Olimpiadi

Il salto nel futuro di Mattia Furlani

Umberto Zapelloni

L'azzurro si prende un bronzo con un volo di 8,34 metri a soli 19 anni. Quarant'anni dopo il bronzo di Evangelisti a Los Angeles, il salto in lungo ci regala un’altra medaglia con un ragazzo che tra quattro anni, proprio a Los Angeles, partirà da protagonista

Il ragazzo del futuro ha anticipato i tempi, atterrando nel presente dopo un volo lungo 8,34 che lo ha fatto planare sul bronzo, prima medaglia dell’atletica azzurra a Parigi, trentunesima giornata di fila in cui, da Rio 2016, ne portiamo a casa almeno una. Mattia Furlani, con quel mappazzone di riccioli sulla testa, a 19 anni ha saltato con la freddezza di un veterano piazzando subito il suo salto da medaglia. Quarant’anni dopo il bronzo di Evangelisti a Los Angeles, il salto in lungo ci regala un’altra medaglia con un ragazzo che tra quattro anni, proprio a Los Angeles, partirà da protagonista. Sempre che non decida di provarci con il salto in alto, di cui da junior era stato campione.

Mattia, la medaglia più giovane dell’Italia negli ultimi 100 anni, arriva da Marino con il papà che è un ex saltatore in alto, mentre la mamma Katy Seck, nata in Tunisia, è una ex velocista figlia di un diplomatico senegalese, al seguito del quale arrivò in Italia a 16 anni. Mattia, baby poliziotto, si è appena diplomato al liceo scientifico sportivo, deve ancora prendere la patente (va a trovare la fidanzata Giulia Colonna, velocista romana, in autobus) e arrivava a Parigi da primatista mondiale under 20 e con l’argento europeo al collo.

“È stato incredibile, ci ho creduto sino alla fine, è stata l’emozione più grande che abbia ricevuto dalla mia vita. Credo sia stata una delle migliori gare tecniche della carriera. Sono contento sia venuta fuori una serie del genere, non ho parole, così come per il lato emotivo… Non ho parole, a Budapest l’anno scorso ho finito diciottesimo e ora sono sul podio... Servono tempo ed esperienza, bisogna dare tempo ai giovani, non solo a me, per raggiungere i risultati. Devo dire grazie a mia madre. alla mia ragazza, a tutti quello che mi hanno sostenuto in questi anni. Erano qui, li ho abbracciati. È stato bellissimo”. In famiglia tutti ci hanno provato con l’atletica (lui aveva giocato anche e basket), la sorella Erika, 28 anni, vice iridata under 18 nel 2013 e bronzo europeo under 23 nel 2017 nel salto in alto, il fratello Luca faceva il lunghista come lui.

“Volevo subito entrare nella gara, l’atmosfera era quella giusta. Nessuna pressione, emozione - racconta - Ho trovato il feeling che cercavo con la rincorsa e lì ho capito che tutto era possibile. Lo so, ho studiato: da 40 anni l’Italia maschile non andava sul podio nel lungo. Spero che questa medaglia spinga tutti i miei compagni: io tifo Italia. Voglio dedicarla anche a Gimbo, la sua voglia di non mollare è una ispirazione. Ha avuto giorni difficili, ma come sempre saprà andare oltre, ci stupirà. Lui è il nostro supereroe, io non ho festeggiato in pista con il gesto di Spiderman, ero troppo concentrato. Dopo invece mi veniva solo da piangere. Il mio salto? Alla De Rossi, daje!". Lo attendono le vacanze, in tatuaggio con i cinque cerchi e poi… il futuro è suo, anche se sembra essere già arrivato.

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