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Qatar GP: direzione di gara nel caos, penalità a Norris riapre il mondiale costruttori

Fabio Tavelli

Una decisione controversa condanna Lando Norris e riaccende le speranze della Ferrari. Verstappen vince ancora, ma la gestione della gara scatena polemiche

Quel che riesce a combinare la direzione di corsa di un Gran Premio di formula 1 è qualcosa che a volte supera ogni immaginazione. Deve essere l’aria di queste zone desertiche arabe, ricorderete certamente cosa combinò Michael Masi nel 2021 regalando il Mondiale a Verstappen. Ora a dirigere il carrozzone è arrivato un portoghese chiamato Rui Marques che nel Gp del Qatar ne ha combinate di tutti i colori. Ah, la gara l’ha vinta Verstappen. Ancora una volta l’olandese ha fatto un capolavoro, a partire dalla gara sprint di sabato quando ha fatto cambiare un set-up sulla vettura di Perez per avere un’informazione in più da utilizzare sulla sua vettura in gara. D’altronde in Red Bull sono sempre stati chiari: a noi interessa Verstappen e il mondiale piloti, di quello costruttori ci frega il giusto. Beninteso, lo scorso anno Max vinse da solo anche quello costruttori…

Quest’anno è andata diversamente per colpa della disastrosa stagione di Perez ed anche del fatto che l’olandese dopo l’estate ha raccolto meno punti del solito. Il titolo costruttori rimane aperto fino all’ultima gara domenica prossima ad Abu Dhabi, se lo contenderanno Mc Laren e Ferrari con gli inglesi avanti di 21 punti. Ma su questo gap pesa come un macigno la decisione della direzione di gara di penalizzare Norris con uno stop and go di 10 secondi con transito dai box per non aver rallentato correttamente durante l’esposizione di una bandiera gialla. Una decisione abnorme, assurda, generata per altro da un errore commesso dalla stessa direzione di corsa. Nasce tutto da uno specchietto che salta via dalla macchina di Albon. Lo specchietto rimane in pista per alcuni giri e dalla torre di controllo espongono una bandiera gialla, ovvero un avviso di limitare la velocità, per segnalare il detrito in pista. Verstappen, genio al volante quanto capace di accorgersi di cose ai più non apparenti, si accorge che Lando non frena a dovere (i due erano primo e secondo) e denuncia il fatto via radio. Al giro successivo lo sciagurato Bottas non trova di meglio che frantumare lo specchietto salendoci sopra con la sua auto. A quel punto la pista da un detrito unico si riempie di mille schegge e Hamilton e Sainz forano uno pneumatico. Domanda: ma perché non mettere subito una virtual safety car avvisando i piloti che qualche essere umano (coraggioso ma non temerario) sarebbe passato rapidamente a togliere lo specchietto di Albon?

Sarebbe stato un ragionamento di buon senso, l’operazione sarebbe stata non rischiosa (i piloti sarebbero stati avvisati di andare piano e girare al largo). Invece niente, giri con la bandiera gialla, detriti a iosa causati da Bottas, safety car con piloti costretti a passare dalla pit lane per permettere di pulire la pista. Rui Marques ha poi deciso di uccidere la gara di Norris. Lo ha costretto ad uno stop and go che a quel punto della gara (mancavano una dozzina di giri) era un verdetto definitivo. Rui Marques ha tolto un secondo posto sicuro, 18 punti, a Norris rimettendo in corsa la Ferrari per il titolo costruttori. L’infrazione di Norris certamente c’è stata (e Lando anche questa volta ha una responsabilità evidente) ma la punizione è abnorme. Russell ha preso 5 secondi di penalità per un’irregolarità durante il regime di safety. Ma questa penalità non ha cambiato l’ordine d’arrivo. A Norris hanno distrutto la corsa. Bene per la Ferrari che recupera fino a meno 21 ma il sospetto che sia stata usata una scure quando sarebbe bastato un fioretto è evidente, così come il sospetto che faccia comodo allungare all’ultima gara un verdetto un po’ meno scontato (la Mc Laren non avrebbe conquistato il mondiale costruttori anche se Norris fosse arrivato secondo ma avrebbe avuto un gap praticamente incolmabile). Ci si rivede ad Abu Dhabi nel prossimo week end, augurando a questo sport di trovare gente meno sprovveduta, o compromessa, alla direzione delle gare.

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