Il Foglio sportivo - Il ritratto di Bonanza
Jannik Sinner? Parliamo di buon senso
Di casi di presunto doping se ne sono visti molti nel mondo dello sport, nella maggior parte dei casi con esiti amari, se non drammatici: il fattore umano incide più di ogni cosa in episodi come questi, dove lo spirito critico spesso scarseggia
In generale non scrivo mai di fatti di cui non conosco tutti i dettagli (se non quelli ufficiali), ma faccio un’eccezione parlando del caso Sinner. Mi affido a una scienza poco riconosciuta, quella del buon senso, per scagionare nuovamente il tennista italiano più forte della storia, già assolto dall’agenzia internazionale del tennis che indaga sull’integrità degli atleti (Itia). Trascuro i particolari tecnici che ormai conoscete e mi occupo del fattore umano mettendo in relazione il caso Sinner al caso Koopmainers.
Le due vicende non sono così distanti come potrebbe sembrare, perché in entrambi i casi sempre di medicina parliamo, e soprattutto di comportamenti. Koopmainers ha presentato all’Atalanta ben tre certificati medici in cui parla di stress, sottraendosi ad allenamenti e partite. Nel frattempo i suoi procuratori si sono mossi sul mercato per piazzare l’olandese alla Juventus. Sinner era risultato positivo al Clostebol, due volte, il 10 e il 18 marzo scorsi, durante e dopo il torneo di Indian Wells. A Sinner vengono rilevate nelle urine tracce di Clostebol per meno di un miliardesimo di grammo. Ripeto, meno di un miliardesimo di grammo. Sapete qual è stata la difesa di Sinner, e ognuno può credergli o meno.
Io mi chiedo, può un atleta in cima al mondo compromettere in maniera consapevole la sua immagine per così poco? Aggiungo, visto quello che è successo dopo: può un uomo continuare a vincere come ha fatto Sinner, pur sapendo che la sua carriera sarebbe stata, in tempi brevi, letteralmente demolita, in caso di dimostrata responsabilità? Sono domande retoriche a cui ovviamente chi vi scrive ha già risposto. Poi chiedo a voi, tribunale dei lettori, come giudicate il comportamento di Koopmainers, e quello di molti altri che fanno come lui? Il giocatore olandese ha ancora tre anni di contratto con l’Atalanta, a circa due milioni di euro a stagione. È la gemma preziosa di una delle squadre più forti d’Europa, eppure vuole andarsene (legittimo), forzando però la mano con mezzucci da rinvio militare (quando si faceva). Altro che Clostebol! Questa storia è solo l’ultima a raccontarci come il mercato sia stato consegnato completamente nelle mani dei procuratori, i quali, approfittando di dirigenti senza idee e presidenti assenti (o essenti), si divertono a prendere in giro il prossimo, portando i milioni fuori dal calcio. Va bene questo? Forse dovremmo rivedere il nostro modo di guardare la vita, giudicando i furbi mentre osserviamo le stelle. E mentre una di questa cade, esprimere un desiderio: fa che domani, sulla mia strada, incontri almeno lo spirito critico, adesso che anche il semplice buon senso è volato via.