L’Imoco Conegliano ha vinto il Mondiale per club per la terza volta nella sua storia (foto Lega Volley Femminile)

Il Foglio sportivo

La formula vincente di Conegliano

Eleonora Cozzari

Daniele Santarelli allenatore e marito: “Ormai non sono più soltanto il signor Di Gennaro”

L’allenatore di pallavolo più vincente del momento è il marito del libero più forte del mondo. A casa loro va così. E va così, a dir la verità, da un bel po’. Andiamo con ordine. Daniele Santarelli è il tecnico neo campione del mondo con il suo club, l’Imoco Conegliano. In Cina ha battuto la squadra di casa 3-0, dopo che in semifinale aveva liquidato con lo stesso risultato la Vero Volley Milano, quella con mezza Nazionale italiana. Guida le venete dal 2017 e degli ultimi sei scudetti assegnati, da quando cioè si è seduto sulla panchina dell’Imoco, se ne è portati a casa altrettanti. Già basterebbe. Ma no. La sua Conegliano è anche detentrice dell’ultima Champions League, coppa Italia e Supercoppa. Sono anni che chiunque si trovi sulla sua strada si fa il segno della croce. Ma di mistico in Veneto non c’è proprio niente. Ci sono sudore, talento, lungimiranza e mentalità. La prima è quella dei due presidenti, Piero Garbellotto e Pietro Maschio. La seconda è la sua. Quella di Santarelli. Classe 1981, viene dalla provincia umbra “semplice ma felice” (Foligno), ha un fratello di nove anni più grande maresciallo della Guardia di finanza e soprattutto coltiva un’ambizione gigantesca che si porta dietro da quando era solo “il fidanzato” di Monica De Gennaro. Il libero di cui sopra.

 

La loro storia parte da lontano, da quando si incontrano a Vicenza nel 2008. Lei in A1, lui (sempre libero) in B1. La sua carriera da giocatore, lo capiva, non sarebbe andata lontano. Santarelli allenava già il settore giovanile ma, dando una mano negli allenamenti della squadra femminile, conosce lei e il mondo delle donne. “Ci abbiamo messo poco a innamorarci e quando Monica va ad Aprilia, la seguo. Stessa cosa l’anno successivo a Pesaro”. Lei gioca con Ferretti e Guiggi, lui fa il secondo in B2. Daniele scalpita, si fa notare. “Ci ho messo tre anni a dimostrargli che non ero solo il fidanzato di Moki”. Ma quello è un anno di svolta. Diventa il terzo allenatore della squadra dove gioca lei. L’anno successivo Conegliano contatta De Gennaro. “Vai”, le dice. Mentre lui si accasa a Urbino a fare il secondo. Nel 2014 Davide Mazzanti gli propone di essere il suo vice a Casalmaggiore. Insieme vincono lo scudetto e, ancora sotto la spinta di Santarelli, si ritrovano entrambi a Conegliano. “Nella mia storia c’è una cosa di cui vado fiero: se avevo la possibilità di aprire una porta invece che un’altra, ho sempre scelto quella giusta”. Al primo anno all’Imoco vincono il tricolore. E quando nel 2017 Mazzanti lascia Conegliano per andare a guidare la Nazionale italiana, la società promuove Santarelli primo allenatore.

 

Qui arriva il secondo momento di svolta: durante la stagione gli sfuma prima la Supercoppa poi la Coppa Italia, ma soprattutto, dopo una sfida che vale l’accesso alla final four di Champions League, Daniele apprende della morte del padre. Sono i primi giorni di aprile del 2018 e deve gestire un lutto grandissimo. “Ho dovuto scavarmi dentro per trovare delle energie superiori. La società mi aveva già rinnovato il contratto, ma in quel momento ha visto quanto le ragazze tenessero a me”. Lo scudetto arriva tre settimane dopo quei terribili giorni. Il resto della storia sono due trofei vinti il secondo anno, tre il terzo e solo il Covid ha interrotto la progressione. Completata poi l’anno dopo. Per non parlare del record mondiale di vittorie consecutive (74) e delle giocatrici eccezionali (Sylla, Egonu) che si susseguono come se la perdita di quelle prima fosse solo il modo per far arrivare quelle dopo (Haak, Gabi). Si dice che con Egonu non abbia mai avuto uno screzio. “Neanche mezzo problema. Di Paola conosco pregi e difetti, ha bisogno di attenzioni, di essere capita e la porta per lei sarà sempre aperta”. Ma è sorprendente come Conegliano riesca a rimanere un gruppo vincente, rigenerandosi ogni volta. “Quello che vidi tanti anni fa in questa terra, la grandissima voglia di vincere e una mentalità forte, è reale. Certo soldi e sponsor aiutano ma la mia ambizione, quella dei presidenti e delle giocatrici che arrivano qui, sta nel fatto che vogliamo fare di più di quelli che hanno raggiunto il massimo. Nella pallavolo femminile sono Ravenna e Bergamo. Quella maschile ce l’abbiamo davanti agli occhi ogni giorno al Palaverde. La Sisley Treviso ha vinto 31 trofei. Noi siamo a quota 26 e non abbiamo nessuna intenzione di rimanere dietro. Il Vakifbank deteneva il record di vittorie consecutive? Noi lo abbiamo battuto”.

 

Se con Conegliano ha diviso le gioie insieme a Monica De Gennaro, sua moglie dal 2018, in Nazionale le strade dei due non si sono mai unite. Nel 2022 Santarelli ha vinto il Mondiale con la Serbia, nel 2023 l’Europeo con la Turchia. Che guida tuttora. Mentre lei doveva gestire risultati poco brillanti e una pesante esclusione dalla Nazionale per mano di Mazzanti. “Ho sempre voluto bene a Davide ma non mi è piaciuto quello che è successo. Le scelte tecniche si rispettano ma solo se anche le motivazioni lo sono”. E le voci che De Gennaro avesse chiesto di avere lei in panchina? “È una vergogna solo averlo pensato. Monica è troppo intelligente e professionale”. Che però Daniele Santarelli, in futuro, sia il primo della lista come sostituto di Julio Velasco è più che naturale. Per diventare l’allenatore dell’Italia però dovrà aspettare, Velasco ha firmato il rinnovo fino ai Giochi di Los Angeles. “Eh sì…”, risponde sorridendo. “Io sono un uomo che non si ferma mai, mi ci vedete a stare in palestra 4 mesi? E gli altri 8? Mi sembra che ho dimostrato che il doppio incarico posso farlo”. A Parigi la sua Turchia è rimasta fuori dal podio, mentre sua moglie, alla sua quarta edizione dei Giochi, si è messa al collo un oro da leggenda. “Sono molto felice per Monica. Julio è stata la persona giusta al momento giusto e capisco perché ha deciso di andare avanti. L’Italia è all’apice, era la favorita da anni ma ha raccolto meno di quanto potesse. Però non ditemi di augurargli un’altra vittoria…”.