a canestro
L'Eurolega riparte da Berlino. La guida
Prima palla a due il 3 ottobre tra i campioni uscenti del Panathinaikos e i tedeschi dell'Alba Berlino. I greci guidati da coach Ataman sono i favoriti e si sono rafforzati. Sarà derby con l'Olympiakos? In Turchia, il Fenerbahce non la pensa così. Le favorite, le possibili sorprese e cosa aspettarci dall'Olimpia Milano e dalla Virtus Bologna
L'Eurolega ricomincia da dove aveva lasciato. Giovedì 3 ottobre si aprirà la stagione a Berlino, sede delle ultime Final Four vinte dal Panathinaikos lo scorso 26 maggio. Saranno proprio i campioni in carica a inaugurare il 2024/2025 sul parquet dell'Alba. La grande favorita contro una delle squadre meno accreditate della competizione, ma non trascurata in Italia per monitorare la crescita della coppia azzurra formata da Gabriele Procida e Matteo Spagnolo.
La location delle prossime Final Four è ancora ignota e addirittura aleggia un'ipotesi Abu Dhabi. L'ennesimo segnale di come lo sguardo si stia spostando oltre gli Urali. Da quest'anno c'è anche una squadra di Dubai (con Abass) iscritta alla Lega Adriatica (campionato riservato ai Paesi dell'ex Jugoslavia), primo passo per arrivare a giocare la competizione più importante.
In attesa di scoprire la città designata, si sa che l'atto finale ci sarà dal 22 al 25 maggio. Il cammino per arrivarci sarà al solito massacrante: una lunga stagione regolare fino all'11 aprile con 8 doppi turni settimanali, il confermato play-in tra il 15 e il 18 aprile e i playoff dal 22 dello stesso mese.
Le favorite per la vittoria dell'Eurolega
Una strada difficile per tutte le 18 squadre (debutto di Parigi al posto di Valencia), ma meno per alcune. Il mercato estivo ha creato una forbice ancora più ampia, almeno sulla carta, tra le aspiranti alla vittoria e il resto. Con l'esclusione confermata delle società russe, l'ago della bussola si è spostato dall'asse Spagna-Turchia alla Grecia. La vittoria del Panathinaikos di coach Ataman, a 13 anni dall'ultima volta, è stata seguita dagli arrivi di Lorenzo Brown e della coppia turca Osman-Yurtseven. Affiancheranno il carisma di Sloukas, l'esuberanza atletica di Lessort, il talento di Nunn, la difesa di Grant, il tiro di Grigonis e la capacità di giocare fuori area dei lunghi Mitoglou ed Hernangomez.
Osman e Yurtseven, nel pieno delle loro carriere, hanno deciso di riattraversare l'oceano. Niente più Nba da comprimari, ma la volontà di essere protagonisti in Europa, pur se a discapito del portafoglio. Una traiettoria seguita anche da Fournier e Vezenkov, approdati invece all'Olympiacos. Il doppio successo dei rivali in Europa e in patria ha causato una reazione uguale e contraria. La guardia francese e l'ala bulgara impreziosiscono un roster che può contare su un reparto esterni di prim'ordine (Evans, Dorsey, Walkup, Williams-Goss) e su giganti del calibro di Peters, Milutinov, Petrusev e Fall.
Hanno scelto di tornare in Eurolega anche i 224 centimetri di Boban Marjanovic, pronto a intimorire chiunque si avvicini al canestro del Fenerbahce. I turchi hanno riaccolto Melli, non più desiderato a Milano, e aggiunto la coppia Baldwin-Colson dal Maccabi. Senza sacrificare nessuno tra Guduric, Wilbekin e Hayes-Davis.
Il Real Madrid affronta invece una nuova era. Dopo i ritiri di Rodriguez e Fernandez, questa potrebbe essere l'ultima stagione di Llull. Il ricambio generazionale tra le guardie è stato attuato con un paio di scommesse (Feliz e Rathan-Mayes), mentre la fisicità di Yabusele, partito per Philadelphia, verrà sopperita dal cavallo di ritorno Garuba (ex Golden State) e dai 35 anni di Ibaka, campione Nba nel 2019 e tornato in Europa lo scorso anno con ottimi risultati al Bayern Monaco.
Le outsider
Prendere il posto di qualcuno in questo quartetto sarà difficile. La posizione più vulnerabile appare quella del Real Madrid, seppur dominatore della scorsa stagiona regolare. Il Barcellona, arricchito dalla vena realizzativa di Kevin Punter, può ambire allo scalpo con il supporto del duo ceco Satoransky-Vesely, dell'altro Hernangomez e dell'argentino Laprovittola. Anche il Monaco non ha intenzione di ammainare le sue ambizioni: al talento e ai chiari di luna di Mike James, diventato il miglior marcatore di sempre della competizione, è stata affiancata la calma e stagionata regia di Nick Calathes. L'iniezione adrenalinica però può essere quella di Furkan Korkmaz, altro turco di ritorno dall'America dopo buone stagioni, e del centro Papagiannis dal Fenerbahce. L'Anadolu Efes, grande delusa delle ultime due stagioni, ha stravolto il reparto lunghi con le aggiunte preziose di Poirier dal Real e di Smits dallo Zalgiris. Nessun cambiamento tra gli esterni, dove ci si affida ancora ai trascinatori del doppio titolo nel 2021 e nel 2022, da Beaubois e Bryant fino all'indiscusso leader Shane Larkin.
E le italiane?
Milano, come l'Efes, ha deluso molto nelle ultime due stagioni. Ritrovare i playoff dovrebbe essere quasi un obbligo, trasformato però in semplice obiettivo dalla folta e cresciuta concorrenza. La sensazione è che Messina e la dirigenza non abbiano voluto toccare la leadership offensiva di Mirotic e Shields, non puntando nomi troppo altisonanti sul mercato. Il centro Josh Nebo però ha tutto quello che mancava da tanti anni sotto al ferro, atletismo ed energia a palate. Dovrà comunque, con il cavallo di ritorno Zach LeDay, non far pesare l'addio di Melli e il ritiro di Hines. Mica semplice. Desta molta curiosità il play macedone Nenad Dimitrijevic, arrivato dalla Russia con tanto di corona di Mvp della VTB League, e subito protagonista nella vittoria della Supercoppa Italiana. L'accesso al play-in fallito lo scorso anno è fattibile, così come per il Partizan Belgrado di coach Obradovic e il Baskonia dello scorer Markus Howard.
Un gradino più in basso un altro gruppo di squadre che daranno filo da torcere: il Bayern Monaco, lo Zalgiris Kaunas di coach Andrea Trinchieri, la Stella Rossa e la Virtus Bologna. La squadra di Banchi vuole replicare il play-in dello scorso anno, ma rischia di pagare ancora un'età media forse troppo alta per una stagione ricca di impegni e qualche problema irrisolto sotto canestro. La nuova stella Will Clyburn (34 anni) si dividerà le responsabilità con il nucleo Shengelia (33), Belinelli (38) e Hackett (36). Per gestire queste risorse servirà il Cordinier visto alle Olimpiadi con la Francia e risposte immediate dagli esterni americani presi sul mercato, Tucker e Morgan, realizzatori promettenti ma ancora da testare a questo livello. Si attende un riscatto dal centro Zizic, ancora troppo altalenante e tenero difensivamente. Ma il bello del basket è che le porte del mercato sono sempre aperte per correggere gli errori. Attenzione però a non capirli troppo tardi.
Il Foglio sportivo - In corpore sano