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"Non può esserci una F1 senza Gp in Italia, ma servono investimenti", dice Stefano Domenicali

Umberto Zapelloni

Il patron della Formula 1 applaude la prima parte dei lavori all'autodromo di Monza. Ma avvisa: "Ormai non basta la storia, bisogna investire sulle infrastrutture e fare il secondo passo. Abbiamo bisogno di certezze sulle date dei nuovi lavori"

La Formula 1 piace ai bambini, alle donne e agli africani, ma non è interessata a entrare a far parte del movimento olimpico. Alla vigilia del secondo Gran premio italiano in calendario, Stefano Domenicali, il grande capo dello sport più veloce che c’è, prova a fare un po’ il punto partendo da un campionato che non è mai stato così incerto come quello di quest’anno con i Mondiali ancora aperti e sette piloti che hanno già vinto almeno una gara. “Arrivando non mi sembrava neppure di essere a Monza. Hanno mantenuto le promesse e realizzato la prima parte dei lavori con il nuovo asfalto e i sottopassaggi necessari a snellire il traffico. Adesso resta da fare tutto il resto con nuove tribune e nuovi spazi per le hospitality. Non può esserci una Formula 1 senza Gran premio in Italia, ma ormai non basta la storia, bisogna investire sulle infrastrutture e fare il secondo passo. Abbiamo bisogno di certezze sulle date dei nuovi lavori, mentre dal punto di vista economico credo non ci saranno problemi. L’Aci e il governo sanno quanto vale oggi un Gran premio”.

Domenicali non crede che l’Italia possa investire su due gare, su Monza e su Imola. Applaude anche Imola (la città dove è nato, mentre Monza è la città di sua moglie Silvia), apprezza il progetto che gli è stato presentato, ma teme sia necessario un investimento privato per proseguire. Le gare rimarranno 24, ma magari dal 2026 aumenteranno le sprint, intanto si sta valutando di organizzare una sprint a fine campionato per i giovani piloti, così da aiutarli a maturare. Tra i paesi che vorrebbero la Formula 1 spunta una sorpresa: “L’unico continente che ci manca è l’Africa. Avevamo avuto qualche contatto con il Sud Africa, ma ora chi ha dei piani e vuole investire è il Ruanda. Non è una cosa imminente, ma le intenzioni sono serie”.

La Formula 1 continua a piacere. “I dati ci confermano un aumento dell’interesse tra i giovani e le ragazze. Pensate che abbiamo dovuto chiedere al nostro merchandising di produrre cappellini e magliette per i bambini e la stessa kids tv sta avendo successo…”. E dire che Domenicali confessa di aver temuto un’implosione nel periodo del Covid: “Mi ha sorpreso la velocità della crescita. Per la Formula 1 il Covid poteva essere uno spartiacque negativo, potevamo chiudere il Mondiale. Il rischio di non riuscire a ripartire era alto, invece abbiamo investito tanto e mettendo insieme una nuova strategia commerciale, di comunicazione e sportiva e abbiamo avuto un effetto così dirompente che mi ha colpito. Eravamo convinti di quello che offrivamo, ma rispetto ad altre piattaforme sportive abbiamo avuto una crescita decisamente impetuosa”. E l’anno prossimo arriverà il botto con Lewis Hamilton sulla Ferrari: “Da un punto di vista comunicativo ne abbiamo già visto gli effetti. Sicuramente le prime foto di Lewis vestito di rosso faranno il giro del mondo. Il peso di questa responsabilità sarà ancora più grande. Per la Formula 1 è una mega notizia che richiamerà l’attenzione anche di chi prima non era interessato. Pensate a quello che possono mettere insieme il mondo Ferrari e quello così diverso di Hamilton. Dal punto di vista comunicativo sarà qualcosa di esplosivo. E sarà importante che segua anche l’aspetto sportivo perché il rischio è che si crei un boomerang difficile da gestire. La Ferrari avrà la responsabilità di seguire un campione che vuole finire la sua carriera vincendo e lasciando il segno a Maranello, cosa che hanno fatto in pochi”.

Intanto per noi italiani c’è già un appuntamento importante venerdì mattina quando Andrea Kimi Antonelli esordirà in F1 sulla Mercedes di Russell: “Il suo debutto suscita molto interesse. Ci rende orgogliosi e felici perché un ragazzo di 18 anni non solo debutta in Formula 1, ma diventa uno dei punti di riferimento di una squadra come la Mercedes. È un ragazzo che ha tantissimo talento, è un bravissimo ragazzo, ha una bellissima famiglia. È una bella notizia e non solo per noi italiani. Se tutto va come ha detto Toto lui rappresenta il futuro di uno dei team più forti. Non mettiamogli sulle spalle troppa pressione, lasciamo che approfitti delle opportunità che ha per maturare in fretta sul campo. Finalmente un italiano, è difficile spiegare perché accada solo ora. Il mondo del karting italiano è un riferimento per tutti, abbiamo ottime squadre nelle formule minori come Prema e Trident… Non credo dipenda dalla Ferrari che attrae tutti gli investimenti. Forse è più un tema di talento. Ma l’arrivo di Antonelli può ispirare altri ragazzi, dimostrando che anche gli italiani possono arrivare al vertice”. Largo ai giovani (“Importante che l’anno prossimo ci possano essere 4 esordienti”) sulle tribune e in pista. La Formula 1 non è più uno sport per vecchi.

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