Il foglio sportivo
Tra una settimana sarà già tempo di Serie A con tante novità
Cosa aspettarci dal campionato italiano dopo due settimane monopolizzate da altri sport
Gli sguardi del mondo sono rivolti a Parigi, compresi quelli italiani. Le bracciate di Ceccon e Martinenghi, le acrobazie di D'Amato, le volée di Errani, la precisione di Rossetti e Bacosi, le traiettorie impreviste di Maggetti sono state protagoniste di un palinsesto ricco, decorato e senza concorrenza. Come nella pax televisiva durante la settimana di Sanremo, non c'è nulla che possa distogliere gli occhi dai campi di beach volley sotto la Tour Eiffel, o dal magnifico Grand Palais. Neppure dalla sporca Senna. Figurarsi un calciomercato in cui Juve e Inter si sfidano per Cabal e le amichevoli, con l'eccezione del Milan, hanno abbandonato la velleità di replicare il calcio vero nelle tournée scintillanti in America o in Asia, mentre i giocatori rientrano alla spicciolata dopo i tornei con le nazionali. Eppure, quando domani si spegnerà il braciere in mongolfiera, ci si renderà conto di come manchi appena una settimana all'inizio del campionato. Di nuovo.
Ci si accorgerà delle novità. Poche, anche perché devono ancora accadere, ma non irrilevanti. Thiago Motta ha talmente tanta carta bianca a disposizione da aver messo fuori rosa Federico Chiesa, il giocatore che tre anni fa trascinava l'Italia alla vittoria dell'Europeo, impresa che, nella speranza di molti, avrebbe potuto ripetere anche un mese fa. La Juve è una delle società più attive sul mercato, ma senza il figlio d'arte (e Soulé) si presenta molto incompleta in attacco. Aumenta però la curiosità per il nuovo allenatore, capace di prendersi responsabilità notevoli con scelte così drastiche.
A proposito di nuovi tecnici e dei loro desideri, Antonio Conte non è ancora riuscito a portare Lukaku a Napoli. Il centravanti belga è la risposta della Serie A a Netflix. Il protagonista di una serie che, ogni stagione, si assume il compito di animare il mercato italiano con la scelta della sua prossima squadra. Un prodotto che, come tutti i copioni spremuti all'infinito, si trascina un po' stancamente, tenuto in vita dai guizzi degli autori. Stavolta hanno previsto che il suo predecessore, Victor Osimhen, non riceva offerte di mercato degne di nota. Il nigeriano, protagonista dello scudetto del 2023, nella scorsa stagione ha firmato un rinnovo di contratto ricchissimo con la promessa di essere liberato. Nessuno però al momento ha bussato con insistenza alla porta di De Laurentiis. Senza finanziatori, persino la nuova edizione di “Romelu in Italy”, giusto per restare in tema Parigi, rischia di saltare.
L'Inter è finalmente uscita di scena da questa trama. Eppure ai nerazzurri farebbe comodo un altro attaccante. Con il nuovo Taremi già infortunato, così come il vecchio Arnautovic, nell'esordio a Genova si dovrebbe ripartire ancora da Thuram e Lautaro, appena rientrati dalle vacanze. Alle loro spalle il ritorno di Correa dal prestito non è la più esaltante delle premesse. Morata e Pavlovic hanno invece rilanciato quelle del Milan, sempre molto cadenzato nel colmare le lacune della sua rosa. Risolte le questioni centravanti e difensore, rimangono ancora quelle del terzino destro e del mediano: i nomi di Fofana e di Emerson Royal sono sempre lì sul tavolo, in attesa che acquirente o venditore facciano un passo verso l'altro.
Se a Milano non c'è fretta nel cambiare, a Roma invece si sta assistendo a rivoluzioni tecniche e di metodo. La Lazio ha concluso la smobilitazione del suo ciclo precedente, privandosi di Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson dopo Milinkovic-Savic. Dai raffinati palleggiatori di Sarri (e del breve intermezzo Tudor), agli strappi dei vari Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru. Un cambio di registro sotto la guida di Baroni, per la riproposizione della story-line dell'allenatore di provincia alle prese con l'occasione della vita dopo una lunga gavetta. Alla Roma si devono invece alcuni dei guizzi principali dell'estate: gli acquisti di Soulé e Dovbyk del nuovo ds Ghisolfi sono una netta inversione di tendenza rispetto alle estati portoghesi con Pinto e Mourinho. Non più grandi nomi in disuso da prendere al discount delle occasioni in prestito, ma giovani su cui puntare a lungo termine, a costo di spendere per i cartellini.
Spende anche l'Atalanta che, dopo aver accolto la scommessa Zaniolo, compra Retegui per sopperire al terribile infortunio di Scamacca. Spalletti, a questo punto, tiferà per la Dea. Il Bologna, tra Dallinga e Logan Costa, sembra aver trovato nel Tolosa la fonte per scovare i nuovi Zirkzee e Calafiori. Qualcuno non gradirà il ritorno dallo spirito di De Coubertin alle polemiche da Var, ma in fondo queste Olimpiadi hanno dimostrato come le indignazioni per rigori ed espulsioni valgano anche per stoccate di fioretto e cartellini di judo.