Sara Curtis (foto Ansa)

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Sara e Sarah. Curtis debutta nei 50 stile libero della regina Sjöström: “Alle Olimpiadi può succedere di tutto”

Francesco Caligaris

Dopo la finale con la staffetta 4x100 stile libero femminile, la 17enne di Savigliano (Cuneo), la più giovane nuotatrice italiana a Parigi, fa il suo esordio olimpico individuale nella specialità della sua quasi omonima, considerata il suo “punto di riferimento”

Quando Sarah Sjöström gareggiava alla sua prima Olimpiade, Sara Curtis non aveva neanche due anni. Da Pechino 2008 a Parigi 2024 la svedese è ancora la velocista più forte di tutte, con 97 medaglie internazionali tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, l’ultima delle quali l’inaspettato oro nei 100 stile libero di mercoledì sera. Sara Curtis, invece, è al suo esordio nelle specialità individuali dopo aver partecipato alla finale della 4x100 stile libero femminile del primo giorno. Sabato 3 agosto, dalle 11 di mattina, saranno entrambe impegnate nelle batterie dei 50 stile libero. Hanno 13 anni di differenza: Sjöström è del 1993, Curtis del 2006.

“È una cosa allucinante”, racconta Curtis, “per me Sarah Sjöström è sempre stata un punto di riferimento che ho seguito fin da quando ero piccolina. La vedevo gareggiare in televisione ed essere ora di fianco a lei mi fa sperare tanto e mi dà ancora più obiettivi da raggiungere. Sono veramente contenta”. Prima della partenza per Parigi Federica Pellegrini le ha consigliato: “Le direi di godersela, di non pensare a nient’altro e di divertirsi, basta”. Curtis lo sa, ma è anche molto motivata: “Chiaramente Federica ha ragione, io devo godermela perché è la prima esperienza e va benissimo così. Ma cercherò comunque di giocarmela, perché alle Olimpiadi può succedere di tutto: è chiaro che cercherò di prendere tutto al meglio e vedremo come andrà”.

“Cerco di ricordare ai giovani nuotatori che non importa se vincono o non conquistano nulla: resteranno comunque la stessa persona”, ha spiegato poche settimane fa Sjöström, dall’alto della sua esperienza, al sito Nuoto.com. Sara Curtis, che nei 50 stile libero respira una volta, e Sarah Sjöström, che invece è famosa per le sue apnee, si sono trovate una di fianco all’altra nella finale dell’ultimo Trofeo Settecolli, e trascinata dalla svedese primatista del mondo (23’’61, tempo realizzato l’anno scorso ai Mondiali di Fukuoka a quasi 30 anni) per poco la giovane azzurra non ha migliorato il suo record italiano di 24’’56, chiudendo terza in 24’’64.

Curtis è nata a Savigliano, in provincia di Cuneo, e diventerà maggiorenne il prossimo 19 agosto, a Olimpiade terminata. Gareggia per il Centro Sportivo Roero ed è allenata a Cuneo da Thomas Maggiora. È la nuotatrice più giovane della squadra italiana a Parigi 2024. A dicembre ha debuttato in nazionale agli Europei in vasca corta di Otopeni (Romania) vincendo due medaglie: argento con la staffetta 4x50 stile libero femminile e argento con la 4x50 stile libero mista. Considerata da tempo una promessa del nuoto azzurro, si è qualificata ai Giochi un po’ a sorpresa, bruciando le tappe, proprio con il record italiano dei 50 stile libero ai Campionati italiani assoluti disputati a marzo a Riccione. È polivalente: un mese fa, agli Europei giovanili di Vilnius, ha conquistato sei medaglie d’oro tra stile libero (50, 100 e staffette) e dorso (50).

Da mesi ormai si è stabilizzata sul 24’’6, un tempo che, se migliorato anche solo di un paio di decimi, potrebbe portarla in finale alla sua prima Olimpiade. Per l’Italia del nuoto sarebbe la 14esima finale a Parigi e, ammesso e non concesso che ci riusciranno anche Gregorio Paltrinieri e Luca De Tullio nei 1500 stile libero e le due staffette 4x100 miste, quest’anno non verrà comunque battuto il record – vero termometro di un movimento – realizzato tre anni fa a Tokyo (19). Sono poche anche quelle femminili finora: solo quattro su 13, in Giappone furono sei. Ma il bottino dice due ori (Nicolò Martinenghi nei 100 rana e Thomas Ceccon nei 100 dorso) e quattro medaglie totali, e c’è ancora margine per andare oltre.

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