(foto Ansa)

Il foglio sportivo - il ritratto di bonanza

Da Meret a Lautaro: la mia squadra dell'anno

Alessandro Bonan

In difesa scelgo Comuzzo e Buongiorno, come mediani Barella ed Ederson. In attacco il miglior centravanti (anche se non sta segnando)

La classica formazione di fine anno, quella dei migliori (secondo me), dimenticando certamente qualcuno (dimentico sempre qualcuno). Il sistema di gioco è il 4-2-3-1, così di moda e privo di “quinti” e “braccetti”, due tra le parole più deprimenti mai inventate nel calcio. In porta metto MERET, che mi ricorda Zoff (un po’ tanto meno) per lo stile scarno ma efficace. Circondato da dubbi è invece una certezza. In difesa, a destra DODO’, uno che mentre corre, il campo si accorcia. Avanti e indietro, ciuff ciuff, come un trenino. Come faceva Cafù (vabbè ho esagerato). Centrali COMUZZO e BUONGIORNO, il primo è un giovane impeccabile, marca senza picchiare (mai un fallo), gioca senza protestare (gentiluomo), è concentrato come uno studente ambizioso e sa lanciare. E’ la rivelazione assoluta del campionato. Buongiorno, prima di farsi male, è stato il gendarme di Conte. Elastico e al contempo rigido quando serve, veloce e intelligente. Completo, in una parola.

 

A sinistra uno dei migliori mancini del mondo, DI MARCO (ma cito anche Nuno Tavares), a cui fa difetto il destro, perché se avesse anche quello non sarebbe soltanto un uomo. I due mediani sono BARELLA e EDERSON (tengo fuori con fatica Anguissa). Il sardo è come uno di quegli avvistamenti nei cieli americani. Ora di qua ora di là, tondo anzi quadrato, di propulsione elicoidale, macché si muove orizzontale, adesso ascende, ora ricade. Ma non è un UFO, è solo un calciatore che si libera nell’infinito. Ederson ha sostanza e stile, conosce il campo come un artificiere, zigzagando in mezzo alle mine avversarie. Entrando in area non si dimentica di ritornare indietro ad aiutare la squadra in caso di palla persa. E’ un brasiliano di samba dalla forza germanica. Dietro la prima punta ci stanno in tre, che sono, da destra a sinistra: CONCEICAO, MCTOMINAY e LOOKMAN. Del portoghese tutti dicono che è piccolo, come se fosse la sua qualifica più importante. Di questa piccolezza lui invece ne fa un’arma, e come un gatto folle, frena e riparte, pattinando sulle unghie, creando lo scompiglio. McTominay (nella foto LaPresse), è un signore della manovra, con gesti essenziali e visionari. Tattico e finto lento, s’insinua, e quando ti fa male, è ormai troppo tardi. Lookman è quel diavolo in sé che ben rappresenta la furia esatta di Gasperini. Perché scatta come se avesse fretta ma rifinisce con la calma dei grandiosi, saltando tutti i dettagli e mirando al figurone.

Per centravanti scelgo il migliore, anche se oggi non segna: LAUTARO. Si muove in lungo e in largo come fanno in pochi, creando spazi e cieli aperti. E dentro quegli spazi, entra la squadra, più verticale e rapida parecchio grazie a lui. 

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