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L'insensatezza della nuova Champions League
Squadre troppo forti e squadre troppo scarse. E nemmeno “fare l’impresa” garantisce gli Ottavi
La situazione delle coppe europee sta chiaramente sfuggendo di mano. Io capisco che Uefa e Fifa trattano ormai il calcio come il maiale, e non buttano via niente, ma davvero vogliono farci credere che mettere nello stesso unico mastodontico girone corazzate con palmares spaventosi e formazioni amatoriali renderà Champions, Europa e Conference League più emozionanti? Sì lo so che state già alzando il ditino pronti a ricordarmi che Real Madrid e Bayern Monaco hanno perso contro ogni pronostico e pappapero, ma è proprio quella la dimostrazione che la nuova Champions è una cagata pazzesca: una volta “fare l’impresa” permetteva alle piccole di andare avanti, adesso serve a poco, con otto match da giocare e una classifica di ottocento squadre è praticamente impossibile che il Brest acceda agli ottavi. Va bene, ci sono di mezzo i soldi, la vetrina per giocatori che altrimenti sarebbero conosciuti solo dai propri parenti e l’emozione bagnaticcia di sentire la famosa musichetta per i tifosi, ma poi?
Per non parlare delle due coppe minori. Va bene che ci sfracelliamo le palle con la storia delle pari opportunità e dei diritti per tutti, ma quale sarebbe il senso di far giocare il Chelsea nello stesso torneo di Petrocub Hincesti, Paphos, Backa Topola e Jagiellonia (con tutto il rispetto per i tifosi di queste squadre, certamente numerosi tra i lettori del Foglio)? Non scriverò che hanno ragione i tifosi del Borussia Dortmund con la loro inequivocabile coreografia anti Uefa, ma non mi pare abbiano torto, ecco.
Poiché c’è un limite a tutto, giovedì sera non ho guardato la Conference e mi sono immerso a lungo nella mia bionda sperando di dimenticare. Grazie a Dio c’è la Premier League, e mi dispiace per Scott McTominay, che tra le mille clausole del contratto con il Napoli di De Laurentiis deve averne firmata anche una che lo obbliga a dire cose del genere: “Sono rimasto molto impressionato dal livello del campionato italiano, dall’Inghilterra non sempre riuscivo a rendermene conto. Mi hanno impressionato i livelli tecnici delle squadre ma anche dei calciatori, a partire dai miei compagni di squadra. Le squadre stanno bene in campo, dall’estero non riuscivi ad accorgertene in pieno”. No Scott, non è la Serie A che ha un livello altissimo, è che tu in Inghilterra giocavi nella caricatura del Manchester United.
Leggo che sempre dalla Premier League arriva la proposta di chiudere il mercato estivo entro Ferragosto, prima cioè che comincino i campionati. Finalmente un’idea sensata e non cazzate sui numeri arcobaleno da mettere sulle maglie o i daspo a vita per chi si siede sul seggiolino sbagliato. Poi certo, a mandare in vacca tutto ci pensa la Fifa con la sua proposta di aprire il mercato dal primo al 10 giugno per il Mondiale per club. Ecco, ho un’idea per la prossima coreografia della curva del Borussia.
Sconfitta in Eurolega
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