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I campioni delle altre Olimpiadi

A Elisabetta Mijno mancava solo la freccia d'oro. È arrivata

Umberto Zapelloni

Dopo quattro olimpiadi ricche di medaglie di argento e oro, è a Parigi che conquista quella più prestigiosa insieme Stefano Travisani nel tiro con l'arco

A Elisabetta Mijno mancava solo l’oro. In tre Paralimpiadi aveva infilato la sua freccia in due argenti e un bronzo che aveva centrato anche qui a Parigi nella gara individuale di tiro con l’arco. Poi, all’ultima freccia della gara in coppia con Stefano Travisani, ecco che arriva anche la medaglia più pregiata. E il pianto di gioia. Elisabetta ha compiuto 38 anni a gennaio e da quando ne aveva cinque è paraplegica a causa di un incidente automobilistico. Ha cominciato con l’arco da bambina, incuriosita da alcuni vicini di casa. Ha iniziato anche a fare un gesto particolare, appoggiandosi la corda dell’arco sul naso prima di scoccare la freccia.

Non ha più smesso di tirare frecce, ma nel frattempo è diventata medico chirurgo, specializzata in ortopedia e traumatologia con una predilezione per la chirurgia della mano che pratica da seduta al Cto di Torino, un’ispirazione che le è veduta quando da bambina voleva “aggiustare” le mani della nonna.  E’ stata ai Giochi di Londra, Rio, Tokyo e ora a Parigi. “La squadra è un concetto che trovi solo nello sport o in pochissime altre realtà”, dice. E aver vinto l’oro in coppia, anche se non con il marito, arciere come lei, glielo ha confermato.