Gli scacchi presi con filosofia
Kasparov applaude Carlsen, grande non solo negli scacchi
L'India si afferma come nuova potenza mondiale degli scacchi alle Olimpiadi di Budapest. Intanto il campione norvegese si schiera contro la riammissione della Russia nelle competizioni internazionali, guadagnando il plauso di Kasparov
Mentre scrivo, a Budapest le Olimpiadi sono ancora in corso e non posso dunque dare il risultato. Posso pronosticarlo, però: la prima potenza mondiale è l’India. Non la Cina del “triste y solitario” campione del mondo in carica, Ding Liren, non i campioni uscenti dell’Uzbekistan, che pure hanno fermato l’India sul pari, ma neppure gli Usa, numeri uno per rating ma più attempati, con due trentenni e due quarantenni in campo (Caruana e Wesley So, Dominguez Perez e Aronian). L’India invece no: il più vecchio è Vidit, che di anni ne ha 29, le altre scacchiere sono appannaggio dei Big Three, Gukesh, Praggnanandhaa ed Erigaisi, di anni – rispettivamente – 18, 19 e 21. Il presente e il futuro degli scacchi.
Intanto, a far notizia è stato ancora una volta Carlsen. Non solo per l’inopinata sconfitta in cui è incappato al nono turno – contro Fedoseev, passato dalla federazione russa a quella slovena –, ma per le dichiarazioni rilasciate nel corso della cerimonia che lo ha incoronato “GOAT of chess”. Il norvegese ha fatto professione di umiltà, sostenendo che uno più forte di lui nella storia c’è stato: Garry Kasparov. Poi, a sorpresa, ha aggiunto che, in onore di Kasparov, sentiva di dover dire la sua sulla riammissione delle federazioni russa e bielorussa – al bando dopo l’invasione dell’Ucraina – e di doverla sconsigliare. Com’è noto, gli scacchi in Russia sono sempre stati un affare serio, e anche se è finito il tempo in cui dominavano tutte le competizioni rimangono una superpotenza. O meglio: lo erano nel 2022, ora non più. Ad altissimi livelli, nel team Putin è rimasto il solo Karjakin. Sotto la bandiera della Federazione internazionale giocano Nepomniachtchi e Artemiev, che fanno ancora parte del club dei 2700, e il giovanissimo Esipenko. Ma hanno lasciato la madrepatria i promettentissimi Alekseenko (Austria) e Sarana (Serbia), e poi Motylev (Romania) e Vitiugov (Francia), Predke (Serbia) e Oparin (Usa) e altri ancora.
Ma il presidente della Fide è tuttora un russo, Arkadij V. Dvorkovič, e rumors di una possibile revoca delle sanzioni han preso a circolare. Perciò Carlsen ha parlato, e per questo Kasparov – oggi attivista politico e fermo oppositore di Putin – ha subito rilanciato il suo post: “Non è necessario essere una grande persona per essere un grande giocatore di scacchi; per questo è impressionante che Carlsen sia entrambe le cose”. Poche ore dopo, Kasparov ha postato anche la risoluzione del Parlamento europeo perché cadano le restrizioni all’uso delle armi occidentali, che ha mandato in tilt i partiti italiani. A Budapest l’Italia non sta brillando, ma non sta neppure facendo una brutta figura. Lo stesso non può dirsi dei nostri rappresentanti a Strasburgo.
La partita: Carlsen – Fedoseev, Budapest, Chess Olympiad 2024
Dopo 29. g4?? Fedoseev manca la mossa giusta (anche se poi vincerà ugualmente). Riesci a vederla?
Soluzione
29… Cc2! La minaccia è 30… Ce3#. A 30. gxf5 segue 30… Tg4 31. Axf6 (31. Ag3 exf4) Txf4 32. Ag5 (32. Cb5 Ce3+ 33.Rxe5 Txf5+) Ce3+ seguito da 33…Txf5+ e il N vince.
Il Foglio sportivo - In corpore sano