Il Foglio sportivo
L'effetto Conceiçao sulla Serie A
L'allenatore portoghese ha indotto il cervello dei suoi giocatori a fare cose straordinarie quando pochi minuti dopo l’inizio della ripresa si è trovato sotto di due gol, continuando a navigare dove molti sarebbero affogati. Non ha cambiato solo il Milan, ma anche chi la coppa l’ha persa
In Italia potrebbero persino multarlo perché ha fumato nello spogliatoio. Ma il sigaro della vittoria è una tradizione che arriva da lontano, dallo sport statunitense dove è quasi impossibile non trovare una fotografia di Red Auerbach, mito dei Boston Celtics, senza un cubano in bocca. In Europa lo ha portato Carlo Ancelotti che dopo ogni vittoria si fa la sua bella fumata con tanto di fotografia con sigaro e coppa. Sérgio Conceição ha cominciato a fumare a Porto e nella dolce notte di Riad ha fatto entrare il suo sigaro nelle case degli italiani, soprattutto dei milanisti. Ci credevano in pochi, ma lui un sigaro se lo era portato comunque. E adesso quel sigaro può lasciare dietro di sé una scia di profumo, oppure di puzza, a seconda di chi lo incontrerà.
L’effetto sigaro, o effetto Conceição che dir si voglia, può avere una ripercussione sulla nostra Serie A. E non soltanto sul Milan che, pur essendo troppo lontano per sognare di rientrare in lotta per il titolo, può certamente puntare alla zona Champions. Le scorie da Supercoppa possono intossicare chi non l’ha vinta, Atalanta, Juventus e soprattutto Inter che ha perduto una coppa già vinta, esattamente come le è capitato spesso quest’anno.
Per cambiare il Milan a Conceição è bastato lavorare sulla testa dei giocatori. È quello che ora dovrebbero fare Simone Inzaghi e Thiago Motta. Gasp no, lui lo fa già benissimo e al massimo dovrebbe lavorare su se stesso quando affronta l’Inter. Il gioco di testa sarà fondamentale e in questo non va dimenticato quanto sia forte Antonio Conte. Con il suo modo di fare, con le urlate e i televisori rotti nell’intervallo della partita con la Juve, Conceição ha toccato le corde giuste per risvegliare l’anima di una squadra che non riusciva a indirizzare il suo talento. “La mente induce il cervello a fare cose straordinarie”, dicono gli studiosi della materia. Conceição ha indotto il cervello dei suoi giocatori a fare cose straordinarie quando pochi minuti dopo l’inizio della ripresa si è trovato sotto di due gol. In quel momento molti sarebbero affogati, il Milan ha ripreso la navigazione con una convinzione che non si era vista prima. Non contavano gli schemi. Contavano il cuore e la testa. Conceição ha rimediato al peccato originale di questo Milan, aver ingaggiato un allenatore poco adatto al parco giocatori esistente. Sarebbe bastato affidare in estate la squadra ad Antonio Conte, non era difficile.
La società non aveva capito che c’era bisogno del bastone e non della carota dopo Pioli. Probabilmente ci si era illusi che sarebbe bastato Ibrahimovic a interpretare il duro nello spogliatoio. Ma Ibra c’era? E quando c’era, incideva? A giudicare dal suo discorso dopo la vittoria della Supercoppa vengono parecchi dubbi. Una cosa era sentirlo nello spogliatoio di Reggio Emilia dopo quello scudetto, quando era ancora un giocatore, un'altra è vederlo adesso in giacca e cravatta mentre si fa riprendere da tutti durante il suo discorso. Ibra è rimasto un giocatore. Non ha ancora fatto il salto di qualità. La Conceição Dance potrebbe far crescere anche lui.