Foto Ap, via LaPresse

La piacevole scoperta del Liverpool di Slot

Francesco Caremani

I Reds avrebbero voluto Xabi Alonso, alla fine è arrivato però il tecnico olandese che non filosofeggia col pallone ma che sa gestire al meglio quello che ha, rendendo undici giocatori una squadra. E ora è in testa alla Premier League

Arne Slot è arrivato al Liverpool in sordina, metaforicamente con lo zainetto sulle spalle, mentre Jürgen Klopp se n’è andato tra lacrime e fanfare. Non poteva essere altrimenti dato che il tecnico tedesco ha riportato i Reds sul tetto d’Inghilterra, d’Europa e del mondo, con quell’aura da squadra, al tempo stesso, forte, divertente, aggressiva e passionale, non senza fragilità, che tanto piace ai tifosi della Kop; emblematica in questo senso la rimonta sul Barcellona in semifinale di Champions che è stata prodromica alla conquista della coppa nella stagione 2018-2019.

 

Da questo punto di vista Slot è una figura meno empatica, ma il suo Liverpool, al momento, sembra più solido di quello dell’ultimo Klopp, con il recupero importante di alcuni giocatori e una fase difensiva di grande efficacia: a punteggio pieno in Europa e primo in Premier con sette vittorie e una sola sconfitta. E pensare che la prima scelta dei Reds era Xabi Alonso, il quale ha preferito rimanere al Bayer Leverkusen. Slot, però, non sembra il tipo che fa caso a queste cose e nel 2023 ha rifiutato il Tottenham Hotspur, grazie anche al rilancio economico della dirigenza del Feyenoord. Lui che è arrivato a Rotterdam dopo anni di gestioni economiche opache e un’incapacità tecnica ad adeguarsi alle nuove regole del mercato. Le ultime vittorie dei biancorossi risalivano al 2018, èra van Bronckhorst, dove poi né Jaap Stam né Dick Advocaat erano riusciti a risollevare le sorti della squadra.

   

Arne Slot, dovendo fare i conti con un budget risicato, ha saputo ricostruire ogni anno la rosa, vincendo una volta il campionato, un’altra la coppa d’Olanda e portando il Feyenoord alla finale di Conference League: "Non ho mai avuto la presunzione di poter migliorare individualmente i giocatori. Solo la squadra nel suo insieme può rendere giustizia e far eccellere le qualità del singolo". Dove intensità, aggressività, dinamismo e pressing fanno parte del suo credo tattico, con una solida base olandese contaminata da influenze che vanno da Ancelotti a Sarri da Adriaanse a ten Hag, arrivando a Mourinho, perché come dice Slot: "Ognuno ha il proprio stile, ma chi riesce meglio di altri a fare certe cose va rispettato e studiato".

   

E così, nel rispetto dell’atteggiamento che Klopp ha impresso al Liverpool in questi anni, il tecnico olandese ha insistito sulla pressione alta senza palla. Da qui nasce la scelta di Diogo Jota come punta centrale nel suo 4-3-3 o 4-2-3-1, dove van Dijk in difesa e il giovane Gravenberch in mezzo al campo, entrambi olandesi, sono due pilastri del gioco reds, con l’ungherese Szoboszlai che ha giovato tantissimo della vicinanza del ventiduenne di Amsterdam, invertendo il triangolo di centrocampo rispetto a Klopp; con Luis Diaz e Mohamed Salah che hanno già segnato cinque reti a testa in Premier League.

    

Arne Slot è originario della provincia dell’Overijssel, come van Marwijk e ten Hag, per chi ama raggruppare gli allenatori sotto un’unica etichetta, com’era accaduto per il “Laptop Trainer” tedeschi, e prendendolo il Liverpool ha fatto una scommessa ponderata dopo avere speso molto per abbassare l’età media, attualmente di 24 anni della rosa e di 23 dei giocatori finora impiegati. Una scelta controintuitiva della società rispetto a tutto quello che Klopp ha rappresentato fino all’altro ieri, per questo, molto probabilmente, la più felice che potesse fare.

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