Foto Ap, via LaPresse

Paralimpiadi

È iniziata la “rivoluzione inclusiva” dei Giochi paralimpici di Parigi 2024

Paola Arrigoni

La sfilata degli atleti dagli Champs-Elysées fino a Place de la Concorde e la scossa che queste paralimpiadi cercano di dare a una società che si ripromette di essere inclusiva, ma che rimane invece piena di pregiudizi e barriere

Eccoci. Nel regno del paradosso. Ci siamo entrati con una cerimonia d'apertura che rimarrà storica. “Vogliamo uno spettacolo rivoluzionario, che lasci il segno”, così aveva commentato il direttore artistico delle cerimonie Thomas Jolly. Gli atleti e le atlete delle 184 delegazioni partecipanti hanno sfilato dagli Champs-Elysées fino a Place de la Concorde dove si è svolto lo spettacolo finale. È stata una cerimonia molto attesa. Così come lo sono questi Giochi che si ripromettono di essere rivoluzionari e unici allo stesso tempo.

 

È una Parigi che le aspettava queste Paralimpiadi. Finalmente il vento della rivoluzione “silenziosa”, come l’ha definito il presidente del Comitato paralimpico internazionale Andrew Parsons, è arrivato anche qui. Sono già più di 2 milioni i biglietti venduti per gli eventi. L’obiettivo è quello di superare Londra 2012 che detiene ancora il record assoluto con 2.7 milioni di spettatori. Difficile, forse. Le premesse però sono buone. Ci si aspetta tanto da questa edizione francese dei Giochi. Sia dal punto di vista sportivo che dell’impatto e della legacy, eredità, che potranno avere. I valori che incarna il Comitato paralimpico sono stati al centro sia delle campagne di promozione che della cerimonia che portava un secondo motto: “Dalla discordia alla concordia”, giocando un po’ anche sul nome della piazza parigina dove si è conclusa. Si sottolinea la forza e la creatività con cui gli atleti e le atlete paralimpiche, i ribelli e le ribelle, superano le sfide quotidiane. Le azioni del singolo per una scia collettiva che mira a rincorrerlo il vento di rivoluzione paralimpica.

     

Foto Ap, via LaPresse  
    

Rivoluzione che ha come simbolo i tre agitos, le tre gocce, che stanno incorniciando tutta la città di Parigi. E che sono arrivati molto tempo fa. Per la prima volta nella storia dei Giochi gli agitos paralimpici sono stati inseriti contemporaneamente ai cerchi olimpici. Come quelli che illuminano l’Arc de Triomphe. "Sono orgoglioso di vedere gli Agitos in cima all'Arc de Triomphe: siamo il primo paese ospitante dei Giochi a metterli in mostra simultaneamente rispetto ai cerchi olimpici. D'ora in poi, tutti potranno ammirarli nel cuore della Capitale e, il 28 agosto, l'Avenue des Champs-Elysées diventerà l'Avenue dei Giochi Paralimpici", aveva detto Tony Estanguet, presidente di Parigi 2024. Tre gocce che rappresentano e incarnano a tutto tondo lo spirito paralimpico. Dove non arriva il corpo arriva la mente. E dove non arriva la mente arriva lo spirito. Simbolo di un movimento intorno a un punto centrale, quello del comitato paralimpico, che ha l’obiettivo di raggruppare tutti gli atleti e le atlete. Senza discriminazione.

     

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Gioia, entusiasmo e grande attesa quindi per questa edizione francese dei Giochi. Ma non solo. C’è anche una provocazione. A cui si rimanda proprio il concetto di “paradosso” della cerimonia. Tra una società che ripromette di essere inclusiva, ma che rimane invece piena di pregiudizi e barriere. E che queste Paralimpiadi cercheranno invece di scardinare. Entriamo ai Giochi con il claim “Paradox” e ne usciremo con quello di una “rivoluzione inclusiva” citata dal presidente Parsons. L’augurio e la speranza è che si rafforzi questo continuum tra Giochi Olimpici e Paralimpici che Parigi ha cercato di creare dal primo giorno. E si sa, quando si parla di rivoluzioni e ribellione, non c’è città migliore di questa.

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