle Olimpiadi di cui nessuno può parlare male, se no arriva l’internazionale macroniana a spaccarti le palle e darti del putiniano. 

È agosto, fa caldo, le redazioni sono piene di stagisti che fanno confusione sul sesso e gli opinionisti progressisti scrivono i loro articoli con le palle in acqua e un cocktail in mano. Solo così si spiega il delirio complottista di Repubblica & Co. di ieri, a cui degli sport olimpici frega tanto quanto a me frega del calcio femminile: la prima pagina di ieri era un’orgia di cazzate buone per una festa dell’Unità, anzi dell’Unit*: “il ko dei diritti” perché un’italiana abbandona un incontro contro un’intersex, i baci della judoka alla fidanza “davanti alla premier” come se fossero la risposta alle polemiche sulla pugile algerina, lo stop alla cannabis light. Ma il capolavoro è dentro, roba da far impallidire terrapiattisti e seguaci di Qanon: “Dai russi a Elon Musk, la campagna organizzata dall’internazionale di destra per screditare i Giochi”. Ginori e Foschini parlano di “fasciosfera” e non gli scappa neppure da ridere. Il succo è che è vietato criticare le Olimpiadi organizzate dall’antifascista in chief Emmanuel Macron, che fa tutto benissimo, cambia il sesso degli atleti con la sola imposizione delle mani e ha ripulito la Senna pisciandoci dentro. E se qualcuno critica è perché glielo hanno detto Putin, Musk e la Rowling (fossi in Aldo Cazzullo mi farei qualche domanda, a questo punto). 

Io me ne sbatto allegramente i coglioni, penso a tenere in fresco la bionda e faccio il conto alla rovescia per l’inizio della Premier League: sabato prossimo c’è il Community Shield, e quello dopo comincia il campionato più bello del mondo. Anche se comunque il calcio non mi è mai piaciuto.

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