Il Foglio sportivo

Sulle note dell'Aida l'alleanza musicale tra il Parma e il Teatro Regio

Pierfrancesco Catucci

La nuova maglia della squadra di Serie A arriva proprio nei giorni in cui in città va in scena il Festival Verdi, l’unico festival monografico dedicato al compositore più eseguito nel mondo

La marcia trionfale dell’Aida risuona dagli altoparlanti dello stadio Tardini a ogni partita casalinga del Parma. Le trombe di una delle arie più celebri dell’intero patrimonio operistico italiano accompagnano l’ingresso dei calciatori sul terreno di gioco, pronti a sfidarsi come la schiava Aida e la principessa e sua rivale in amore Amneris per il cuore di Radamès. Il legame tra Aida e Parma, d’altronde, affonda le radici nella storia e in quel 10 ottobre 1813 quando a Le Roncole, una frazione di Busseto, nacque Giuseppe Verdi, il suo compositore. Una storia che, a più di un secolo di distanza, arriva fino al calcio dei giorni nostri con la nuova terza maglia della squadra di Fabio Pecchia, presentata lunedì nel Teatro Regio della città emiliana, uno dei più belli e importanti teatri di tradizione d’Italia.

Sarà indossata da tutte le squadre del club in questa stagione ed è ispirata alla cultura musicale della città, dove l’eccellenza dei maestri e le capacità di migliaia di professionisti del mondo operistico hanno reso grande l’eredità musicale. La texture gialla e blu richiama infatti uno spartito musicale, creativamente ispirato proprio all’Aida.

Era il 1913, nel centenario della nascita del Maestro e quasi tredici anni dopo la sua morte, quando nacque il Parma Football Club con il nucleo di persone di un’altra squadra nata pochi mesi prima: il Verdi Football Club. “Se vincitori, non saremo superbi. Se vinti, risorgeremo”, era il motto della squadra che già aveva scelto il giallo e il blu come colori sociali in una maglia a grandi scacchi. La Prima guerra mondiale, poco più tardi, spense l’entusiasmo e costò la vita a cinque dei nove giocatori chiamati alle armi. Questa, però, è un’altra storia. Perché la voglia di calcio fu uno dei motori per la rinascita del club dopo il conflitto. E la maglia diventò bianca con una croce nera sul petto, molto simile all’attuale prima divisa della squadra.

Quest’anno si celebra un altro centenario, quello dello stadio Tardini, e la nuova terza maglia è un ulteriore segno di congiunzione tra il Parma e Parma. “Il teatro Regio e il club – spiega il presidente Kyle Krause in un italiano non ancora fluido ma colmo di impegno – hanno una storia importante e, ne siamo sicuri, anche un futuro importante. Per noi è sempre stato fondamentale sentirci parte della comunità e legarci a un’istituzione tanto importante per la città. Sarebbe facile portare il peggio dell’approccio americano e venire qui con la presunzione di avere tutte le risposte. Io non le ho. Preferisco imparare e conoscere”. E così la nuova maglia arriva proprio nei giorni in cui in città va in scena il Festival Verdi, l’unico festival monografico dedicato al compositore più eseguito nel mondo. “Il teatro è lo stadio della voce – spiega il sovrintendente del Regio Luciano Messi – e non deve vivere in un altro mondo. Essere presente ogni giorno e aperto alla società e alle sue energie migliori. E tra queste c’è senza dubbio il Parma Calcio”. Che, dopo gli ultimi inciampi, ha voglia di ricominciare a correre.

Di più su questi argomenti: