Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Il calcio è facile, il calcio è difficile
L'opinione di Sérgio Conceição, quella di Luciano Spalletti, la logicità di Claudio Ranieri e altri spunti su un dibattito infinito
Che peccato! Adesso che mi ero convinto che il calcio fosse realmente uno sport complicato, è arrivato il nuovo allenatore del Milan Sérgio Conceição a mettermi in confusione. “Il calcio è facile” ha detto. Ma dove l’ho sentita questa frase? Ah sì, l’ha pronunciata Massimiliano Allegri, il reietto Allegri, successivamente bacchettato un po’ da tutti, compreso il ct Spalletti, secondo il quale il calcio non sarebbe affatto facile.
Da lontano, in Francia, c’è un teorico del calcio complesso che osserva in silenzio il dibattito sul facile/difficile svolgendo da par suo un buon lavoro a Marsiglia. Nel frattempo, Ranieri, un signore ormai al di là di ogni etichetta, tornando alla Roma, ha rimesso lentamente le cose a posto con provvedimenti normali, tipo mettere in campo i giocatori migliori, nei ruoli giusti, in momenti azzeccati, tornando così a vincere qualche partita. Il calcio di Ranieri non saprei dire se è facile o difficile, sicuramente è logico, e quello di Conceição gli assomiglia in questo senso. Il portoghese ha dato coraggio al Milan spostando il blocco motore più avanti, ponendosi a quattro ruote motrici, mettendo pressione agli avversari. Con Fonseca, la trazione era posteriore, la squadra s’impennava in attacco, subendo qualsiasi ripartenza (o contropiede), e rendendo ballerino ogni risultato. Il Milan di Fonseca vinceva e perdeva in scioltezza come se vincere e perdere fossero ormai la stessa cosa. Dentro questa vaghezza il Milan aveva perduto aderenza alla realtà, dimenticando la grandezza del club, e l’ambizione della proprietà, fornendo, nella notte dei 125 anni celebrati (male) a San Siro, una prestazione deprimente, negando così la sua storia.
Ho avuto, quella notte, come la sensazione che il calcio di Fonseca fosse diametralmente opposto alla sua figura di uomo lineare. Il suo Milan giocava senza misura, scambiando l’attacco con la difesa e viceversa. Un calcio paradossale, quasi assurdo, mi verrebbe da dire. Senza dimenticare il controsenso di tenere in panchina i giocatori migliori. Quindi, tornando alla domanda: il calcio è facile o difficile? Il dibattito resta aperto, anche se la mia sensazione di filosofo (magari lo fossi!) sarebbe quella di rispondere con le parole di un signore alto con la pipa in bocca che incontrai un giorno al parco, mentre osservava il nipote da solo che palleggiava. “Vede”, mi disse, “la vita è come quel pallone. Se lo tratti per bene, torna indietro, ma se lo colpisci male, si allontana”. Si, pensai quel giorno, il calcio è facile, mentre la vita, caro signore, resta sempre un gran casino.