Kimi Antonelli (foto LaPresse)

Formula 1

Ferrari, motori e Kimi Antonelli. Così Monza aspetta il Gran premio

Umberto Zapelloni

Domenica si corre il Gran premio d’Italia di Formula 1. Quest'anno però l'interesse è alto già sin dal venerdì per il debutto in Mercedes del pilota italiano

La caccia è già iniziata mercoledì pomeriggio in centro a Milano, quando Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno dovuto firmare centinaia di autografi su cappellini, magliette, fotografie e corpi umani. È la follia che contagia i ferraristi quando arriva il Gran premio d’Italia. Una follia che si allarga a tanti altri piloti, anche a Max Verstappen che a chi tifa Ferrari proprio simpatico non è. C’è poi chi da grande avversario si è trasformato nell’uomo del domani come Lewis Hamilton e quando arriva lui, nonostante il look sempre stravagante (oggi un po’ più sobrio di altre volte), l’applausometro impazzisce. Era già amato quando correva contro la Ferrari, figuratevi adesso che sta per vestirsi di rosso. Anche se a dire il vero per l’occasione gli uomini in rosso si sono vestiti di nero. Tutte, caschi e abbigliamento pre gara di Leclerc e Sainz sono diventati neri, come i numeri delle loro monoposto. Un tributo alla fibra di carbonio, assicurano da Maranello e non a Hamilton.

Quest’anno poi c’è un motivo in più per invadere l’Autodromo Nazionale fin dal venerdì: in FP1 la Mercedes di Russell verrà infatti guidata da Kimi Antonelli, il neo 18enne più veloce che c’è, al suo debutto in una sessione ufficiale su una vettura di Formula 1 e non una qualsiasi, ma una Mercedes. È l’uomo del futuro candidato a prendere il posto di Hamilton l’anno prossimo. La Mercedes lo segue e lo sponsorizza da quando era un bambino, domenica scorsa è diventato maggiorenne e il regalo più bello è stato convocarlo per le prove del Gran premio. Un inizio.

Intanto vicino alla direzione di gara è stato inaugurato un monumento dedicato ad un grande pilota italiano, Michele Alboreto a cui è stata intitolata anche la Parabolica. Michele a Monza era diventato pilota cominciando a gareggiare con le formula minori, era un idolo di questo autodromo. È giusto onorarlo con un monumento che riprende i colori del suo casco, il suo mitico numero 27 e il tanto rosso della Ferrari. Lo ha realizzato Lorenzo Martinoli ed è piaciuto molto anche alla moglie Nadia e alla figlia Noemi. Dà un senso di velocità. Sabato verrà ricordato un altro pilota italiano, anzi monzese, Vittorio Brambilla. Un altro eroe di questa pista. Tutti esempi per baby Antonelli che sta cominciando la sua favola.

Il Censis ci ha raccontato che il Gran premio d’Italia vale 142 milioni, una cifra che potrebbe anche salire migliorando i servizi che accompagnano la gara perchè è lì che bisogna guardare considerando che più di 30 milioni dalla biglietteria sarà difficile incassare anche se il progetto prevede tribune nuove, più confortevoli e attrezzate (insomma non ci sarà bisogno di fare code infinite per un bagno o una bottiglia d’acqua). Il prezzo dei biglietti che è già cresciuto parecchio è destinato a salire ancora come in tutti gli sport. Ma il Censis consigliava di muoversi anche altre direzioni per aumentare il business. Monza intanto a pensato di mettere in vendita il vecchio asfalto. Ne sono stati realizzati 1922 esemplari con quello della piazzola della pole position (a 399 euro) e 5739 con altre parti della pista (149 euro). Ben confezionati e numerati. Un vecchio tifoso vedendoli ha detto: ma io mi sono preso in un blocchetto dal mucchio di asfalto che c’era là fuori qualche settimana fa… Un messaggio per chi sogna di trasformatore il Gran premio d’Italia in un evento soprattutto per vip o big spender. Non sarà semplice, anche Liberty Media vorrebbe trasformare tutto il Mondiale in una grande Las Vegas. Arriveranno anche quelli disposti a spendere e spandere, magari in elicottero, magari gli stessi che vanno in spiaggia da Briatore, ma la Monza vera resta quella dei ragazzi in coda da stamattina fuori dall’Hotel di fronte alla Villa Reale dove alloggia la maggior parte dei piloti. Loro cercano e trasmettono passione. Possibilmente senza doverci investire uno stipendio.

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