(foto EPA)

mondiale di moto

Bagnaia vince in Giappone. Quest'anno la Moto Gp è un incontro di boxe

Umberto Zapelloni

In un weekend l'italiano ha fatto il pieno: vittoria sprint, vittoria nel Gran premio del Giappone con un nuovo balzo verso il leader del campionato Martin. Si deciderà tutto nelle prossime quattro gare

Più che un mondiale di moto, il campionato di quest’anno sembra un lungo incontro di boxe. Sul ring sono rimasti solo loro e continuano a prendersi a pugni in un duello senza un domani dove ancora non si intuisce chi possa essere il vincitore finale. Una volta festeggia uno e quella dopo tocca all’altro. In Giappone Pecco Bagnaia è salito sull’ottovolante, ma gli restano ancora 10 punti da recuperare (all’inizio del weekend era a - 31) a Martin con altre quattro gare (e altrettante Sprint) all’orizzonte. Pecco non aveva mai vinto otto gare in una stagione, come non aveva mai vinto a Motegi. In un weekend ha fatto il pieno, vittoria sprint, vittoria nel Gran premio del Giappone con un nuovo balzo verso il leader del campionato, bravissimo a limitare i danni risalendo dall’undicesima alla seconda posizione. “Adesso Jorge mi devi fare arrivare a zero e arriviamo pari a Valencia a giocarci il titolo”, scherza Bagnaia nel retro podio.

Pecco quest’anno ha vinto molto di più (8 a 3) e finalmente si è messo a vincere anche gare sprint che erano un po’ il suo punto debole, ha conquistato le ultime tre e nel computo globale è 6-5 sull’avversario. “Bisogna semplicemente continuare a lavorare così come in questo weekend in cui tutto è stato perfetto”, ha aggiunto un Pecco carichissimo dopo la quarta doppietta stagionale. “Pecco ha fatto una strategia perfetta partendo davanti, io scattavo molto lontano perché ho sbagliato in qualifica e quando sono arrivato vicino ormai avevo già chiesto un po’ troppo alle gomme e non ho potuto attaccare”, ha commentato Martin aggiungendo una cosa particolare: “Ci stiamo migliorando a vicenda”. È proprio così. Duellando tra di loro migliorano e il bello è che finora continuano a farlo con il sorriso sulle labbra, senza intaccare quell’amicizia nata a quando erano compagni di squadra all’inizio della carriera e spesso dormivano anche insieme. Non sono ancora arrivati a prendersi a carenate è vero, hanno spesso duellato a distanza sul filo del cronometro. Avversari, anche duri quando serve, ma sempre con il sorriso. Martin, ad esempio ha imparato ad accontentarsi, a ragionare accontentandosi dei piazzamenti e il fatto che pur avendo vinto molto meno di Pecco, sia ancora davanti in classifica, lo dimostra. Pecco da parte sua ha lavorato molto insieme al team sulle partenze e ha cominciato a non sbagliare più al via.

 

In Giappone, in casa Honda, la Ducati ha dato un’altra dimostrazione di forza impressionante: sette Ducati ai primi sette posti nella Sprint e sette Ducati tra le prime otto nella gara lunga. Quasi un campionato monomarca con la squadra ufficiale in lotta contro una squadra satellite e un pilota come Martin che l’anno prossimo cambierà colori andando all’Aprilia. Lasciarli lottare senza intromettersi è comunque un grande segno di sportività. È il bello e il brutto della Ducati che lascia sempre lottare i suoi piloti, ma così facendo rischia ogni tanto di compromettere la situazione o di aggiungere troppo pepe nella minestra come capiterà l’anno prossimo quando accento a Bagnaia ci sarà Marc Marquez, il più scomodo dei compagni di squadra. Ma prima restano quattro gare a cominciare dall’Australia tra 15 giorni, un'altra pista dove Pecco non ha mai vinto… Un altro zero da cancellare.

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