acque torbide
Due triatleti hanno un'infezione gastrointestinale. Avevano gareggiato nella Senna
Claire Michel (Belgio) e Adrien Brifford (Svizzera) erano stati protagonisti delle gare nel fiume francese. Il Belgio ritira la squadra, gli elvetici no. L'infettivologo Bassetti: "Rischi per la salute altissimi". I dubbi dei medici sportivi
Due atleti olimpici hanno un’infezione gastrointestinale. Una è la belga Claire Michel, l’altro lo svizzero Adrien Briffod. Ad accomunarli non solo il ritiro dai Giochi, ma anche la disciplina: i due sono fra i triatleti che, negli scorsi giorni, si sono cimentati nel nuoto attraverso la Senna. Una frazione, quella nel fiume parigino, che ha fatto molto discutere: il bacino è stato infatti balneabile a giorni alterni e il suo impiego per le discipline in acque libere è stato in bilico fino all’ultimo momento. Anzi: le rilevazioni avevano evidenziato livelli di Escherichia coli e altri batteri fecali troppo elevati per consentire le prove di qualificazione del triathlon fino a tutto il 30 luglio.
Dopo tanti rinvii, la decisione di disputare le gare nonostante le proteste degli atleti, con alcuni di loro che dopo il traguardo sono stati colti dalle telecamere in preda ad attacchi di vomito. Molti olimpici, al termine della competizione, si erano detti preoccupati. “Ho bevuto molta acqua, quindi sapremo domani se sono malata o no”, aveva detto la triatleta belga Jolien Vermeylen all’emittente VTM. “Nuotando sotto il ponte ho sentito e visto cose a cui preferisco non pensare troppo. La Senna è sporca da cent’anni: non possono dire che la sicurezza degli atleti è una priorità. Sono tutte sciocchezze”.
Poi, il 4 agosto, ecco il primo caso di infezione, quello della connazionale Michel, che ha spinto il comitato belga a ritirare la squadra del triathlon misto e a protestare contro la scelta della Senna. L’atleta, classificatasi al 38º posto nel triathlon femminile lo scorso 31 luglio, secondo quanto trapelato sui media belgi ha contratto un’infezione intestinale dovuta al batterio Escherichia coli ed è ricoverata in ospedale da quattro giorni. Sebbene non sia stata dimostrata la correlazione con la gara di nuoto, ad aumentare i sospetti è stata l’infezione analoga che, secondo i media svizzeri, avrebbe colpito il triatleta Bifford. “Non so davvero se il mio stato è legato alla qualità dell’acqua della Senna”, ha affermato l'elvetico, classificatosi 49° a 8’48” del vincitore. Diversamente dalla delegazione belga, la Svizzera ha deciso di cimentarsi nel triathlon misto. “Ho sentito miei colleghi di altri paesi”, ha spiegato il medico al vertice della nazionale svizzera, Hanspeter Betschart. “Non è stata rilevata alcuna anomalia generalizzata di malattie gastrointestinali tra gli atleti che hanno preso la partenza della gara individuale mercoledì scorso”.
I dubbi, però, rimangono. “Far nuotare gli atleti nella Senna ha riportato il mondo indietro di 100 anni”, ha commentato su X l’infettivologo Matteo Bassetti. "L’Escherichia coli è il minore dei problemi infettivologici che si possono contrarre nella Senna. Si tratta di un problema ben conosciuto, risolvibile con una terapia antibiotica. Ma in quelle acque putride, popolate da topi e chissà quale altro animale, si possono fare anche incontri con rischi potenzialmente gravissimi", ha spiegato il primario del Policlinico San Martino di Genova ad Adnkronos Salute. Le possibili patologie vanno “dalla leptospirosi alla salmonella, alla shigella e alla yersinia. Per non parlare poi di tutti quelli che sono i protozoi o gli altri parassiti che possono arrivare attraverso l'acqua: dall'ameba alla giardia”. Le conseguenze, prosegue l’esperto, possono andare da mal di pancia, diarrea e vomito alla febbre alta fino a patologie più importanti, anche gravissime, a carico di alcuni organi.
Intanto però, nonostante le preoccupazioni di atleti ed esperti, le gare nella Senna continuano. Toccherà anche ai nuotatori di fondo (tra cui l’italiano Gregorio Paltrinieri), chiamati a percorrere in quelle acque ben 10 chilometri.