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MotoGP

In Thailandia Bagnaia vince e capisce che il Mondiale non è perduto

Umberto Zapelloni

Mancano due gare al termine e il campione del mondo ha 17 punti di svantaggio da Martin. Lo spagnolo si potrebbe accontentare di arrivare sempre secondo per diventare campione del mondo e portarsi il numero 1 in Aprilia

La nona vittoria di Pecco Bagnaia vale di più per il morale che per la classifica dove ha recuperato solo tre punti a Martin nel terzultimo weekend di una stagione tiratissima. A due gare dalla fine del campionato ha ancora 17 punti di distacco dal rivale che adesso potrebbe accontentarsi di arrivare sempre secondo per diventare campione, salutare la Ducati e portarsi il numero 1 in Aprilia. Ancora due weekend lunghi, con gara sprint e gara lunga, 74 punti in palio tra Malesia e Valencia, per stabilire il campione 2024, mentre la Ducati festeggia il titolo costruttori e di squadra, ma questo non era mai stato in dubbio per una casa che l’altro giorno nella Sprint era arrivata a monopolizzare le prime 8 posizioni della classifica finale.

 

Per Bagnaia la gara thailandese non è stata una passeggiata di salute. Dopo il warm-up in pochi credevano in lui. Era lontano, in lotta con una moto che non sentiva sua. Ci ha lavorato insieme ai suoi ingegneri e ha trovato la strada giusta per navigare sul’acqua, non proprio le condizioni che preferisce. Per vincere ha dovuto battere prima Martin e poi Marquez. Ha superato il rivale in classifica e ha preso la testa della gara con Marquez incollato dietro. 

 

Lì è cominciato un duello tostissimo e impari: Pecco aveva tutto da perdere, una scivolata gli avrebbe cancellato il sogno mondiale, Marc invece non aveva proprio nulla da perdere, poteva rischiare oltre ogni limite. Ed è esattamente quello che è successo a metà gara, quando è scivolato via mentre stava aggredendo Bagnaia, costringendo il suo avversario a prendersi dei rischi che avrebbe evitato volentieri (“Nel giro in cui Marc è caduto, ero due decimi sotto il mio best, è caduto lui, ma sarei potuto cadere anch’io”). A quel punto non restava che fare attenzione e non permettere a Martin di avvicinarsi troppo. Il più era fatto, ma non era esattamente una formalità arrivare in fondo in quelle condizioni: “E’ stata una gara eternamente lunga, sembrava non finire più. Con Marc era stata una bella lotta, era più veloce di me, ma non potevo rischiare di farlo passare perchè temevo potesse scappare via e io avevo bisogno di recuperare più punti possibile per il campionato”. 

 

Vincere battendo Martin e resistendo agli attacchi ripetuti di Marquez ha dato a Pecco la convinzione necessaria per affrontare nel migliore dei modi le ultime due gare dell’anno. Lui sa di dover rischiare per conquistare il suo terzo titolo, sa di dover provare a vincere sempre. Certo, sarebbe stato meglio chiudere con Marquez alle spalle a portare via altri punti a Martin, ma Marc non è tipo che si accontenta e per Pecco sarebbe stata durissima. Abbiamo così assistito ad un altro antipasto della prossima stagione quando i due saranno compagni di squadra sulla Ducati ufficiale. Pecco farebbe a meno di dover già penare al futuro quando deve ancora chiudere il discorso in questa stagione. Questo Marquez sta diventando una variabile pericolosa nel duello Mondiale. Speriamo non esageri, cosa che non gli è mai riuscita benissimo come sa bene Valentino. Ma lasciare il palcoscenico a chi si gioca il titolo e mettersi da parte non fa per lui.

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