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Il Foglio sportivo - Calcio e finanza

La guerra tra Serie A e Google

 Matteo Spaziante

La piattaforma anti pezzotto ha bloccato alcuni domini del motore di ricerca più usato al mondo, che riceve una nuova diffida e rischia di finire in tribunale per lo scarso controllo sulle app che permettono di guardare partite illegalmente

Una settimana calda per i rapporti tra il mondo del calcio italiano e Google. Dal blocco per errore di alcuni domini di Google Drive durante Juventus-Lazio di sabato scorso attraverso la piattaforma Piracy Shield (che consente di bloccare gli Ip dei siti che trasmettono contenuti illegali, su segnalazione dei possessori dei diritti) alla possibile battaglia legale all’orizzonte tra il colosso statunitense e la Lega Serie A, la lotta alla pirateria ora sempre passare anche dallo scontro con il colosso di Mountain View.

In particolare, dagli uffici di via Rosellini nei giorni scorsi è partita una nuova diffida verso Google, con la prospettiva anche di fare causa per le gravi negligenze e di mancata ottemperanza agli obblighi di legge. Nel testo della diffida, riportato in parte da Il Sole 24 Ore, viene citato ad esempio il caso di una app presente sullo store di Google che permetteva di guardare illegalmente le partite di campionato in streaming. Applicazione che, nonostante le richieste della Lega, non è stata cancellata.

“Non posso usare complicità come termine o connivenza o corresponsabilità, ma c’è una mancanza di collaborazione piena da parte di due soggetti come Google e Cloudflare”, l’accusa del commissario dell’AgCom Massimiliano Capitanio. “Se dobbiamo risolvere il problema, vogliamo negare che in questo momento se io digito streaming sulla piattaforma di Google e sul PlayStore mi compaiono almeno 20 applicazioni con cui io posso commettere un reato per cui posso anche essere passibile di un procedimento? Non voglio pensare che compaiono in vetrina perché su quelle applicazioni si fanno business milionari con la pubblicità”.