Il Foglio sportivo
Il segreto della Ducati vincitutto tra Ferrari e Galileo
“Siamo un mix tra passione e innovazione. Bagnaia e Marquez liberi di combattersi, ma con onestà”. Intervista a Claudio Domenicali, ceo di Ducati dal 2013 e Bike enthusiast
In Ducati non sono mai contenti. Vincono, spesso stravincono, ma sanno bene che per continuare a farlo non possono fermarsi mai, in pista come in fabbrica. E per non addormentarsi aggiungono complessità alla loro formula vincente. Bagnaia non bastava più, proviamo a mettere in squadra anche un Marquez tanto per aggiungere pepe, sale e parecchio peperoncino. Sette mondiali tra MotoGP, Superbike, Supersport, il campionato italiano di motocross alla prima partecipazione, 19 vittorie in 20 gare, 14 podi tutti Ducati in MotoGp. Sarà difficile fare un 2025 migliore dell’anno passato. “Penso che sia virtualmente impossibile perché il 2024 è stato un anno particolare”, racconta Claudio Domenicali, ceo di Ducati dal 2013 e soprattutto Bike enthusiast, come ama definirsi. “Il sistema che abbiamo messo in piedi sta funzionando veramente molto bene. L’anno scorso abbiamo avuto una concentrazione di piloti fortissimi sulle nostre moto che hanno dimostrato di essere il miglior concentrato di tecnologie in pista. Avevamo Pecco, Jorge, Enea e Marquez e già quest’anno sarò diverso. In termini di numero di vittorie credo davvero sarà irripetibile, ma noi partiamo per riconfermarci campioni”.
Vincere il Mondiale piloti con un pilota non ufficiale ha confermato la grande imparzialità di Ducati perché non avete fatto differenza tra Pecco e Martin, ma lascia lo stesso sorriso di quando i mondiali li avevate vinti con Pecco?
“La differenza tra ufficiale e non ufficiale era sottile. Martin era un pilota scelto e pagato da noi con una moto nostra uguale in ogni vite alla moto di Pecco. Dire che Jorge non fosse un pilota ufficiale è un po’ curioso. Avevamo più team con la stessa moto che avevamo messo a disposizione dei piloti in cui credevamo particolarmente. Jorge e Pecco erano stati messi da noi esattamente nelle stesse condizioni. Non possiamo certo risentirci di quello che abbiamo generato”
È stato più complicato dire a Pecco che sarebbe arrivato Marquez a fargli la compagna di squadra o a Martin che non avevate scelto lui per il futuro?
“Sicuramente la seconda, perché è stata una scelta molto sofferta. Non sempre si riesce a fare andare le cose come uno vorrebbe. Noi avremmo preferito tenere sia Jorge che Marc. Ma poi si sono chiuse delle porte. È stato difficile perché Jorge lo abbiamo portato noi in MotoGp, lo abbiamo cresciuto, è un ducatista fortissimo, nel senso che è molto affezionato alla marca, abbiamo lavorato molto bene insieme e oltretutto è un talento straordinario. È stata una scelta complessa che si è decisa per differenze microscopiche e ipotetiche, nel senso che sarà tutto da dimostrare”.
Che cosa vi ha convinto a scegliere Marquez?
“Un algoritmo segreto che non sveliamo neppure sotto tortura… è stata una scelta che abbiamo maturato insieme io e Gigi, con onori e oneri. Per fare certe scelte abbiamo un panel con Davide Tardozzi, Mauro Grassilli, gli ingegneri del team… c’è un consulto e poi alla fine io e Gigi facciamo la sintesi”
Sul Marquez pilota non esistono dubbi, ma sul Marquez uomo invece resiste ancora qualche perplessità, tu cosa ne pensi da questo punto di vista?
“Se pensassimo che è una persona problematica non lo avremmo preso. È chiaro che la sua storia in Italia è particolare, molto divisiva. Ma noi siamo orientati a parlare di futuro. Marc è un professionista di talento, capace di stare all’interno di una squadra. Ci aspettiamo che, come Pecco, in pista non farà sconti a nessuno, ma questo fa parte della dinamica di avere due supercampioni in squadra”.
L’operazione Marquez in Ducati ha dei punti in comune con Hamilton in Ferrari. Marc può dare a Pecco qualcosa in più come Lewis potrebbe dare a Charles?
“Questa è una delle cose di cui abbiamo parlato lungamente con Pecco. Marc può farlo crescere ulteriormente. Ci sono delle manovre particolari che Marquez fa e che Pecco, sempre portato a migliorarsi, potrà studiare da vicino. Sono profondamente convinto che vedremo un Pecco più forte nel tempo. Si stimoleranno molto uno con l’altro. Con Marquez la squadra intera può crescere ulteriormente”.
Una definizione di Marc e Pecco?
“Pecco è un nobile torinese fuori dalla pista che quando entra in pista si trasforma. Ha un’impressionante capacità di lottare per il risultato. Marc fuori dalla pista è uno spagnolo affabile, coinvolgente, festaiolo, mi vien da dire. In pista è uguale a Pecco in realtà. Pecco è più riservato e sabaudo, Marc più solare e goliardico. Ma poi quando si mettono il casco si trasformano in due macchine quasi perfette per portare a caso il risultato”.
Ci spiega il dna Ducati? Che cosa c’è oltre a innovazione, coraggio, e voglia di vincere?
“Credo sia un mix di passione e futuro. C’è la tipica passione emiliano romagnola per le corse, alla Enzo Ferrari per intenderci alla quale negli ultimi dieci anni abbiamo aggiunto un continuo miglioramento della parte scientifica dell’azienda. Senza perdere il lato romantico, passionale e verace, abbiamo intensificato sempre più il nostro approccio scientifico, direi galileiano, alla risoluzione dei problemi”.
Ci spieghi.
“Elaboriamo una teoria e poi la elaboriamo sperimentalmente. Sia che si tratti di corse, di prodotto o di organizzazione aziendale. Abbiamo la parte scientifico-ingegneristica mixata a quella romantica e passionale fuse in un unicum che sta ripetendo in modo ripetitivo risultati incredibili in pista e in strada”.
Si diceva che chi acquista una Ducati non acquistava solo una moto. È rimasto così?
“Forse oggi ancora di più perché acquistando una Ducati, cominciando dalla Monster, si entra in un mondo che permette di vivere esperienze uniche. Quest’anno avremo anche un monomarca per la Panigale. E poi continueremo a produrre edizioni speciali, repliche delle nostre moto da corsa per vivere la marca in modo ancora diverso. Il bilancio 2024 parla di 54.495 moto vendute, il 6 per cento in meno dello scorso anno, un risultato dipendente da Cina e Stati Uniti in un mercato condizionato da operazioni commerciali al ribasso che Ducati non ha seguito”.
Stanno arrivando due anniversari tondi i suoi 60 anni e i 100 della Ducati che programmi di festeggiamenti avete?
“Ci arriveremo preparati con una Ducati che non è mai stata forte come adesso anche dal punto di vista del prodotto. Noi esultiamo quando vinciamo in pista, ma anche quando una prova comparativa ci racconta che siamo migliori della concorrenza. Siamo un’azienda che si avvicina ai cent’anni consapevole e orgogliosa della sua storia, ma soprattutto orientata al futuro. Non ci basta fare una buona moto, vogliamo fare la migliore del suo segmento”.
Fino a quando vincerete?
“Sappiamo che non potremo andare avanti per 25 anni di fila, che anche i cicli migliori prima o poi finiscono. Stanno già cercando di metterci in difficoltà, di limitarci nei test, di farci correre con l’handicap. Ma è ovvio che vogliamo vincere anche quest’anno. Vogliamo vedere un grande duello tra Pecco e Marc con delle belle gare, dure, ma oneste”.