Il Foglio sportivo
Tronchetti scende in pista, in campo e in mare: un weekend di successi
“Sul podio con Charles Leclerc, che emozione! L’Inter gioca benissimo. Luna Rossa ha tutto per vincere”: la triade sportiva del vicepresidente esecutivo di Pirelli ha reso il suo fine settimana decisamente memorabile, ma ora si punta tutto sulla Coppa America
L’Inter che passeggia sull’Atalanta, Luna Rossa che comincia nel migliore dei modi la sua avventura a Barcellona e alla fine addirittura Leclerc che vince a Monza il Gran premio d’Italia. Non è stato un weekend normale quello vissuto a fine agosto da Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli con lo sport da sempre nel cuore. L’Inter, la vela e la Formula 1 per anni hanno unito il business e la passione, oggi l’Inter resta solo un affare di cuore, mentre la sfida di Luna Rossa e l’impegno in Formula 1, prorogato fino al 2027, sono ancora attività, per così dire, aziendali. Domenica scorsa era sul podio di Monza a consegnare uno dei trofei ideati da Pirelli che era title sponsor della gara. Non era la prima volta che saliva sul podio più bello del Mondiale, ma non gli era mai capitato di salirci dopo una vittoria Rossa. “È stata un’emozione totalmente diversa arrivarci dopo una vittoria della Ferrari. L’entusiasmo della gente visto dal podio era quasi commovente. Sono stati bravissimi, la Ferrari e Leclerc hanno fatto un lavoro straordinario e un po’, lasciatemelo dire, anche la Pirelli perché i nostri pneumatici hanno avuto una durata straordinaria… a Charles non ho detto nulla perché era giusto lasciarlo ai tifosi, lasciare che si godesse quel momento straordinario”.
Quei giri finali da vivere con il cuore in gola. “Ho cominciato a crederci quando ho capito che avrebbero effettuato una sola sosta, ma con qualche preoccupazione anche se già nel Gran premio precedente la Ferrari si era comportata bene in gara, facendo un buon lavoro al muretto. Avevo una certa fiducia nel box e nella capacità di gestire situazioni complesse”. Una domenica perfetta che deve essere un punto di partenza: “L’augurio di tutti, della Formula 1, della Ferrari e dell’Italia è che sia la vittoria della svolta definitiva, ma il campionato mai come quest’anno è così equilibrato e bellissimo per chi ama questo sport. La Ferrari sta dimostrando di essere competitiva, le McLaren hanno un passo migliore in gara, le Red Bull hanno perso smalto, le Mercedes ancora non hanno recuperato. In questa fase il team da battere è la McLaren, ma abbiamo visto che facendo un lavoro straordinario si può fare”. Un Mondiale di Formula 1 così combattuto non lo si vedeva da anni. Una sfida in più per chi porta le gomme per tutti. O forse no… “Per noi non cambia avere un campionato combattuto oppure no perché dobbiamo sempre ricercare il massimo delle prestazioni in omogeneità con tutti i concorrenti. L’impegno più grande che abbiamo è guardare al 2026, l’anno in cui cambieranno le regole”. Uno sguardo al futuro è d’obbligo. Tronchetti è stato un estimatore di Hamilton ben prima che la Ferrari ne annunciasse l’ingaggio: “Hamilton è un grande campione, oltre che un grande personaggio con un impatto mediatico enorme. Credo che possa crearsi un team formidabile tra una persona più esperta e una più giovane. Gestire due campioni nella stessa squadra non è facile. Ma sono due campioni di età diversa e possono giocare insieme una bella partita”. Il futuro della Formula 1, parlerà finalmente anche italiano: “L’arrivo di Antonelli alla Mercedes è una bella notizia perché è un personaggio interessante. Ha le qualità e l’età che lo aiuteranno a poter essere un grande protagonista di questa Formula 1”.
Dalla Formula 1 gommata a quella sui mari. Pirelli è anche al fianco di Luna Rossa: “Abbiamo un team molto consolidato, Max Sirena ha fatto un lavoro straordinario creando una squadra formidabile con una barca che cammina. Lo si è visto fin dalle prime regate. La barca è molto competitiva. Ogni tanto si vince e ogni tanto si perde, ma l’importante è vincere alla fine in Coppa America dove non c’è un secondo e conta solo arrivare primi. Quello che ha fatto Patrizio Bertelli in più di vent’anni di sfide è stato incredibile perché ha permesso all’Italia di avere diverse generazioni di velisti, nati con il lavoro duro e difficile di queste sfide. In America's Cup si gioca contro se stessi per tre anni, poi si va in acqua a giocarsi tutto in un mese e mezzo o due”. Tronchetti è già stato a Barcellona a godersi qualche regata: “Ho visto una bella atmosfera, un bell’entusiasmo alla base di Luna Rossa. Questa è una formula che piace e coinvolge anche gente che poco o nulla sa di vela e la grafica aiuta tutti a capire quello che succede”. La vela porta alla mente i due ori olimpici arrivati da Tita e Banti e dal windsurf di Marta Maggetti. Che ricordi olimpici ha presidente? “Le ragazze della pallavolo e quelle della ginnastica. Sono un po’ i simboli di un’Italia che sta cambiando a livello internazionale e si è piazzata ancora tra i migliori. Credo vada riconosciuto il merito del Coni e di Giovanni Malagò di aver fatto un lavoro straordinario in questi anni”. Un lavoro che potrebbe non bastare per la riconferma, visto che se la legge non cambierà, avremo un nuovo presidente del Coni. “Entriamo in dinamiche che vanno oltre le mie competenze, ma io posso ribadire che ha fatto con passione e successo un lavoro straordinario”.
Dove l’azzurro ha deluso è stato agli Europei: “Quello che è mancato alla Nazionale in Germania è stata l’anima. Quello che ha sorpreso tutti è stata la rassegnazione dei nostri giocatori, la mancanza di leadership. Vediamo se Spalletti riuscirà a dare un’anima a questa squadra perché la Nazionale spesso ha vinto pur avendo qualità inferiori agli avversari perché con uno spogliatoio forte e la motivazione si può”.
Prima di Giochi ed Europeo c’era stato un altro italiano notevole: “Sinner è un campione, ma noi italiani siamo abituati e non solo nello sport a portare i protagonisti dall’altare alla polvere in pochissimo tempo. Credo meriti fiducia. Con lui abbiamo avuto un eccesso di entusiasmo prima e un eccesso di critica poi”.
Dulcis in fundo, qualche chiacchiera sulla sua Inter: “La qualità del gioco dell’Inter contro l’Atalanta è stata davvero notevole. Già l’anno scorso giocava un bel calcio, il migliore del campionato. Quello che si è visto anche con l’Atalanta è che i giocatori continuano a divertirsi dal primo all’ultimo minuto. Esprimere passione e mantenere alto l’impegno fino alla fine è la prima condizione per vincere”. Inzaghi ormai va considerato tra i migliori allenatori d’Italia? “Ormai è tra i grandi allenatori italiani, lo si vede dalla continuità che è riuscito a dare al gioco. Adesso è sorretto anche da un grande presidente che sa sempre come muoversi. L’abbinata Marotta-Inzaghi sta dando risultati straordinari con grande qualità. Partendo da Lautaro che è il capitano ed è il portabandiera dell’Inter, una categoria a parte, i simboli di questa squadra sono Barella tra gli italiani e Calhanoglu tra gli stranieri”. Laggiù a Napoli si rivede una strana coppia che aveva fatto sognare il numero uno di Pirelli: “Conte è un grande allenatore, Lukaku grazie anche a Conte può trovare gli stimoli per tornare quello che era. Il Napoli e la Juve al momento sembrano le avversarie più pericolose per l’Inter, ma siamo solo all’inizio. Il Milan è in difficoltà e mi spiace perché è bello battere il Milan quando è forte, batterlo quando è troppo debole non dà gusto”.