Olimpiadi
Paltrinieri vuole nuotare oltre la Senna
Dopo le due medaglie in piscina, Greg è solo 9° nel fondo. Tanta la fatica dopo le bracciate nel fiume, ma il suo show non finisce qui
Se c’è un atleta italiano che assomiglia a Superman, è Gregorio Paltrinieri. Lui non vola, nuota. Ma è dai Giochi di Londra che lo fa e nelle ultime edizioni ha conquistato almeno una medaglia. A Rio, a Tokyo dove ha dovuto battere anche la mononucleosi e anche a Parigi dove è arrivato alla soglia dei 30 anni che compirà il 5 settembre ha completato un medagliere personale che parla di un oro, due argenti e due bronzi. Sognava di aggiungerci qualcos’altro nuotando nella Senna. Ci credeva anche il presidente Malagò che si era prenotato per la premiazione trovandosi poi a consegnare oro, argento e bronzo a due ungheresi ed un tedesco. All’Italia era rimasta la solita medaglia di legno di Domenico Acerenza attaccato al podio fino allo sprint finale dopo 10 chilometri nel fiume color bronzo (per non dire di peggio) dove non si tufferebbe più in vita sua. Greg non aveva mai nuotato in un fiume. È arrivato a questa gara con una preparazione forse più adatta alla piscina (che è andata decisamente bene) e si è trovato in difficoltà a nuotare con la corrente a favore. “Non riuscivo a fare la mia nuotata, mi trovavo molto meglio contro corrente, peccato che mezza gara fosse con la corrente a favore che però a me non è piaciuta, ho fatto cinque chilometri appesi ad un filo pronto a rompersi da un momento all’altro. Fossero stati 10 chilometri controcorrente ce l’avrei anche potuta fare. Ho fatto tantissima fatica e non ho mai potuto gestire nulla”.
Alla gara nella Senna ci teneva, nonostante tutte le polemiche: “Non direi che è stata una follia farci gareggiare visto che i valori erano buoni, certo è strano che sia stata sempre oltre i limiti, tranne che nei giorni delle gare… Noi abbiamo seguito una profilassi per difendersi e speriamo…”. Lo scenario è stato spettacolare, soprattutto per chi non doveva buttarsi… “Venendo qua volevo puntare su tutte e tre le gare - racconta - però tante volte la coperta è un po’ corta e la preparazione di indirizza da una parte, lasciandoti un po’ corto dall’altra parte. Fino a stamattina speravo di potercela fare, ma quando ci siamo buttati ho capito che gli altri erano di un altro livello e lo vedevo mentre nuotavo. Loro facevano cose che a me richiedevano tantissima fatica… Un mese fa a Belgrado avevo vinto gli Europei di Belgrado di 20 secondi. Questa non era proprio la mia gara, ho fatto troppa fatica. Sono stato lì fino agli ultimi chilometri, ma sono stato lì sputando sangue. All’ultimo rifornimento io mi sono fermato perchè ne avevo bisogno e speravo mi deve la spinta, ma poi ho visto che loro avevano preso 20 metri di vantaggio… con la corrente a favore dove io non riuscivo a nuotare. Lì si è creato il buco decisivo…”.
La sua è comunque stata un’Olimpiade da ricordare. “Mi dò un voto alto. Mi voglio dare 9, se avessi preso anche l’ultima medaglia sarei arrivato al 10. Però ho fatto una grande Olimpiade. Ho lottato in tutte le gare, non mi sono mai tirato indietro. Trovo qualcosa di bello anche nel fondo, nonostante il nono posto. In piscina però ho fatto qualcosa di incredibile, sono andato vicino ai miei personali a 30 anni. Sono fiero di quello che ho fatto”. Adesso si apre la porta sul futuro. A 30 anni che cosa farà Gregorio Paltrinieri? “La mia decisione per ora è stata quella di non decidere. Aspettavo di finire le gare per vedere se mi sarebbero piaciute o no. Mi sono piaciute e quindi…. Ho bisogno di tempo per rifiatare. Non posso certo ricominciare subito perché mentalmente non potrei farcela. Adesso ho bisogno di farmi per un po’ i fatti miei, poi vedremo. Se dovessi continuare, cosa che non escludo, magari valuterò di ridurre il programma perché non posso più fare tutto. Ma se decido di proseguire, lo farò pensando a qualcosa di grande, ad un’altra edizione dei Giochi. Oggi non posso ancora dire che Parigi sia stata la mia ultima Olimpiade”. Lo stesso pensiero di Rosella, la sua compagna, che ha detto di voler continuare a tirare di scherma fino a Los Angeles (“Scommetterei più su di lei che su di me”). L’Italia ringrazia, ma intanto sogna di vedere un giorno qualche erede di questi fenomeni per continuare a raccogliere medaglie. Intanto se arriveranno a Los Angeles il Coni non avrà difficoltà a scegliere i prossimi portabandiera. “Se me lo promettono vado avanti di sicuro”, scherza Greg, rimettendosi il suo costume da Superman.
Il Foglio sportivo - In corpore sano