parigi 2024

La maratona è un inno a Parigi

Mauro Zanon

Dalla Rive Droite a Versailles e ritorno attraverso la storia della città

Le meravigliose immagini della prova di ciclismo su strada del 3 agosto, vinta dal campione belga Remco Evenepoel, 273 chilometri nell’Île-de-France, tra natura, tratti in pavé e arrivo in volata al Trocadéro, sono ancora scolpite negli occhi di chi sta seguendo le Olimpiadi di Parigi 2024. Un momento della gara, in particolare, ha suscitato grandi emozioni: quando il peloton guidato da Evenepoel ha scalato rue Lepic, a Montmartre, arrampicandosi sulla Butte verso la Basilica del Sacro Cuore, mentre da un lato e l’altro della strada folle di parigini in estasi e appassionati venuti da tutto il mondo incitavano i ciclisti a correre verso le medaglie. Un fotografo canadese, Bilal Aouffen, appostato in un edificio con vista su rue Lepic, ha immortalato l’istante in cui gli spettatori sventolavano in trance bandiere francesi, chi dalla strada, chi dalle finestre, avanzando un paragone con un dipinto di Claude Monet risalente al 1878, “La Rue Montorgueil, à Paris. Fête du 30 juin 1878”. Come suggerisce il nome dell’opera, non era rue Lepic a essere rappresentata, ma è la stessa folla vivace, lo stesso clima di gioia e entusiasmo popolare che Monet ha catturato. Oggi e domani, le due maratone, maschile e femminile, saranno un altro inno a Parigi e alla sua storia, con gli atleti e gli spettatori protagonisti di un quadro in movimento. Il percorso delle gare, lungo 42.195 km, passerà infatti accanto a molti dei monumenti più rappresentativi della capitale francese. 

Si partirà dall’Hotel de Ville, sede del Comune di Parigi guidato da Anne Hidalgo, la sindaca socialista che assieme alla gollista Valérie Pécresse, presidente dell’Île-de-France, e al capo dello stato, Emmanuel Macron, ha messo da parte le proprie simpatie politiche per fare squadra, presentarsi davanti al Cio, e ottenere le Olimpiadi estive nella capitale a cent’anni dall’ultima edizione. Lo stemma di Parigi, reso ufficiale dal barone Haussmann nel 1853, è composto dall’immagine di un battello e dalla locuzione latina “fluctuat nec mergitur”, che significa “galleggia ma non affonda”: un motto che accompagnerà i maratoneti durante tutto il loro tragitto. Dopo la partenza, rive droite, gli atleti attraverseranno il centro di Parigi, rue de Rivoli, rue du Louvre, place de la Bourse e place Vendôme, una delle cinque places royales della capitale, fatta costruire da Luigi XIV, il Re Sole, per ospitare la Biblioteca Reale e le Accademie, e dove oggi, al centro, troneggia la Colonna di Austerlitz, modellata sulla Colonna Traiana di Roma. Costeggiando il giardino di Tuileries, tra il Louvre e la Concorde, i maratoneti seguiranno le rive della Senna, passando in rassegna il pont Alexandre III, teatro delle gare di triathlon e ciclismo, e il Grand Palais, l’edificio Art Nouveau che ha ospitato le sfide di scherma e di taekwondo, fino alla porte de Saint-Cloud, dove si trova il Roland Garros, a sud-ovest di Parigi. Lì, gli atleti inizieranno il loro viaggio attraverso il dipartimento degli Hauts-de-Seine passando per Boulogne-Billancourt, oggi sobborgo chic, ma fino ai primi anni Novanta conosciuta come sede dei grandi impianti produttivi della casa automobilistica Renault, e per il famoso discorso di Sartre dell’ottobre 1970, quando invitò gli operai a unirsi agli intellettuali “come nel Diciannovesimo secolo”.

Il percorso continuerà verso ovest, fino a Versailles, che in queste due settimane ha fatto da cornice alle prove di equitazione. Davanti alla reggia, sede del potere politico del regno di Francia dal 1682 al 1789, emblema della monarchia assoluta durante l’Ancien Régime, e ancora oggi utilizzata da Macron per i grandi ricevimenti, gli atleti faranno un demi-tour per riprendere la via di Parigi. Sfioreranno le rive della Senna a Issy-les-Moulineaux, per poi risalire i quai rive gauche fino alla Torre Eiffel, dirigersi verso il boulevard des Invalides e concludere la loro maratona sull’esplanade antistante l’Hôtel che custodisce la tomba di Napoleone Bonaparte. Una delle ispirazioni del percorso è la Marche des Femmes dell’ottobre 1789, quando una folla di più di 7000 parigini, capeggiati dalle donne dei mercati, marciò sulla città reale di Versailles per chiedere al re pane e riforme politiche. “È un vero e proprio omaggio a un momento chiave della storia della Francia e della Rivoluzione francese. La marcia fu un evento popolare, femminile e rivoluzionario che ha segnato la storia della Francia contemporanea: diverse migliaia di donne marciarono su Versailles per riportare il re e la sua famiglia a Parigi, in un momento in cui la carestia minacciava la capitale. Luigi XVI non lasciò mai più Parigi e firmò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, cosa che si era precedentemente rifiutato di fare”, ha spiegato il Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici. 

La volontà di valorizzare le donne in questi Giochi Olimpici parigini si riflette anche nella decisione di chiuderli proprio con la maratona femminile. “La maratona femminile dopo quella maschile, come evento finale dei Giochi, è altamente simbolica. Perché soprattutto nella maratona, c’è voluto molto tempo affinché le donne potessero partecipare, affinché i leader e l’opinione pubblica accettassero che potessero correre gare di questo tipo”, ha spiegato la storica dello sport francese Florence Carpentier. “La storia dei primi Giochi Olimpici moderni, che si sono svolti ad Atene nel 1896, è segnata da questo aspetto. Una donna cercò di partecipare alla maratona. Fu respinta e le fu impedito di iscriversi. E ciò è continuato per tutto il Ventesimo secolo: molte donne hanno lottato per ottenere il diritto di correre, e per molto tempo si è ritenuto che il loro fisico non permettesse loro di correre gare come la maratona. È dunque molto importante per Parigi 2024 mettere in risalto la maratona femminile in questo modo”, ha aggiunto Florence Carpentier. Simboli, valori, storia, sport uniti sotto il cielo di Parigi, la capitale scintillante delle Olimpiadi moderne.

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