Paragoni
L'Nba arriva a Parigi 2024: il Dream Team verso il debutto con il Brasile
Il basket americano debutta nella capitale francese dopo che la Germania guidata da Dennis Schröder e Franz Wagner ha battuto la Grecia di Hiannis Antetokounmpo. Resta da vedere se la squadra può essere migliore di quella del 1992
L’Nba è arrivata in città. Dopo esser stato esiliato a Lille, il torneo di basket è finalmente approdato a Parigi per la fase finale. Là dove fino a ieri si esibivano Simone Biles e le nostre fate, sono arrivati gli assi con le migliori otto squadre del torneo zeppe di giocatori Nba (ce n’erano 78 nelle 12 squadre qualificate). Giannis Atentokounmpo questa mattina ha già salutato la compagnia con la sua Grecia, battuta dalla Germania campione del mondo in carica (76-63), per la prima volta nella sua storia in semifinale ai Giochi, guidata da Dennis Schröder che ha segnato l’ultima tripla tirando dalla Torre Eiffell e Franz Wagner, due giocatori in arrivo dal campionato più famoso del mondo. E dicendo famoso, non sosteniamo bello, perché in Eurolega spesso si gioca un basket migliore, certamente meno spettacolare, meno atletico, meno veloce, ma spesso più bello da vedere. Il nuovo Dream Team farà il suo esordio parigino contro il Brasile dopo aver passeggiato nella prima fase con tre vittorie sempre oltre i 100 punti senza mai spingerete sull’acceleratore come si capisce vedendo che tra i migliori dieci marcatori della prima fase non c’è nessuno degli americani anche se Lebron svetta nella classifica degli uomini con la miglior percentuale al tiro da 2 punti (81% con 17 su 21).
La domanda che si fanno in tanti è: questo Dream Team può essere migliore di quello originale del 1992 a Barcellona, quello che aveva messo insieme Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, Berkley, Ewing e Robinson, il primo a portare le grandi stelle del basket professionistico ai giochi. Quella è stata la squadra che ha sdoganato il termine Dream Team ed è diventata il termine di paragone per tutti. Lebron dopo la sconfitta di Atene (bronzo), si è rifatto a Pechino e Londra, ma dopo aver saltato Tokyo, eccolo ancora qui per la sua last dance olimpica. Il 30 dicembre compirà 40 anni, si appresta a giocare di fianco a suo figlio scelto dai Lakers (e da chi se no?), ma prima ha voluto fortemente far parte della squadra Olimpiza, anzi si racconta che sia stato proprio i lui a convincere Stephen Curry, Kevin Durant, Anthony Davies ad accettare la sfida di cui fa parte anche una delle stelle annunciate del futuro come Anthony Edwards. “Guardavo a sinistra e c’era Michael Jordan, guardavo a destra e trovavo Barkley e Karry Bird, non sapevo priorio a chi passare la palla”, racconta Magic ricordando quell’estate spagnola che ha segnato un’epoca”.
Chi dei giocatori dai oggi avrebbe giocato in quella squadra? Certamente Lebron, molto probabilmente Curry e Anthony Edwards che fin qui è stato il miglior marcatore del team con 16,7 punti a partita. Come dice coach Dan Peterson: “Lui è il futuro, si diverte a giocare è sicuro di sè, è strepitoso”. Ala piccola, da Atlanta dove è nato esattamente 23 anni fa, dal 2020 gioca con Minnesota, ha recitato anche al cinema in un film baskettaro, Hustle, un lavoro prodotto da LeBron James e Adam Sandler. Naturalmente ogni risultato diverso i dall’oro sarebbe una clamoroso boomerang per la squadra statunitense diretta da Steve Kerr. Alla Serbia non basta Jokic e alla Francia non basta Wembanyama per essere all’altezza. Certo la Germania sta impressionando per concretezza e in certi momenti anche senso dello show.