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Il Foglio sportivo

Ambra Sabatini la rivoluzionaria, ci riprova

Paola Arrigoni

La velocista azzurra, già oro paralimpico a Tokyo 2020, sarà portabandiera a Parigi: “La prima sfida è sempre contro me stessa”

È lì. Quando attraversa il tunnel. In quello spazio che precede l’entrata sulla pista di atletica nei grandi eventi internazionali. In quegli istanti prima di sentire il boato del pubblico, Ambra Sabatini, la velocista paralimpica più forte del mondo, prende coscienza di “dove sono e di quello che sto andando a fare. Ci sono solo io e riesco a godermi veramente tutto, mi diverto proprio”. Una sensazione che prosegue fino al blocco di partenza. Poi, “niente, c’è solo la gara”.
Parigi 2024 (da mercoledì 28 agosto a domenica 8 settembre) sarà la sua seconda Paralimpiade. Arriva dopo un’edizione giapponese dei Giochi che l’ha vista brillare in una finale storica per lo sport italiano. Quando l’unica bandiera ad alzarsi durante la consegna delle medaglie è stata il tricolore. Sabatini, Caironi, Contrafatto: nei 100 metri femminili T63 (la loro categoria) il podio è tutto italiano. Una storia che si ripete. Quel 13 luglio 2023. Parigi, Mondiali di atletica. Le “tre meraviglie” dello sport italiano infiammano la capitale francese portando la coccarda tricolore sul podio, e con questo anche il vento rivoluzionario della diversità. Non solo. È un vento rivoluzionario che arriva anche da un numero molto caro a Sabatini. Per la prima volta nella storia una donna amputata sopra il ginocchio abbatte il muro dei 14’’ nei 100 metri. Ci riesce lei. A soli 21 anni e appena quattro anni dopo l’incidente che portò all’amputazione: 13”98. È record del mondo per la toscana che fra qualche giorno, da portabandiera, farà sventolare quel tricolore proprio sotto il cielo di Parigi.


Lo sport è stato un po’ il suo compagno di vita. “Babbo mi ha educato alla pratica sportiva e ai valori e l’importanza dello sport per la crescita sin da piccola, è stata una figura principale per me – racconta Ambra – Mi ha sempre detto che lo sport è una palestra di vita e da lì ho preso le sue parole per affrontare le sfide più grandi”. Come quella del 5 giugno 2019. Papà Ambrogio la stava accompagnando in scooter agli allenamenti di atletica. Faceva mezzofondo Ambra all’epoca. Il tragitto di tutti i giorni per le strade dell’Argentario. Dopo scuola. Questa volta però un’auto invade la corsia per il sorpasso prendendoli completamente. Un elicottero la porta al Careggi di Firenze dove i medici le amputano la gamba sinistra. “Il mio primo pensiero? L’atletica. È stato subito quello”. In ospedale si informa sui vari tipi di protesi e sulle tecniche di corsa per amputati. “Il mio cruccio non era quello di aver perso una gamba, ma di non avere più il ginocchio perché guardando un po’ in giro avevo visto che le amputazioni sotto correvano meglio”. Nonostante questo, inizia da subito a lavorare per tornare al mezzofondo. Poi qualcosa cambia. “Facevo fatica a correre le lunghe distanze così ho provato ad accorciarle. E devo dire che sono soddisfatta di questa scelta, anche perché adoro lo sprint”. 


I 100 metri sono la sua gara. Anzi, sarà un po’ la gara di tutti noi. Probabilmente la più attesa di queste Paralimpiadi francesi. “A Parigi andrò con una consapevolezza diversa, mi porto dietro molti più anni di esperienza rispetto a Tokyo”. Le ultime però non sono state settimane facili per Sabatini. Una forte tosse le ha impedito di allenarsi per più di un mese provocandole anche una frattura a due costole. “È stato uno degli ostacoli più difficili che abbia dovuto affrontare nella mia carriera”. Ma ora è tornata. E con lei anche gli obiettivi. “Mi piacerebbe fare un nuovo record del mondo a Parigi, come ho fatto in ogni grande manifestazione internazionale”. Il focus rimane comunque quello di migliorare e migliorarsi. “Vivo la gara come una sfida contro me stessa. Non penso a quello che fanno le mie avversarie perché nel momento in cui non mi focalizzo su me stessa, è lì che perdo la concentrazione”. Anche perché è questo il bello dell’atletica. Della velocità. “Non risparmia nessuno, c’è solo il cronometro”.

La sua sarà una delle ultime gare di questa Paralimpiade di Francia. Per vedere le treccine castane, che sono il suo rito principale insieme alle unghie colorate, correre in pista bisognerà aspettare il 7 settembre. Prima però, c’è un’altra data fondamentale per la sprinter. Che rimarrà in quei “giorni che ricorderò per sempre”. Tra le luci degli Champs-Elysées e Piazza della Concordia, “il sogno nel cassetto” di Ambra diventerà realtà: “Essere portabandiera porta con sé una serie di responsabilità che vanno oltre la competizione sportiva. Darò il massimo per trasmettere i messaggi dello sport e rappresentare l’Italia in sia in pista che fuori”. Insieme a Luca Mazzone guiderà una delegazione azzurra storica, la più numerosa di sempre con 141 atleti e atlete a competere in 17 sport. Lo farà in quella che si preannuncia essere una Cerimonia d’Apertura rivoluzionaria e unica nel suo genere. Lei, unica e rivoluzionaria.