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Sinner vince gli Us Open e ci dimostra che aveva ragione lui (come sempre)
L'altoatesino conquista il secondo slam dell'anno, dopo le polemiche sul forfait alle Olimpiadi e per la positività al doping. "Oltre il tennis c'è la vita: lo dedico a mia zia che non so per quanto ancora ci sarà"
Quasi senza pathos. Così, come se fosse una cosa normale. Jannik Sinner ha vinto il suo secondo slam dell'anno. Nemmeno Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, ma neppure Carlos Alcaraz, erano riusciti nella doppietta nello stesso anno in cui avevano vinto il primo major (il serbo dovette aspettare tre anni per rivincerne uno, per dire). E' la cifra di un giocatore tutt'altro che "normale". Ma soprattutto, ci dice che, dopo aver rinunciato alle Olimpiadi per una tonsillite e dopo aver dovuto affrontare il problema doping, aveva ragione lui.
Ce le ricordiamo tutti le polemiche e le critiche feroci dopo aver rinunciato al torneo olimpico: non è un vero italiano, è tutta una montatura, non è più il Sinner di inizio anno, forse anche complice il fidanzamento. C'è da dire che queste critiche un minimo di sostanza l'avevano assorbita al Master 1000 di Montreal, dove Sinner era sembrato completamente fuori forma e aveva perso ai quarti contro il resistibile Andrej Rublev. Ma poi era bastato il successivo e ravvicinato Master 1000 di Cincinnati, con tanto di vittoria contro la bestia nera Alexander Zverev, a dirci che la strada era giusta, Sinner si stava ritrovando. E che insomma andare allo scandaglio di appigli di delusione in una stagione con sole 5 sconfitte era veramente esagerato. Solo che poi abbiamo scoperto della positività al Clostebol, e il successivo allontanamento di Giacomo Naldi e Maurizio Ferrara, i suoi fisioterapista e preparatore atletico, e abbiamo pensato, anche solo per pochi istanti, che qualcosa potesse essersi rotto. Che fosse difficile ripartire con la vittoria di uno dei quattro tornei più importanti della stagione.
Alla fine questo Us Open da Sinner è stato vissuto come una grande operazione di ripartenza. Per dimostare che, insomma, quell'incidente è già bello che sepolto. E con le premature sconfitte di Carlos Alcaraz e Novak Djokovic si poteva andare fino in fondo, Quel che ha colpito di più è stata l'estrema sicumera di un giocatore che è andato per la sua strada. Sapeva, Jannik, di aver avuto un tabellone non particolarmente favorevole. Paul-Medved-Alcaraz sarebbero stati un bel daffare prima di arrivare alla finale. Ma Carlitos ha disertato. E gli altri due Sinner li ha sconfitti con una scioltezza quasi imbarazzante. Per questo era l'ultimo atto da cui ci si aspettava la definizione precisa di cos'è stato questo Open degli Stati Uniti: la partita con Taylor Fritz (non Swift, che comunque era presente pure lei in tribuna autorità), però, non è mai stata in discussione. E oggettivamente le quote dei bookmakers qualcosa la vorranno pur dire. Davanti a un interessatissimo Fritz, accompagnato in tribuna dalla fidanzata-influencer Morgan Riddle, Sinner ha strappato il servizio all'avversario nel primo game della partita. Salvo poi perderlo, a sua volta, poco dopo. Si è proceduto pari fino al 3-3 del primo set, perché da lì l'americano dimostrerà di non avere più le carte per stare al passo dell'avversario. Sinner vince il primo 6-3 e sul 3 pari del secondo set strappa di nuovo il servizio all'avversario. Si va sui due set a zero.
All'inizio del terzo set l'altoatesino potrebbe subito andare sotto di un break, ma recupera e sul 2-2 avrebbe le chance per andarci lui, avanti di un servizio. Poi lo perde lui, il servizio. Ma lo recupera quando sta per cedere il set. "Non si è primi del mondo a caso", dirà in commento su Sky Elena Pero. Uno dei più bei punti lo si vedrà sul 6-5 del terzo set: smorzata e contro smorzata vinta dall'americano prima di chiudere. Braccia al cielo con un dritto dell'americano che finisce sotterrato in rete. E anche la "trasferta" nel box dopo la vittoria, con l'abbraccio al coach Simone Vagnozzi (senza berretto sembra un bambino) e Darren Cahill, sembra molto più abituale di quanto successo in Australia. C'è anche la ragazza Anna Kalynskaya, scatterà anche il bacio a favore di rotocalchi di gossip.
"Amo il tennis, ma oltre il tennis c'è una vita. Voglio dedicare questo trofeo a mia zia perché non so quanto ancora ci sarà", dirà poi Sinner visibilmente commosso a fine match, al centro del campo, preparandosi ad alzare il trofeo del secondo slam della sua carriera. Chissà non resti davvero solo uno dei tanti. Alla fine, ha sempre ragione lui.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA