Gli scacchi presi con filosofia
E nel 2025 il “nobil giuoco” diventa anche e-sport
La Esports World Cup Foundation ha annunciato che gli scacchi faranno parte della Esports World Cup, dopo aver raggiunto un accordo con la principale piattaforma, chess.com
"Il gioco degli scacchi è tutto: arte, scienza e sport”. Così si esprimeva l’ex campione del mondo Anatoly Karpov. Non poteva immaginare che dire arte, scienza e sport oggi non è dir tutto: dal 2025 gli scacchi saranno anche e-sport. La Esports World Cup Foundation ha annunciato che gli scacchi faranno parte della Esports World Cup, dopo aver raggiunto un accordo con la principale piattaforma, chess.com. Il numero uno al mondo, Magnus Carlsen, si è dichiarato entusiasta. Molti scacchisti, forse troppi, storcono il naso di fronte all’idea che ci siano sempre più giocatori dietro uno schermo piuttosto che davanti a una scacchiera, e forse non piace vedere il campione dei campioni spendersi per la diffusione del gioco online invece di combattere per il titolo istituzionale. Gli scacchi sono fra i più antichi giochi conosciuti, e le sue regole, nella forma moderna, non cambiano da centinaia di anni. Ma questo non significa che il gioco non sia cambiato: sono cambiati i formati, il significato attribuito dalla società al gioco, il tessuto sociale in cui si pratica. Tutti questi cambiamenti sono avvenuti nel corso del tempo, ma si potrebbe aggiungere che sono sempre coesistite, sincronicamente, realtà scacchistiche diverse: nell’Unione Sovietica il gioco era popolarissimo, quasi sport nazionale, mentre gli Stati Uniti guardavano per lo più da profani l’ascesa sul trono del mondo di Bobby Fischer.
Ma il principale sconvolgimento lo hanno portato le macchine. Nel 1997, il software Deep Blue ha sconfitto per la prima volta un campione del mondo, Garry Kasparov. Oggi ognuno di noi ha in tasca un telefono con capacità paragonabili, motivo per il quale, ad esempio, nei tornei ufficiali le partite non possono più essere sospese, come accadeva una volta, e riprese il giorno dopo con la famosa “mossa in busta”. I professionisti usano i computer per controllare le linee di apertura, per aver accesso ai database delle partite dei maestri, per analizzare posizioni. Ma, a livello più basso, forse l’impatto maggiore è proprio nella capacità di attrarre nuovi giocatori da parte delle piattaforme (al momento, chess.com ha oltre 180 milioni di utenti). E’ senz’altro una rivoluzione, nel tempo come nello spazio: si può giocare contro scacchisti di ogni parte del globo e non c’è angolo remoto del mondo che non sia coinvolto. La globalizzazione ha creato una nuova, più uniforme, realtà scacchistica, e forse prenderne atto, come fa Carlsen, è il primo passo per indirizzarla in una dimensione più democratica (dopo tutto, non c’è più spesa per la scacchiera o per i libri) e per difenderne la componente umana (la tensione agonistica, la componente psicologica). Gli scacchi come e-sport non saranno più quelli di una volta, ma saranno ancora un “nobil giuoco”. Anche se un po’ meno nobile di prima.
La partita: Firouzja vs. Carlsen - Speed Chess Championship 2024 (Chess.com) 2024, round 4
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