(foto Getty Images) 

Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA

Aldo Agroppi era uomo dal grande orgoglio

Alessandro Bonan

Un ricordo intimo dell'ex calciatore e allenatore, tra l'amore incondizionato per il Toro e la passione sfrenata per la canzone italiana. Una vita accompagnata da un sorriso tra il dolce e il beffardo, ma sempre vissuta con sincerità e senza compromessi

Era di una simpatia unica, anche quando decideva di colpire con le parole, di cui sapeva disporre in maniera formidabile e del tutto naturale. Aldo Agroppi è stato un grande personaggio e personalmente un amico. Da lui ho imparato la sintesi, un modo di vedere il calcio semplice, fatto di rapporti, tattiche essenziali. Sarebbe stato un allenatore spettacolare, senza quella malinconia costante che lo pigliava dappertutto, la depressione, con cui ha sempre dovuto lottare, spesso con ironia. “Non chiamarmi la mattina”, mi diceva, come se la mattina fosse il momento della fatica per ricominciare una di quelle giornate che negli ultimi anni, dopo un serio colpo al cuore, si erano fatte anche più difficili. 

Aldo Agroppi ha vissuto il calcio con dentro un eterno ricordo, quello della maglia granata, per lui una seconda pelle. L’amore per il Toro gli aveva permesso di superare il dispiacere di aver mancato per un soffio lo scudetto, visto che era stato ceduto l’anno prima. Con Claudio Sala un rapporto fraterno, mille battute a tavola, spalleggiato dalla moglie Nadia, compagna di una vita, donna straordinariamente forte e devota, da sempre amata. 

Quando parlava di calcio si divertiva a disarcionare il potere, scaraventandolo in fondo a un precipizio di battute che solo lui, dialettico per eccellenza, poteva trovare. Picchiava forte con le parole e poi si bloccava all’improvviso, con un sorriso tra il dolce e il beffardo, come a voler stemperare il senso di quello che aveva detto, coprendo di una veste surreale (e quindi geniale) il suo ragionamento. 

Aveva una passione sfrenata per la canzone italiana, tanto da possedere una vera e propria collezione di dischi, probabilmente una delle più ricche d’Italia. Un giorno me la mostrò con grande orgoglio, e dentro quel mondo variopinto fatto di copertine di ogni genere, si trasformava ulteriormente, tornando un po’ bambino. 

Agroppi è stato un uomo dal pensiero completamente libero, senza ipocrisia, a tratti estremo, implacabile nel giudizio, come a voler provocare “il nemico”, stanarlo e poi duellare con lui guardandolo negli occhi. Mai conosciuta una persona così sincera, così vicina a se stessa. Anche se Aldo, e mi permetto Aldo, non ha mai smesso di scoprirsi meglio, in quelle lunghe pause di tristezza, quel vuoto, nel quale era capace di sostare anche per giorni, prima di ritornare in luce con una delle sue battute memorabili. Inimitabile Aldo, giocante di parole, uomo distante nell’eremo Piombino eppure così vicino al popolo, che grande amore gli ha sempre dato, ricevendo in cambio il suo esemplare orgoglio. 

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