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Il foglio sportivo

Ma come sono belli i Giochi dell'Italia delle donne

Umberto Zapelloni

Errani, Paolini, Fate, Farfalle e spadiste. Quanti ori delle ragazze azzurre. Aspettando la pallavolo

La bellezza delle nostre ragazze si riflette nell’oro che si portano a casa da Parigi, la città dell’amore dove tante atlete azzurre hanno riempito il nostro medagliere e fatto innamorare i tifosi sul divano. Dalle ragazze del tennis, Sara Errani e Jasmine Paolini, fino a quelle della pallavolo che devono ancora completare l’opera, ma sono già nella storia, passando per le signore della scherma (con l’oro della spada all’argento del fioretto) e per Fate e Farfalle che hanno incantato il mondo nelle due competizioni di ginnastica, ritmica e artistica con l’oro di Alice D’Amato alla trave. Senza dimenticare Alice Bellandi nel judo e Marta Maggetti che a Marsiglia ha domato il vento e le avversarie con il suo windsurf o quelle ragazze che hanno giocato in coppia aiutando i loro compagni a conquistare l’oro nello skeet, come Diana Bacosi o sul Nacra 17 come Caterina Banti.

 

Questa era un’edizione dei Giochi in cui la nostra spedizione aveva quasi raggiunto la parità di genere con 208 uomini e 195 donne e ancora una volta il Coni aveva scelto di dividere la bandiera tra un uomo e una donna con Gimbo Tamberi e Arianna Errigo. Tutto studiato con il bilancino per non scontentare nessuno. Poi si va in campo, in piscina, nella Senna o dovunque si sia assegnata una medaglia e la caccia all’oro delle nostre signore non ha avuto paragoni. Il totale alla fine premierà probabilmente gli uomini che hanno fatto incetta di argenti e bronzi, ma le nostre signore, qualcuna anche mamma, ci hanno regalato storie e vittorie da incorniciare. Sulla pedana della scherma ci aspettavano l’oro delle fiorettiste arrivate fin qui dopo aver dominato il mondo e monopolizzato il mondiale di Milano e invece abbiamo trovato la spada nell’oro con  Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi, Alberta Santuccio e Mara Navarria, protagoniste in una serata magica in cui siamo riusciti a battere i francesi in un Gran Palais dove continuavano a cantare la Marsigliese. Un successo con un tocco di romanticismo perchè l’oro di Rossella Fiamingo è arrivato quasi in contemporanea con la medaglia del suo fidanzato, Gregorio Paltrinieri in piscina. È stata una delle serate magiche dell’Olimpiade, come quella sulla terra rossa del Roland Garros dove aspettavamo Sinner e abbiamo trovato Musetti, ma soprattutto abbiamo incoronato Sara Errani e Jasmine Paolini in quella che è la medaglia di due generazioni, con Sara che ha 37 anni e Jasmine 28. La Errani che in doppio ha vinto tutti i tornei dello slam, teneva alla medaglia olimpica più di tutto. E una volta rimasta senza compagna per i raggiunti limiti di età di Roberta Vinci, ha fatto un pressing straordinario su Jasmine per convincerla ad accettare la sfida olimpica. Un’operazione riuscitissima che ci racconta che cosa sia lo spirito olimpico. La voglia di portarsi a casa una medaglia anche quando hai il salone pieno dei trofei di Wimbledon, New York, Melbourne e della stessa Parigi. Un oro olimpico non ha prezzo come è sembrato di capire anche dalla gioia di Nole Djokovic che raramente è stato felice come quando ha conquistato l’Olimpiade battendo uno degli uomini del futuro, Alcaraz, dopo che qualche giorno prima aveva eliminato anche l’uomo del passato, Rafa Nadal.

 

Ma il bello forse deve ancora venire. Il volley femminile non aveva mai conquistato una medaglia olimpica (così come quello maschile non è mai arrivato all’oro) e domani avrà la possibilità di chiudere i Giochi con un sigillo che renderebbe Velasco e le sue ragazze i volti copertina di questi giochi al femminile (Martinenghi e Ceccon sono, poter ora i Tamberi e Jacobs di Parigi). Julio Velasco si è seduto su decine di panchine maschili e femminili, ha vinto dovunque, ma vederlo commosso mentre abbracciava le sue giocatrici dopo aver battuto la Turchia, assicurandosi comunque l’argento, ha dato un senso a questi Giochi parigini. Con il suo staff insuperabile (Barbolini e Bernardi) ha fatto cambiare testa alle ragazze, ha trasformato quella che era una casa inaccogliente per la nostra stella bizzosa, Paola Egonu, in un rifugio accogliente dove, seguendo il mantra del “Qui e adesso”, ha perso un solo set in tutto il torneo olimpico. Velasco ha convinto le ragazze a non pensare agli errori, ma a guardare sempre al punto successivo. Cancella quelli gravi bollandoli come fake news e azzera i sensi di colpa. Vuole che le ragazze si gridano questa finale con gli Stati Uniti, portandosi dietro quell’inevitabile mal di pancia fino alla prima battuta. Hanno già scritto la storia, ma possono completarla dandole una mano di colore dorato che la renderebbe ancora più bella. Come questi Giochi parigini, cominciati con mille timori e arrivati trionfalmente fin qui. Peccato solo quello che è successo sul ring della boxe con Angela Carini che è stata battuta dal frastuono social e politico più che dal cazzotto di un’avversaria. Nei Giochi delle donne azzurre ci sarebbe stato bene un finale diverso anche per lei.