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Gli scacchi presi con filosofia

A Spilimbergo 451 giocatori e il mito vivente Topalov

Massimo Adinolfi

Ad Abu Dhabi, attirati dai petrodollari, non vanno solo i calciatori. E’ in corso in questi giorni un fortissimo open, e in campo ci sono anche un paio di giovani GM italiani, Francesco Sonis e Lorenzo Lodici. A Saint Louis, grazie ai quattrini del mecenate Rex Sinquefield, è di scena uno degli eventi più attesi dell’anno, l’ultimo torneo a tempo lungo del Grand Chess Tour. Grazie alla straripante vittoria nella fase rapid e blitz, Alireza Firouzja ha scavalcato Fabiano Caruana in testa alla classifica generale. Ma, dollari a parte, la settimana scorsa è stata anche quella del 22° torneo internazionale di Spilimbergo, che ha stabilito il nuovo record di partecipazione in Italia, avendo allineato ai nastri di partenza, nelle diverse categorie, 451 giocatori. Che significa quasi quindicimila pezzi schierati sulle scacchiere del torneo. Eserciti, insomma. A celebrare l’evento, l’ex campione del mondo Veselin Topalov, un mito vivente degli scacchi, elegante e signorile, che ha tenuto una simultanea dimostrativa contro venti avversari sotto la loggia di piazza Duomo. Tra i Grandi Maestri presenti spiccava su tutti il nome di Daniel Dharda, belga, elo 2609, ma anche quelli di alcuni tra i maggiori giocatori italiani in circolazione: Sabino Brunello, Pier Luigi Basso, Alberto David. La vittoria è  andata al ventiduenne iraniano Gholam Orimi Mahdi, testa di serie numero 5.

Non vi basta? Questa settimana si è giocato anche a Dortmund, in un altro grande evento internazionale, mentre è tuttora in pista Hans Niemann, di cui abbiamo parlato lunedì scorso. Niemann ha sconfitto Giri e ora se la sta vedendo contro Nikita Vitiugov. Poi sarà la volta di Bacrot. L’estate scacchistica è così: si gioca tantissimo, e dopo il Covid si gioca ancora di più, con numeri record di tesserati, almeno nel nostro paese (oltre ventimila). Si gioca ad altissimi livelli, ma anche in tornei amatoriali, in assolate domeniche all’aperto. L’ultima domenica, col torneo semilampo di Padula, la città della splendida Certosa di San Lorenzo, con più di 70 partecipanti arrampicatisi sul cucuzzolo del paese. 

 

Ma appunto: torniamo sulle vette. Non è bello ricordare un grande campione per una sconfitta, e Topalov, con il suo record di 2826 punti Elo – quinto, nella classifica di tutti i tempi – grande campione lo è stato davvero; ma quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario di una delle partite più famose di sempre, l’Immortale di Garry Kasparov, giocata proprio contro Topalov a Wijk aan Zee il 20 gennaio 1999, ed è impossibile non menzionarla. Perciò eccovi la sequenza finale di una sarabanda durata venti mosse, cominciata con due sacrifici di Torre consecutivi e proseguita con una spettacolare caccia al Re Nero.

La partita: KASPAROV-TOPALOV, Wijk aan Zee 1999
Il Bianco esegue una dopo l’altra due mosse superlative, e vince

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