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le due Milano calcistiche

Milan e Inter, ancora due popoli e uno stadio?

Giovanni Battistuzzi

Rossoneri e nerazzurri avevano parlato di case calcistiche in esclusiva, avevano presentato progetti ed espresso volontà di autonomia. Potrebbero essere state solo parole. Indipendentemente dal futuro di San Siro

Da quando una squadra aveva iniziato a guardare a Rozzano e l'altra a San Donato, s'era diffusa nei tifosi una certa lietezza nel pensare a un futuro fatto di due popoli e due stadi. Pure l'addio a San Siro era iniziato a essere meno doloroso, perché l'idea di avere una casa per ognuno, una casa nella quale poter dire davvero "gioco in casa", che potesse essere solo "casa nostra" e senza fraintendimenti dell'altra parte di Milano, aveva iniziato a suonare bene, a essere quasi invitante. Certo non sarebbe stata la Scala del calcio, ma quanto meno sarebbe stata colorata solo di rosso e nero o di nero azzurro, senza quell'altra tinta che stona nei pensieri calcistici di parte. Il Milan da una parte, l'Inter da un'altra. E poco importa se fuori dal territorio comunale. C'era comunque alle porte un futuro proprietario, un futuro calcistico esclusivo.

C'è ancora? Chissà.

Milan e Inter è da anni che parlano di stadi, che fanno e presentano progetti, che dicono di essere pronti ad andarsene altrove dal quartiere San Siro, salvo poi ritornare a settimane alterne in quello stadio che ancora tanto affascina tifosi e addetti ai lavori.

Sabato 14 settembre alle 20,45 al Meazza scenderà in campo il Milan contro il Venezia. L'Inter se ne riapproprierà otto giorni dopo, domenica 22 settembre (sempre alle 20,45 contro il Milan, a casa sua ma in trasferta. Succede così quando si ha un'abitazione calcistica condivisa.

Potrebbe continuare a essere così, con tanti saluti alla dolce immaginazione dei tifosi di avere un posto tutto per loro, uno stadio da chiamare casa in modo esclusivo.

Venerdì ci sarà un incontro a Palazzo Marino tra sindaco, dirigenti di Milan e Inter e rappresentanti di Webuild, il gruppo che opera nel settore delle costruzioni e dell'ingegneria civile che ha lavorato a un progetto preliminare che prevede la ristrutturazione e l'ammodernamento dello stadio Giuseppe Meazza. E dall'incontro potrebbero uscire tutti felici e contenti, anche se ancora con la casa in condivisione.

Sarebbe contento il comune che così non si troverebbe sul groppone un impianto vecchio e, senza Milan e Inter, inutilizzato. E sarebbe ancor più contento se i due club fossero disposti a comprarlo, così da farci pure due soldi in più.

Sarebbero contenti pure Milan e Inter in quanto non "tradirebbero" quella parte di tifoseria sentimentalmente e nostalgicamente attaccata a San Siro e a quel mastodonte di stadio dalla storia gloriosa e dal fascino indiscusso. E sarebbero ancor più contenti dell'idea di collaborare al 50 per cento in una spesa parecchio esosa com'è quella di costruire da zero un impianto dove poter giocare la Champions League. Anche perché rossoneri e nerazzurri si sono convinti in questi mesi che uno stadio da cinquantamila posti potrebbe non bastare per loro. Poteva bastare qualche anno fa, quando i due club avevano iniziato a guardarsi attorno e a prendere per buona la possibilità di traslocare da soli. Ora però con l'aumento di biglietti venduti in questi ultimi anni e l'aumento dei sold out in campionato e coppa, più di un dubbio è venuto ai dirigenti.

Ammodernare San Siro permetterebbe di continuare a giocare lì senza dover traslocare anni altrove, di avere almeno settantamila posti fatti nuovi e fatti bene da riempire e soprattutto, se il Comune dovesse non cambiare idea, poter sfruttare almeno in parte quei novemila metri quadri esterni al momento abbandonati mestamente a loro stessi. E se non fosse a San Siro, non si potrebbe comunque continuare assieme? Se lo sono chiesti entrambi i club, tutti e due sono arrivati alla stessa conclusione, un perché no sussurrato, ma parecchio convinto.

È mica la multiproprietà, hanno iniziato a pensare gli americani. Se da loro, oltreoceano, ancora funziona per le abitazioni, perché non dovrebbe funzionare anche nel calcio?

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