vip in tribuna
Cosa ci fa Hollywood seduta in tribuna allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como
La villa di George Clooney in riva al Lario, le vecchie fake news su un suo possibile acquisto del Como, il fascino del lago all'estero e una squadra che fa marketing anche grazie ai divi del cinema
Ciak, si gioca. Che ci fa Keira Knightley seduta in perfetta posa hollywoodiana in tribuna allo stadio Giuseppe Sinigaglia? Perché Adrien Brody sta fotografando l’esultanza di tale Gabrielloni? Chi ha convinto lo scontroso Hugh Grant a guardare una partita di due squadre - Como vs Parma - di cui fino a un attimo fa ignorava l’esistenza? Aveva forse l’agenda libera quella stessa domenica pomeriggio Spiderman, al secolo Andrew Garfield? Ma davvero Michael Fassbender sta gridando la sua esultanza come un qualsiasi ultrà? La domanda è: recitano o fanno sul serio? Ipotesi di risposta: entrambe le cose. La certezza è che i tempi cambiano: Hollywood non più sul Tevere, ma in riva al Lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene interrotte di monti e tra due centrali difensivi di nome Goldaniga e Kempf.
Per aver ragione di queste domande, bisogna fare un passo indietro. Quando all’alba del 2000 si sparse la voce che - dopo aver acquistato una villa sul Lago di Como - George Clooney fosse anche interessato a comprare il club di calcio, ai più - giustamente - sembrò una boutade, una delle primissime fake news che andavano ad alimentare la quotidiana fuffa del neonato mondo social. Il Como, all’epoca, dopo aver conquistato la Serie A nel 2001, declinò rapidamente - una retrocessione dopo l’altra - verso il fallimento, nel mentre George Clooney impreziosì il suo status di star planetaria, girando il suo primo film da regista: “Confessioni di una mente pericolosa”, gioiellino purtroppo sottovalutato.
Poi il vento ha fatto il suo giro, l’estate scorsa il Como è tornato in Serie A dopo più di vent’anni grazie - anche - agli investimenti di due anziani fratelli indonesiani, gli Hartono, Robert e Michael, entrambi ultraottantenni. Budi e Bambang, con questi nomi sono conosciuti in Indonesia - sono i proprietari di Djarum, uno dei più importanti produttori al mondo di sigarette aromatizzate ai chiodi di garofano e - secondo Forbes - il loro patrimonio si aggira complessivamente sui 48 miliardi di dollari, il che li piazza - rispettivamente - al 71° e 76° posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. Gli Hartono hanno rilevato il Como nel 2019, quando galleggiava in Serie D. In cinque anni il club ha scalato le gerarchie del calcio italiano, ritrovando la Serie A.
La premessa cinematografica su Clooney e su questi personaggi da film, Budi e Bambang, serva qui a confermare che - come in ogni giallo che si rispetti - per trovare il colpevole, si fa per dire, basta seguire la pista dei soldi. Si spiega così l’arruolamento dei divi di Hollywood che il Como sta mettendo in atto dall’inizio della stagione. Nuove strategie, nuovi modelli di marketing. Il calcio è un mezzo, per cogliere l’obiettivo - la “mission” direbbero quelli del marketing del Como - basta alzarsi in punta di piedi e dalla tribuna lanciare lo sguardo oltre il campo, oltre gli scatti di Cutrone e i dribbling di Nico Paz. Ecco il lago, la sua bellezza (certificata) e la sua fama internazionale (non ancora sfruttata), il suo brand - da Harrods a Londra già si vendono le borse del club - le opportunità economiche da cogliere, lì a portata di mano, il business (enorme) a cui dare forma tra turismo e sport. I divi di Hollywood - gratificati a dovere per ogni loro apparizione - non fanno altro che calamitare l’attenzione planetaria. Poco importa alla fine se la loro gioia è sincera, non è la domanda che ci si deve porre quando si è dentro ad un film. Del resto: per quale altro motivo - se non la loro presenza - si dovrebbe parlare di Como a Los Angeles o Giacarta? Pensavamo fosse il Sinigaglia, invece era Disneyland alla comasca: lavori in corso, pregasi astenersi perditempo e ingenui.