Il prossimo campionato
Le novità tattiche della nuova Serie A
Tutti costruiranno dal basso, ma verranno rivalutati i dribblatori. Che cosa ci racconterà di nuovo la Serie A che sta per ripartire? Quali saranno le tendenze di gioco?
Fra le novità che dobbiamo aspettarci ci sarà l’ulteriore ricorso alla costruzione dal basso. Sono passati esattamente cinque anni da quando, nel luglio del 2019, l’IFAB (International Football Association Board, l’ente che decide sulle regole del calcio) ha reso giocabile la palla dal momento della battuta, consentendo alla squadra che effettua la rimessa dal fondo di poter tenere i propri giocatori all’interno dell’area di rigore.
Questa nuova regola ha cambiato il gioco come non accadeva dall’estate 1992, cioè da quando venne modificata la norma sul retropassaggio al portiere. In questa stagione, con l’uscita di scena di Ivan Juricć (ex allenatore del Toro) anche l’ultimo, strenuo difensore di una insistita costruzione diretta (per intenderci, quella col rinvio lungo del portiere) ha lasciato la massima serie.
Così, tutte le venti partecipanti a questo campionato proveranno a impostare dal basso. E questo vale anche per quei tecnici (come ad esempio Luca Gotti e Marco Baroni) che nello scorso campionato, pur non utilizzandola in via esclusiva, erano stati costretti dalle situazioni (soprattutto dalla mancanza di qualità tecnica fra i difensori) a ricorrere spesso alla palla alta.
Una fase ragionata di uscita dal basso presenta indubbi vantaggi, come ad esempio quello di allungare il campo aumentando gli spazi che gli avversari devono difendere e questo perché chi attacca può sfruttare il terreno di gioco nella sua interezza. In questo senso, si assisterà ad un ampliamento dell’utilizzo del portiere nella prima fase di possesso, con i numeri 1 che saranno chiamati ad impostare fuori dell’area di rigore.
Per contrastare questo tipo di approccio, le squadre in difesa di solito ricorrono ad una forte pressione uomo contro uomo. A tal proposito, c’è da aspettarsi un aumento dell’intensità del pressing. I dati dell’ultima stagione (secondo quanto raccolto dall’account X @CalcioDatato) descrivono la Serie A come il terzo dei cinque grandi campionati europei per indice PPDA (passes per defensive action), vale a dire la metrica che appunto quantifica l’intensità del pressing sulla base del numero di passaggi concessi negli ultimi due terzi di campo alla formazione in possesso.
Più basso è questo indice e più è forte il pressing. Ebbene, l’anno scorso la Serie A (con un dato di 11.9) è stata complessivamente meno intensa di Liga (11) e Ligue 1 (11.1) ma più intensa di Premier (12.2) e Bundesliga (12.6). Quest’anno questo dato potrebbe migliorare ulteriormente, visto che le tre neopromosse (formazioni che solitamente, dopo qualche mese, mettono in pratica un atteggiamento guardingo) sono guidate da allenatori fautori della pressione alta come Cesc Fàbregas (Como), Fabio Pecchia (Parma) e Eusebio Di Francesco (Venezia).
Dal punto di vista offensivo si assisterà ad un incremento nella ricerca del dribbling. Con il moltiplicarsi delle formazioni che orientano il pressing sull’uomo infatti la capacità di superare in dribbling il diretto avversario diventa fondamentale per far saltare dispositivi difensivi che non prevedono copertura. Anche contro chi difende con blocchi bassi (negli ultimi trenta metri di campo), la soluzione individuale risulta essere l’arma tattica privilegiata per aprire dei varchi.
Vedremo quindi schierati in campo un numero sempre maggiore di calciatori abili a dribblare. E questo tanto per le grandi che per le cosiddette piccole. Avere più specialisti del dribbling in rosa significa infatti avere maggiori possibilità di poter creare superiorità numerica.
L’immediata conseguenza dell’innalzarsi del numero di giocatori in grado di battere il proprio marcatore porterà poi molte squadre a sviluppare un’organizzazione difensiva mista, vale a dire una che, ad una prima fase di pressione forte, faccia seguire una seconda con una difesa di reparto. Se il primo pressing venisse saltato la squadra difendente dovrà essere abile a riposizionarsi collettivamente in inferiorità numerica.
In pratica, si assisterà ad uno sviluppo dell’intelligenza tattica dei giocatori del blocco difensivo, che dovranno mostrarsi in grado di passare indifferentemente da un sistema di marcature individuali ad uno di reparto.