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Il Foglio sportivo

Alla Serie A non importa proprio della Nazionale

Michele Tossani

Dopo il tonfo agli Europei nulla è cambiato: gli italiani schierati dalle 20 squadre sono più o meno gli stessi di un anno fa

Sono passati poco meno di due mesi da quel 29 giugno 2024 nel quale l’Italia venne battuta dalla Svizzera ed eliminata dai campionati europei. Nei giorni successivi a quella disfatta, giornali, salotti televisivi e anche gli amici del bar parlarono di quel fallimento cercando di individuarne i colpevoli, secondo prassi usuale quando gli Azzurri vengono meno a un appuntamento importante.
Così, i responsabili vennero via via identificati in Luciano Spalletti (il maggior indiziato da noi è sempre l’allenatore), nel fatto che i ragazzini ormai non giocano più per strada (evidentemente le ragazze giocano tutte a pallavolo nelle nostre piazze oppure i nostri ragazzi affollano le piscine, visti i successi olimpici di Parigi) o nell’eccessivo numero di stranieri che popolano le rose delle squadre di Serie A.


Quest’ultimo punto è stato particolarmente dibattuto e quasi tutti si sono detti concordi nell’affermare che il bacino di talento dal quale può pescare Spalletti è alquanto ridotto. Cosa si è fatto per rimediare a questo problema? In realtà… nulla. Se guardiamo i dati infatti non molto è cambiato rispetto a un anno fa.
Prendiamo per esempio la prima giornata della scorsa Serie A. Ebbene in quella circostanza i giocatori italiani scesi in campo furono 106, dei quali 28 da subentrati (equivalente al 26.41 per cento). Nella prima giornata di questo campionato i numeri sono stati praticamente identici, con 100 azzurrabili scesi in campo, 24 dei quali uscendo dalla panchina (per un facile calcolo percentuale del 24 per cento).


Come si evince, non c’è stato nessun miglioramento rispetto a un anno fa. La squadra più virtuosa, da questo punto di vista, è risultata essere il Monza. Alessandro Nesta, tecnico dei brianzoli, ha infatti schierato dall’inizio sul disastrato campo di Empoli ben otto italiani: Pizzignacco, Izzo, Caldirola, Birindelli, Pessina, Samuele Vignato, Daniel Maldini e Petagna, inserendo poi a gara in corso anche Gagliardini e Caprari, per un totale di dieci potenziali azzurri.
Fra le altre formazioni degne di nota ci sono il Cagliari di Nicola (con 7 titolari e una riserva), la nuova Lazio di Baroni (6 titolari e un subentrato) e il Napoli di Conte (5 in campo dall’inizio ed un sesto entrato in corso d’opera).Dietro la lavagna, per il loro scarso contributo alla causa azzurra, il Milan di Paulo Fonseca, con il solo Davide Calabria ad aver calpestato il terreno di San Siro nella sfida contro il Torino.


Al di là dei numeri, l’aspetto più interessante della vicenda è che nessuno ne abbia parlato. I problemi della nazionale e del calcio italiano sono finiti… in soffitta, in attesa di essere tirati nuovamente fuori in caso di ulteriori débâcle degli Azzurri.
D’altra parte la Nazionale interessa a pochi. Se ne parla soltanto se manca una qualificazione a Mondiali o Europei o se fa fiasco in una di queste competizioni. Per il resto, quando ricomincia la stagione dei club, l’unico pallone che conta è quello della propria squadra del cuore. Ma sempre al secondo gradino nell’interesse collettivo, dietro al calciomercato… 

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