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la finale

Oltre le polemiche. Così Imane Khelif si è presa l'oro e il pubblico di Parigi

Alberto Facchinetti

La pugile ha vinto la sua finale davanti a 15 mila spettatori che l'hanno sostenuta per tutto il match. Dietro al suo successo c'è Pedro Diaz, l'allenatore cubano che ha permesso all'algerina di fare il salto di qualità. Stasera tocca a Yu Ting Lin, la ragazza di Taipei che ha una storia molto simile a quella di Khelif

Ieri sera, poco prima di mezzanotte, al centrale del Roland Garros sembrava di essere in un film sportivo degli anni ottanta con l'intero stadio che ha iniziato a urlare tutto insieme lo stesso nome. I quasi 15 mila spettatori venuti qui a vedere la boxe hanno tifato per Imane Khelif e la sua storia, dopo giorni di polemiche in cui si è ipotizzato che la ragazza di Tiaret fosse nata maschio, soprattutto per via della squalifica della Iba, che con il Cio ha ormai rotto, agli scorsi mondiali. Il Court Philippe-Chatrier era pieno di algerini, giovani residenti in Francia con sulle spalle la bandiera del Paese nordafricano. Ma anche i turchi, i francesi e i coloriti messicani si sono schierati con lei.

C'era anche qualche italiano, che come sempre a questi Giochi è sembrato più tiepido di altri: gente che aveva preso il biglietto in anticipo per l'oro previsto di Abbes Mouhiidine il quale invece è uscito, anche lui tra mille polemiche ma queste volta soprattutto sportive, contro il peso massimo che ieri sera ha poi portato a casa la medaglia d'oro. L'oro se l'è messo al collo anche la Khelif dopo un bel match, dominato, contro la cinese Liu Yang, con la quale a fine incontro si è stretta in un abbraccio liberatorio. 

Poi sulle spalle del suo Maestro per i festeggiamenti attorno al ring. Proprio l'allenatore è forse il segreto del suo successo. Pedro Diaz è un cubano, ora naturalizzato americano, che ha vinto dentro e fuori dal proprio paese natale, siamo con quella di ieri alla medaglia olimpica numero 22. È uno di quelli che ti trasforma la boxe, che sa tirarti fuori il meglio anche psicologicamente. Ha lavorato (e talvolta vincendo mondiali) anche con pugili professionisti come Miguel Cotto, Guillermo Rigondeaux, Roamer Alexis Angulo, Filip Hrgovic. È stato accanto alla ragazza in questi giorni complicati, come si è stretta attorno all'atleta tutta l'Algeria.

"Sono una donna, come tutte le altre. Sono nata donna. Ho vissuto come una donna. Ho partecipo ai Giochi olimpici, per me un sogno, come donna. Non ci sono dubbi a riguardo. Ci sono solo i nemici del successo, io li chiamo così. Sono nemici del successo e questo dà alla mia medaglia d'oro un sapore ancora più speciale", ha detto ieri Imane nella dolce notte parigina.

Probabilmente ora passerà professionista e ha tutte le caratteristiche per fare bene anche lì.

Nella prima fase della carriera era una pugile che vinceva e perdeva, con parecchi difetti sul ring. Poi pian piano è cresciuta e in questi Giochi olimpici di Parigi non ha trovato avversarie in grado di impensierirla più di tanto. E anche a livello psicologico ha tenuto duro.

Ha trovato a Parigi un pubblico che le è stato accanto, non così è stato per tutte le avversarie, in primis Angela Carini che ha abbandonato il match dopo pochi secondi e due pugni presi. Nel professionismo potrebbe trovare un ambiente diverso, non sempre così "olimpico". Ma la Khelif ha dimostrato di avere il carattere. 

Prima del match l'ex campione del mondo Francesco Damiani, qui come secondo voce per la Rai, era seduto su una panchina all'esterno dell'impianto per godersi la splendida atmosfera. "È stata una brutta storia sin dall'inizio - ha detto l'attuale head coach della categoria Elité della Nazionale italiana - la ragazza algerina meritava più rispetto. È soltanto una brava pugile al pari della cinese".

Stasera, sempre al Roland Garros, combatterà Yu Ting Lin, ragazza di Taipei che ha una storia molto simile alla Khelif. Anche lei infatti è stata squalificata all'ultimo mondiale per eccesso di testosterone. È arrivata alla finale con Julia Szeremeta, decisamente a fari spenti rispetto all'algerina (l'episodio che ha fatto scattare la miccia mediatica è stato proprio il match con la Carini). Vedremo come verrà accolta stanotte. Quali saranno le bandiere e i cori predominanti. Qualche italiano sparso tra la folla ci sarà anche oggi, visto che è prevista anche la finale della categoria di Irma Testa, come Abbes uscita al primo turno da gran favorita, con la boxe italiana che da Parigi se ne è andata con le ossa rotte. A differenza di Imane Khelif, campionessa olimpica dei 66 kg.

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