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Il Foglio sportivo - That win the best

Amorim avrebbe fatto meglio a rimanere in Portogallo

Jack O'Malley

Sconfitte, giocatori scontenti, delusioni: il solito Manchester United, ora imitato anche dal City in piena crisi. Intanto la Coppa Italia conferma che ad andare avanti sono le big perché giocano contro squadre demotivate

Si capisce tutto della crisi e della confusione in cui è sprofondato il Manchester City guardando il derby contro lo United di domenica scorsa: in vantaggio per 1-0, gli sbandati di Pep Guardiola si sono fatti ribaltare nei due minuti finali grazie a due cappelle difensive che normalmente si vedono nelle partite di calcio femminile. Se fossi un giornalista pigro della Gazzetta, oltre a ricordare quanto è bravo e bello Urbano Cairo direi che i Red Devils sono ancora un cantiere aperto, e che Ruben Amorim ha ancora molto su cui lavorare. Un conto è vincere in Portogallo, altro è mantenersi vivi in Premier League: tre sconfitte in cinque partite non sono un granché come inizio, ma più difficile di far tornare il Manchester United a vincere il campionato sarà gestire Marcus Rashford. L’attaccante inglese, in crisi di identità da quando nella finale maledetta contro voi cialtroni azzurri sbagliò il calcio di rigore, non è stato convocato contro il City.

 

La scelta fa parte di una tattica per motivare il giocatore, ha spiegato Amorim, che si sarebbe allenato male nei giorni precedenti la partita: stessa sorte toccata a Garnacho, che però poi è sceso in campo contro il Tottenham nella disfatta per 4-3 in Carabao Cup. Il manager portoghese è sicuro di recuperare l’attaccante e dice che se i suoi giocatori sono arrabbiati con lui è un bene. Rashford invece ha pensato bene di dire che è pronto a lasciare lo United e vuole nuove sfide. Auguri a entrambi. E a proposito di Carabao Cup, anche quest’anno guardo la vostra Coppa Italia e mi viene da ridere: un torneo pensato per parare il culo alle big che giocano in casa turni secchi contro squadre molto più scarse e demotivate (non quelle delle serie minori che tentano il colpo della vita, ma quelle che in Serie A già lottano per non retrocedere a dicembre e quindi prima escono dalla Coppa meno seguita del mondo meglio è). Insomma ci saranno i soliti quarti di finale con le solite squadre e i segaioli delle statistiche potranno continuare a spiegarci che la Juventus da mille anni supera sempre gli ottavi. Grazie al cazzo.

 

Comunque è Natale e non voglio farmi il fegato amaro, mi preparo a gustarmi il Boxing Day apprezzando il fatto che finalmente in Italia il calcio non va in vacanza come le scuole: ho una scorta di birra e brandy sufficiente a sopravvivere a un olocausto nucleare (anche se la bionda non basta mai e manca sempre), se non mi riprendo in tempo per il prossimo weekend vorrà dire che ci leggeremo nel 2025. L’anno in cui il calcio inglese tornerà a trionfare nel mondo, of course. E se non dovesse trionfare e continuare a essere usato come manganello per la rieducazione politicamente corretta delle masse farò come il Papa: mi darò alle bocce. Cheers.