il foglio sportivo
Che folla sul carro del perdente
Continui endorsement dalle federazioni al presidente del Coni, che la politica invece vuole lasciare a casa
Nel piccolo grande mondo dello sport italiano stiamo assistendo a qualcosa di inedito: la corsa a salire sul carro dello sconfitto. Eravamo abituati a vedere degli spostamenti di massa per trovare un posto sul carro del vincitore, movimenti diventati addirittura clamorosi da quando c’è da saltare sul carro di Jannik Sinner. E qui non si allude al fatto che Jannik sia diventato il volontario simbolo di Milano Cortina 2026 considerando come Jannik, prima di diventare numero uno del tennis mondiale sia stato vicino a diventare un campione di sci. L’operazione di Milano Cortina è più che logica. Sono altri e principalmente giornalistici i movimenti sul carro dell'ex nemico della Patria… ma questo è un altro discorso.
La corsa inedita in un Paese come il nostro è quella al carro di Giovanni Malagò, designato dalla politica come il grande perdente alla corsa per la riconferma alla guida del Coni. Poltronissima che, se non cambierà la legge, non potrà più occupare dal 30 maggio del prossimo anno avendo raggiunto il numero massimo di mandati possibili. Si sta lavorando a una proroga per portare il suo mandato almeno fino ai Giochi di Milano Cortina che scatteranno il 7 febbraio 2026 a San Siro. Un’operazione complessa perché’ nel frattempo la giunta cambierà dopo le nuove elezioni di tutte le federazioni. Per Angelo Binaghi, il presidente della Federtennis appena rieletto con il 96,23% dei voti, non esattamente un amico, Malagò è un morto che cammina. Ma se Binaghi e Paolo Barelli, il presidente della Federnuoto oltre che capogruppo alla Camera di Forza Italia, non perdono occasione per chiedere il rispetto delle regole, ci sono tanti loro colleghi che hanno apertamente dato il sostegno al presidente in carica.
Qualche settimana fa il Corriere dello Sport ha pubblicato un sondaggio da dove emergeva come la maggioranza dei presidenti federali (34 presidenti su 48) si schierava per rendere possibile la rielezione di Malagò. Tutti sul carro del perdente annunciato dalla politica. Davvero uno strano gioco. L’altro giorno è sceso in campo anche Giacomo Campora, CEO di Allianz che nella giornata in cui la sua azienda festeggiava le medaglie degli atleti Allianz (Thomas Ceccon, Antonio Fantin, Giulia Ghiretti, Aziz Abbes Mouhiidine, Sofia Raffaeli, Giorgia Villa e Alice Volpi), diceva apertamente di stare dalla parte di Malagò e di una sua riconferma (“Pensiamo che Giovanni Malagò sia la persona più qualificata per portarci al prossimo appuntamento, le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026”), ricordando che Allianz ha dato al Comitato Olimpico Internazionale un miliardo di dollari. Non bricioline. Un endorsement di un certo peso. Politico ed economico. Anche uno sponsor particolare come Allianz da anni al fianco del Cio e dello sport italiano (non solo quello di vertice) ha voluto far sentire la sua voce. E non è escluso che il presidente Mattarella, nonostante la sua imparzialità, possa dire qualcosa sull’argomento lunedì quando riceverà al Quirinale tutti i medagliati (e oi quarti posti) azzurri di Giochi Olimpici e Paralimpici.
Sul carro del perdente comincia a esserci un certo peso. In fin dei conti anche Sinner che accetta di diventare testimonial del programma volontari per i Giochi del 2026 fa un favore a Malagò che è presidente della Fondazione Milano Cortina. Quasi un endorsement anche il suo. Chissà che alla fine tutto questo peso sul carro del perdente non cambi gli equilibri…