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La bulimia dell'Uefa finirà col distruggere i calciatori
Qualcuno mi spieghi l’utilità della Nations League in un calendario dove c’è pure la nuova Champions
Maledetta, fottuta pausa per le Nazionali di inizio settembre. Uno non fa in tempo ad abituarsi al ritorno del calcio serio – parlo della Premier League, of course – che subito lo rimpiazzano con l’orrendo surrogato della Nations League, un torneo di cui non frega niente a nessuno, (dai giocatori ai tifosi passando per sponsor e televisioni), utile solo a Cristiano Ronaldo per aggiornare il record di gol, ai giornalisti per alimentare la rubrica “strano ma vero” con le imprese di San Marino che vince una volta ogni vent’anni sempre contro il Liechtenstein, e ai tifosi per bestemmiare a ogni infortunio subìto dai giocatori del proprio club. Mbappé ha dichiarato qualche giorno fa che quando ha vinto il trofeo farsa dell’Uefa ha provato la stessa sensazione che provo io quando non tracanno la mia bionda: niente. Perché insistere a propinarcela?
La bulimia dell’Uefa arriverà prima o poi al redde rationem: i giocatori non ne possono più di giocare così tanto, molti reduci dall’Europeo hanno detto di non essere riusciti neppure a staccare mentalmente dagli impegni calcistici, e viene voglia di dare ragione a Rabiot che invece di fare la preparazione con qualche squadra è stato settimane con le palle a mollo sul suo yacht. Perché spremere i migliori a non staccare mai? Non si rendono conto che alla lunga pure noi appassionati non ne possiamo più di vedere tutte queste partite giocate da calciatori stremati? La Fifpro, l’unione mondiale dei calciatori, ha studiato l’enorme carico fisico a cui è stato sottoposto Jude Bellingham nel corso della sua carriera e ha evidenziato come il numero delle sue presenze superi di gran lunga quello di giocatori inglesi paragonabili a lui del passato. Alla sua età Wayne Rooney aveva giocato 40 partite in meno delle 251 di Bellingham, Owen 156 e Gerrard appena 93. Una sovraesposizione che alla lunga danneggia fisico e mente dei calciatori, che sembra però destinata ad aumentare invece che diminuire.
Oggi un calciatore che gioca in una big europea ha in un anno meno di un giorno a settimana libero (e no, non venite a dire la solita cazzata del “con tutti i soldi che prendono non si lamentino”). Il danno della nuova Champions League è fatto, ma potremmo iniziare abolendo la Nations League. Prima però fateci giocare a Dublino contro l’Irlanda questa sera, anche solo per vedere la polizia irlandese mettere in atto “l’operazione Dearóil” per evitare incidenti tra tifosi prima e dopo la partita: gli agenti di Dublino, cito dal Telegraph, “metteranno a frutto la propria esperienza nel controllo degli addii al celibato per mantenere l’ordine tra i tifosi questo fine settimana” (speriamo ci sia qualche spogliarello). Come se questo non bastasse, la polizia ha chiesto ai supporter inglesi di “rispettare la cultura locale” ma non si è spinta fino a chiedere di evitare i cori contro il Papa e l’Ira per paura che il divieto abbia l’effetto contrario: si limiteranno quindi a vietare la vendita e consumazione di alcolici in strada. Lo vedete anche voi che la Nations League è inutile, no?
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